Grey’s Anatomy 13×23 svela in una volta sola il volto del marito di Jo e la verità su Megan (recensione)

In Grey's Anatomy 13x23, penultimo episodio della stagione, la scoperta dell'identità del marito di Jo e di Megan ancora viva sono i colpi di scena che alimentano l'attesa per il finale

Grey's Anatomy 13x23

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Dopo mesi di immobilismo della trama orizzontale, praticamente assente al punto tale da permettere agli sceneggiatori di invertire l’ordine della messa in onda di due tra gli ultimi episodi, Grey’s Anatomy 13×23 ha affastellato in 40 minuti a ridosso del finale di stagione enormi colpi di scena.

Ci sono voluti mesi perché Jo rivelasse ad Alex di non chiamarsi Jo e di essere fuggita da un marito violento dal quale non ha mai divorziato per paura che la trovasse, così come c’è voluta un’intera stagione perché il mistero di Megan approdasse allo showdown ormai scontatissimo. Sono queste le due storyline che hanno trovato un’immediata accelerazione con colpi di scena tirati magicamente fuori dal cilindro degli sceneggiatori, senza badare troppo a preparare un terreno fertile per la loro apparizione negli episodi precedenti.

In questo episodio appare d’emblée, senza che il pubblico avesse sentore che Alex fosse sulle sue tracce, il marito di Jo. Karev ha contattato un investigatore per trovarlo, ma nelle ultime settimane non ha nemmeno parlato con la sua ex se non sul lavoro, a riprova delle lacune della trama orizzontale. Ad ogni modo, Alex lo ha trovato e ha dimostrato a se stesso di aver finalmente imparato la lezione, pensando alle conseguenze di qualsiasi suo gesto nei confronti dell’uomo non solo in termini di ripercussioni sulla sua vita, ma anche su quella di Jo. Dopo aver immaginato di pestarlo e di minacciarlo (entrambi i “sogni” sono estremamente realistici e credibili) Alex ha deciso di lasciare andare l’uomo, immaginando che con tutta probabilità avrebbe reagito ad ogni sua iniziativa mettendo in pericolo la vita di Jo. In questo episodio si scopre anche il nome della specializzanda, presumibilmente quel Brooke Stadler che Alex pronuncia mentre immagina di minacciare il medico. Karev mostra qui una maturità finalmente acquisita dopo essere passato dal carcere e aver scampato un processo per aggressione aggravata.

https://youtu.be/qKvQ37jcGdg

Rispetto al finale della scorsa stagione, stavolta ha trovato la sua redenzione. Qualche considerazione sul marito di Jo (interpretato dalla guest star dell’episodio Matthew Morrison, ex star di Glee): non è certo un uomo rozzo e villano, ma un brillante medico premiato dalla comunità scientifica. Dettaglio che se da un lato risulta inaspettato visto che Jo ha raccontato di aver vissuto in auto vagabondando per anni, dunque non certo in un ambiente elitario, dall’altro è estremamente importante perché dimostra come la violenza di genere non abbia classe sociale e non dipenda da fattori socioculturali ma sia decisamente trasversale, perché l’orco può vivere nel degrado o nel lusso, essere un disperato o uno stimato e riconosciuto professionista, visto che non esiste un argine efficace a prescindere contro la malvagità che si alimenta di maschilismo e possesso. Nota al merito per l’ironia degli sceneggiatori che affibbiano ad Alex il cognome Stevens (quello di Izzie) nella sua immaginaria presentazione all’interlocutore.

L’altra grande sorpresa è la rivelazione che due militari fanno ad Owen: sua sorella Megan, dieci anni dopo la sua scomparsa, è stata ritrovata viva e vegeta in un covo di ribelli in Medio Oriente. Inutile sottolineare quanto questa trovata alla Beautiful risulti surreale e assurda, come peraltro tutto il resto di questa storyline appiccicata addosso ad Owen solo per creare un contrasto col neoarrivato Riggs e dare a quest’ultimo un background misterioso e tormentato che servisse a rendere il personaggio affascinante (lo scopo poteva essere raggiunto in ben altri modi piuttosto che inventarsi una sorella mai esistita per Hunt). In Grey’s Anatomy 13×23 si scopre perfino che Teddy Altman sapeva di Megan, l’ha conosciuta, ma non ne ha mai parlato con Owen pur ritrovandolo nel suo periodo più difficile, quello del disturbo post traumatico da stress al ritorno dall’Iraq. Un dettaglio che conferma quanto questo personaggio introdotto in corsa sia davvero poco credibile. Per un certo arco di tempo sarebbe stato possibile anche immaginare che Owen fosse in preda ad una sorta di allucinazione, ma il fatto che Amelia ne parli con Meredith e che quest’ultima si rechi da Nathan per avvertirlo (“Se Derek fosse vivo vorrei saperlo” è la sua immediata considerazione) sembra confermare che siamo nella sfera della realtà.

https://youtu.be/MPxihUpK3gk

Molto interessante, per quest’episodio che è quasi un tutt’uno con il finale di stagione, la scelta di un caso medico che si presenta come un banale incidente d’auto di una coppia e invece si trasforma nel colpo di scena che mette in pericolo la vita di tutti in ospedale: che la storia dei due incidentati non fosse quella di due imboscati in preda alla passione finiti in un burrone era chiaro, ma il climax ascendente con cui è stato rivelata la loro identità (una vittima e il suo stupratore) è stato sceneggiato in modo efficace e sorprendente. Quando d’improvviso il paziente di Jackson e Stephanie si trasforma nel villain della situazione, di colpo la scena si capovolge: la vittima diventa la giovane specializzanda, utilizzata come veicolo per scappare dall’ospedale dallo stupratore in fuga. Il coraggio di Stephanie nell’affrontare l’uomo – che vuole lasciare l’ospedale portando con sé una bambina – adoperando la soluzione estrema di dargli fuoco è particolarmente impressionante. La situazione drammatica, per quanto diversa, ricorda il coraggio di Meredith nel cercare di salvare un paziente con una bomba in corpo nella seconda stagione. In questo caso il paziente è il delinquente da cui scappare, ma Stephanie decide di salvare la bambina facendo di tutto per impedire all’uomo di portarla via dall’ospedale. E così l’escamotage dello stupratore di appiccare un fuoco per far aprire le uscite d’emergenza temporaneamente bloccate dal codice arancione diventa per Stephanie l’illuminazione che darà una svolta purtroppo tragica alla situazione, innescando l’esplosione che sarà al centro del finale di stagione. Dopo aver scelto una conclusione agrodolce la dodicesima stagione, stavolta si torna ai classici season finale targati Shondaland: drammatici, caotici e col morto dietro l’angolo.

https://youtu.be/oUdY1cM6TBQ