Cannes 2017, decimo giorno di un festival ancora a caccia di un favorito

La 70esima edizione del festival del cinema per ora ha raccolto soprattutto le lamentele dei critici per la qualità dei film in gara. Oggi tocca al thriller psicologico del francese Ozon e al dramma del turco-tedesco Akin. Riusciranno a sorprendere gli addetti ai lavori?

Cannes 2017, oggi in concorso Fatih Akin e François Ozon

INTERAZIONI: 14

I film in concorso oggi a Cannes 2017, decimo giorno del festival, sono In the Fade di Fatih Akin e L’Amante Double di François Ozon. Con la speranza che l’eclettico regista francese e l’autore tedesco di origini turche siano in grado di regalare qualche sorpresa in un concorso che per ora, a leggere i resconti degli addetti ai lavori, ha inanellato molte delusioni. Variety si è lamentato della qualità dei film in gara, lo stesso hanno fatto i critici francesi, Cahiers du Cinéma e Libération in testa – e basta vedere questo aggregatore dei giudizi delle più accreditate testate transalpine per contare le bocciature. Non sono stati da meno i critici italiani: fino a oggi Paolo Mereghetti sul Corriere ha varcato la soglia della mediocrità delle 2 stelle su 4 solo in pochissime occasioni e sulla sua lunghezza d’onda è anche la firma de la Repubblica, Emiliano Morreale – “festival senza qualità”, intitola un suo bilancio uscito ieri sul quotidiano.

La tabella approntata quotidianamente da Screen International, che raccoglie i giudizi di influenti critici di vari paesi, offre un quadro impietoso di Cannes 2017: un solo film ha superato la media delle 3 stelle su 4 (Loveless di Zvyagintsev), quasi tutto il resto naviga nella mediocrità, anche i più classici autori da festival (Haneke, Lanthimos, Doillon).

Ieri si è aggiunta la mezza delusione di A Gentle Creature di Loznitsa, in un film che mescola il suo usuale rigore ad ambizioni felliniane che fanno deragliare il film a due terzi. Ma almeno la giornata ci ha consegnato un probabile favorito come migliore attore, il Robert Pattinson di Good Time dei fratelli Safdie, irriconoscibile nei panni di un criminale di mezza tacca, un ruolo che sembra aver convinto tutti gli addetti ai lavori. Mancano solo tre film per chiudere il concorso di Cannes 2017, oggi è la volta di Fatih Akin e François Ozon. Ecco i loro film.


In the Fade (Aus Dem Nichts) di Fatih Akin, in concorso

Une delle novità più interessanti dell’ultimo quindicennio è l’emergere di una cinematografia turca di alto livello, germinata nonostante o forse grazie a un paese altamente contraddittorio. Nomi come Nuri Bilge Ceylan, Semih Kaplanoğlu e, in un certo senso, anche Fatih Akin, che è di nascita e nazionalità tedesca, ma la sue origini (è figlio di immigrati turchi) sono più che visibili, a partire dal film, La sposa turca, che l’ha imposto all’attenzione internazionale, Orso d’oro a Berlino ed EFA, l’Oscar europeo, vinti nel 2004. E il suo sguardo, pure nei documentari – Crossing the Bridge (2005, sulla scena musicale di Istanbul), Müll im Garten Eden (2012, sull’apertura d’una discarica nel villaggio turco da cui provengono i suoi genitori) – è attentissimo alla realtà del suo paese d’origine.

Fatih Akin sulla Croisette aveva vinto dieci anni fa il premio per la migliore sceneggiatura con Ai confini del Paradiso, storia in cui, come spesso predilige, mantiene uno sguardo a cavallo tra Oriente e Occidente. Accade lo stesso quest’anno col suo ritorno in concorso a Cannes 2017 con In the fade, da lui diretto e scritto, ambientato ad Amburgo, città natale del regista, storia di una donna, Katja, la cui vita viene stravolta dalla morte del marito e del figlio in un attentato nella comunità turco-tedesca della città. La polizia arresta i due presunti colpevoli, una coppia di neonazisti, ma per la vedova la giustizia non è abbastanza e medita vendetta.

Per la storia di In the fade “sono stato ispirato dagli omicidi neonazisti degli anni Duemila – ha dichiarato Fatih Akin – il gruppo neonazista National Socialist Underground ha messo a segno una serie di omicidi a sfondo xenofobo tra il 2000 e il 2007 in tutta la Germania. Per me, di origine turca, tutto ciò era sconvolgente. Per il personaggio di Katja mi sono concentrato sul concetto di “vendetta”. Katja è una donna dalla propria morale e da una concezione personale del termine “giustizia”. In un certo qual modo, incarna qualcosa di assopito che esiste in ognuno di noi e che tale dovrebbe rimanere sempre. In the Fade – conclude il regista, offendno una chiave di lettura del film – è diventato per me un film molto personale: sebbene sia bionda e con gli occhi azzurri, Katja è il mio alter ego”.

L’Amante Double di François Ozon, in concorso

Arriva a Cannes 2017 il quarto e ultimo film francese in concorso. E fino a oggi non si può dire che le cose siano andate troppo bene alla compagine di casa: se è stato apprezzato 120 Battements par minute di Robin Campillo, dall’altro altro lato i due biopic su Rodin e Godard, rispettivamente di Doillon e Hazanavicius, sono stati i due film più stroncati dell’intera kermesse. A risollevare le sorti del cinema francese allora è chiamato un habitué dei festival come François Ozon, alla sua quarta presenza – fino a oggi non ha mai vinto nulla.

Il prolifico cinquantenne regista parigino meno di un anno fa aveva partecipato al festival di Venezia con Frantz, raffinato (e cinefilo, vista la parentela con una pellicola di Ernst Lubitsch) film storico in bianco e nero sulle ferite dei reduci della prima guerra mondiale. Stavolta, con L’amante double, torna a bordeggiare i generi, spostandosi sul territorio del thriller e del noir.

Al centro della vicenda Chloé, una donna sensibile che si innamora del suo psicanalista. Ma dopo aver iniziato fiduciosamente una convivenza, la donna scopre versanti inquietanti del suo enigmatico uomo, che le ha nascosto molti aspetti della sua personalità. Il trailer è perfetto con il suo mix di amori torbidi e psicanalisi, desiderio e suspense, erotismo e minaccia, per ingolosire i cinefili a colpi di riferimenti hitchcockiani (e depalmiani). Ozon pesca i suoi due protagonisti tra attori che hanno già lavorato con lui, la folgorante Marine Vacht di Giovane e bella (anche questo passato a Cannes nel 2013) e il Jérémie Renier di Potiche – La bella statuina. “I ruoli principali di L’Amante Double erano molto difficili – ha dichiarato il regista a Variety – avevo bisogno di lavorare con degli attori che si affidassero completamente a me e ai quali mi sentissi vicino. Quando ho messo Marine e Jérémie una accanto all’altro è scattata una chimica immediata, erano affascinanti da guardare”. Insieme a loro, Ozon tira fuori dal cilindro anche l’iconica presenza di Jacqueline Bisset.