L’attacco della comunità LGBT a Gianna Nannini dopo il coming out: “Dov’eri quando lottavamo per i nostri figli?”

Duro attacco della comunità LGBT a Gianna Nannini: "Dov'eri quando lottavamo per i diritti dei bambini come Penelope?"

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Dopo il coming out dei giorni scorsi, arriva il durissimo attacco della comunità LGBT contro Gianna Nannini. Coloro che hanno lottato per ottenere i loro diritti, all’epoca di un decreto Cirinnà ancora molto lontano, si chiedono dove fosse l’artista senese quando in molti sono scesi in piazza per rivendicare tutele e diritti per se stessi e per i loro figli.

Invasi i social, nei quali l’unico grido è rivolto all’assenza dell’artista ai tempi della dura lotta per ottenere una legge che garantisse un’esistenza civile a quelle che sono poi diventate le famiglie arcobaleno. La protesta è montata dopo il coming out dell’artista nella biografia edita per Mondadori, “Cazzi Miei”, nella quale è emersa la volontà dell’artista di trasferirsi a Londra con sua figlia e con la sua compagna Carla. L’artista starebbe pensando anche alla possibilità della stepchild adoption per la figlia Penelope.

La critica della cantante senese alla mancanza di garanzie e tutele vigente in Italia non ha convinto la comunità LGBT, che si è affrettata a commentare l’accaduto ed esprimere la propria opinione su quanto dichiarato dall’artista. A prendere la parola è il presidente di Equality Italia Aurelio Mancuso, che ricorda la totale assenza dell’artista all’atto della lotta per i diritti civili: “Gianna Nannini si trasferisce a Londra perché in #Italia non è tutelata sua figlia. Avesse mai mosso un dito per i diritti civili…bye”.

A Gia' ma tu 'ndo cazzo stavi mentre noi lottavamo per veder riconosciuti i diritti delle bambine e dei bambini come Penelope?
#londoncalling #salutameasister

Pubblicato da Alessia Crocini su Giovedì 6 luglio 2017

Il coming out e il pensiero dell’artista sono quindi arrivati troppo tardi, secondo il comune sentire della comunità LGBT. Nel corso di questi anni, non è comunque mancato il supporto di alcuni volti noti del mondo della musica, tra i quali spiccano quelli di Emma Marrone, Paola Turci, ma anche Tiziano Ferro e Carmen Consoli. La voce che è mancata è quella di Gianna Nannini, arrivata dopo la lunga lotta della comunità per ottenere i diritti civili.