Mai così vicini, stasera in tv la commedia con Michael Douglas e Diane Keaton

Rai Uno rispolvera una logica da tv degli anni Ottanta, quando il lunedì era il giorno dedicato alle prime visioni. Così da stasera alle 21.25 parte il ciclo dei film del lunedì, con una commedia sentimentale sulla terza età firmata dal Rob Reiner di “Harry, ti presento Sally”.

Mai così vicini, stasera in tv Michael Douglas e Diane Keaton

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La messa in onda stasera di Mai così vicini, commedia sentimentale di Rob Reiner con Michael Douglas e Diane Keaton, ci catapulta negli anni Ottanta. Quando il lunedì sera era il giorno più importante per il cinema in tv, quello in cui Rai Uno – all’epoca ancora rete “ammiraglia” – proponeva le prime visioni più attese. Stiamo parlando di un’era quasi geologica, giocata sul bipolarismo tra tv di Stato e canali privati berlusconiani, senza internet, digitale, streaming, Netflix e serie tv dappertutto.

Ma si sa che con l’approssimarsi dell’estate il numero degli spettatori s’assottiglia drasticamente e davanti al piccolo schermo restano quasi solo gli anziani. Ed ecco che allora scatta tra i palinsesti l’effetto nostalgia, e parte la proposta editoriale in linea col target di riferimento, rispolverando a partire da oggi la strategia del “Lunedì Film” – chissà che a completare l’effetto vintage non rifaccia capolino persino l’iconica sigla cantata da Lucio Dalla. La lista dei primi titoli del ciclo, visti i protagonisti settuagenari, tradisce il target obiettivo: Mai così vicini, A spasso nel bosco con Robert Redford e Nick Nolte, Big Wedding con Robert De Niro e ancora Diane Keaton.

L’inizio di rassegna con Mai così vicini non è male. La commedia sentimentale è un genere delicato, è facilissimo, in mancanza di protagonisti e dialoghi all’altezza, scivolare nella melassa consolatoria e nel paternalismo a buon mercato. Ma qui dietro la macchina da presa c’è Rob Reiner, il regista che con Harry, ti presento Sally stabilì alla fine degli anni Ottanta le coordinate della nuova commedia romantica, grazie anche all’abilissima sceneggiatrice Nora Ephron. Uno dei segreti di quel film era il protagonista interpretato da Billy Crystal, che con la lingua affilata dal cinismo teneva a bada gli effetti più sdolcinati, rendendo credibile la sua trasformazione e l’affiorare di sentimenti verosimili.

È lo stesso meccanismo, seppure non con la stessa brillantezza, di Mai così vicini, che cerca di smarcarsi dal sentimentalismo sin dalla prima sequenza, in cui il vedovo settantenne Oren (Douglas) fa visita alla moglie al cimitero. Il suo commento sarcastico, dopo essersi inerpicato lungo la collinetta alla sommità della quale c’è la tomba, spegne qualunque commozione: “Dovrebbero farti uno sconto se muori mentre vai a trovare tua moglie”. Così facciamo la conoscenza del protagonista, agente immobiliare scorbutico e solo, che prima di ritirarsi vuole vendere la lussuosa magione di famiglia, anche se lui si è ridotto a vivere in una stanza in un piccolo pensionato, nel quale la vicina è una vedova della sua età, Leah (Keaton), cantante di buon talento ma dagli scarsi risultati, dato che quando attacca un brano romantico pensa al marito e scoppia sistematicamente a piangere.

Ovviamente il finale di Mai così vicini è già scritto: i due sono destinati a stare insieme, con le classiche schermaglie tra sessi di due caratteri agli antipodi per i quali però, anche nella terza età, valgono le regole dell’attrazione – il film parla garbatamente, e non del tutto eufemisticamente, di quel tabù che è il sesso tra anziani. Michael Douglas dà vita a un burbero misurato, non macchiettistico, e Rob Reiner approfitta del ritmo dei dialoghi per inserire qualche tocco da commedia del tempo che fu, come porte che si aprono e chiudono che citano classici anni Trenta come L’orribile verità. Certo, poi Mai così vicini abbonda di tinte pastello e vira pericolosamente verso i toni zuccherini quando dal passato riemerge il figlio ex drogato di Oren che gli affida la figlia di dieci anni. E il protagonista si ritrova nonno all’improvviso, con le conseguenze immaginabili.

Mai così vicini però riesce a non franare, e il sentimentalismo viene accettabilmente stemperato dal politicamente scorretto delle notazioni livide di Oren e della sua ancora più anziana – e quindi ancora più cinica – datrice di lavoro, che ha il volto di una di quelle impagabili caratteriste del cinema statunitense, Frances Sternhagen. E pur giungendo a conclusioni prevedibili e concilianti, il film riesce a dire qualcosa di non scontato sulla terza età, declinando il classico mito americano della seconda occasione non nell’ottica ovvia ed enfatica dell’avere successo, ma invece in quella più dimessa e sincera dell’avere il diritto di vivere appieno anche l’autunno della vita.

Mai così vicini (2014), di Rob Reiner, con Michael Douglas, Diane Keaton, stasera in tv su Rai Uno, ore 21.25.