L’eclettismo dei The 1975 a Milano ispira il Fabrique: foto e video dal concerto

I The 1975 a Milano con il sound del nuovo disco portano uno spettacolo ricco di particolarità ma un po' lontano dalle aspettative dei fan.

the 1975 a milano

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I The 1975 a Milano portano uno spettacolo ricco di particolarità. Forse troppe, per le aspettative dei fan e quel disco, I Like It When You Sleep For You Are So Beautiful Yet So Unaware Of It, annunciato come un tuffo nel passato per il quale il gruppo ci aveva promesso delle sonorità mutuate dagli anni ’80.

D’altro canto, non ci si poteva aspettare diversamente, dal momento che lo stesso frontman aveva fatto sapere che il disco sarebbe stato inciso secondo il proprio gusto personale.

Ciò che ne consegue, più che un lavoro ispirato a una matrice prettamente anni ’80, è invece un album nel quale si incastrano le idee e le influenze di più menti costruite su diversi generi musicali.

Non è poi così difficile impattare sulla scelta del gruppo, con intenzioni che appaiono già chiare in The 1975, che ci ispira qualcosa di già sentito nella recente produzione dei Sigur Ros o degli M83.

È invece con Love me che torniamo immediatamente e prepotentemente in quell’atmosfera anni ’80 che si attendeva fin dai primi momenti, nella quale si intravedono si iniziano a sentire dei vaghi accenni ai Duran Duran o a David Bowie, smorzata poi da The Sound, brano dalla matrice indie-pop e forse il più caratterizzante dell’intera produzione della band guidata da Matt Healy.



If I Believe You
, Please Be Naked e Lostmyhead ci mettono invece di fronte al risultato di un lavoro che tutto dimostra fuorché la nota emo che in molti si ostinano ad affibbiare ai The 1975, che continuano in UGH! e Somebody Else. L’immagine restituita è comunque quella dei belli e dannati, nonostante il live condotto al Fabrique ci dimostri che la produzione dei brani è tutt’altro che lasciata al caso, con picchi che riescono a toccare livelli di tutto rispetto.

Crediti Foto: Mauro Cinquetti