“A Napoli non si bruciano da soli!“: così Fiorella Mannoia ha deciso di schierarsi contro gli stereotipi discriminatori sbattuti in prima pagina dalla stampa nazionale. In particolare, il riferimento è al titolo del quotidiano Libero, che ha aperto la prima pagina di giovedì 13 luglio con un più che discutibile e certamente offensivo “A Napoli si bruciano da soli” per introdurre la questione incendi nell’area del Vesuvio.
E ancora, nel catenaccio dell’articolo, si legge un vero attacco ai cittadini della provincia napoletana, con l’accusa al sindaco De Magistris di stare a guardare: “Piromani inceneriscono 100 ettari di bosco per boicottare il nuovo Parco Nazionale del Vesuvio e salvare migliaia di case abusive da abbattere. Il sindaco si straccia le vesti ma non fa nulla per i criminali. Intanto i turisti fuggono“.
La cantautrice romana, da sempre molto legata alla città e attenta alle sue sorti, in una serie di commenti ad un post sul tema ha apertamente dato dell’idiota al direttore Vittorio Feltri, invitando i giornalisti ad indagare le ragioni del fenomeno anziché titolare contro i napoletani tout court.
Idiota! Indagate per sapere il perché hanno bruciato quell’area, quali interessi ci sono, e chiedetevi da dove proviene la spazzatura che viene interrata, fate le inchieste, che sarebbe il vostro lavoro, invece di sparare titoli infamanti per un’intera città.
Secondo la Mannoia c’è un’evidente disparità di trattamento quando si tratta di raccontare il Sud e Napoli in particolare. Oltre a difendere i napoletani dal tono discriminatorio con cui è stato affrontato il tema dell’emergenza roghi su Libero, la cantante si è schierata anche in difesa del sindaco Luigi De Magistris, che considera scomodo e per questo oggetto di attacchi sistematici:
Lo avete scritto anche per la Liguria quando qualche anno fa un incendio, l’ennesimo doloso, ha distrutto ettari e ettari di vegetazione? Lo avete scritto per tutti i roghi d’Italia? No, lo scrivete per Napoli. Questo sindaco vi da proprio fastidio vero? Io penso che un po’ di vergogna non vi starebbe male.
