Lino Guanciale da La Porta Rossa alla regia con l’Abruzzo nel cuore: aspirazioni e sogni dell’attore (Video)

Lino Guanciale tra i no eccellenti alla tv e la voglia di lavorare alla regia di un progetto sull'Abruzzo, ecco le sue rivelazioni


INTERAZIONI: 37

Lino Guanciale è ancora una volta protagonista di una lunga intervista per la promozione del suo “I peggiori” al cinema giovedì 18 maggio. Questa volta ad ospitare l’attore de La Porta Rossa è Tommaso Labate al #CorriereLive in cui, oltre al suo nuovo film, Lino Guanciale ha avuto modo di parlare di cinema, tv e la sua carriera.

Chi lo segue da tempo sa bene che l’attore è uno dei pochi che ha fatto tanta gavetta prima di arrivare a questo punto e lui stesso evidenzia che proprio La Porta Rossa ha segnato un punto di svolta ma, soprattutto, è il “progetto televisivo di cui va più fiero” e proprio in questi giorni ha avuto modo di rivedersi e solo ieri ha finito la maratona della prima stagione.

Ma le rivelazioni di Lino Guanciale non finiscono qui visto che lui stesso torna a rivelare alcuni degli importanti no dati alla tv per mandare avanti la sua carriera teatrale e la sua compagnia. Come aveva già fatto a Verissimo e a TvTalk, Lino Guanciale è tornato a raccontare del suo no a Squadra Antimafia, spianando di fatto la strada a Marco Bocci per il ruolo di Domenico Calcaterra (“Il mio agente non mi parlò per due anni”), e quello a Don Matteo, in cui avrebbe dovuto prendere il posto di Terence Hill (“Anche in quel caso non mi parlò per molto tempo”).

Per molti anni non ho fatto tv per scelta, avevo paura di perdermi, non apprezzare il lavoro per via del poco tempo a disposizione per prepararmi ma poi, ad un certo punto, ho colto alcune opportunità televisive perchè serviva un’iniezione di popolarità sia per me che per la mia compagnia [….] Io e Marco Bocci eravamo in ballottaggio per il ruolo di Calcaterra in Squadra Antimafia ma io lasciai perdere per via di uno spettacolo teatrale. Fu un no sensato visto che per la mia compagnia arrivò un ottimo periodo. L’altro no è quello rispetto alla proposta di sostituire Terence Hill in Don Matteo“.

Il discorso si è poi spostato sull’Italia e su come il nostro Paese sia ricca di “set” e possibili location per via della variabilità ambientale e urbana. Ma alla domanda se tutto questo possa portare via il cinema e la tv da Roma, lo stesso Lino Guanciale, cresciuto artisticamente proprio nella Capitale, risponde “Il nostro Paese è virtuoso e questa concorrenza non può che fare bene. Da qui a qualche anno, per far fronte a questa convenienza sempre più dilagante, si spera che arrivi un rilancio serio del cinema della Capitale“.

Infine, l’attore de La Porta Rossa rivela uno dei suoi desideri nascosti, la regia: “Un attore intelligente ci pensa, tutti hanno dei cassetti con delle cose scritte ben nascoste e anche io ce li ho proprio come i miei colleghi”. E riguardo ai titoli e i possibili temi rivela: “Un titolo? Vincenzo me ne ha fregato uno bello, I Peggiori. Mi piacerebbe lavorare su quello che è successo all’Aquila o nell’Abruzzo post terremoto partendo proprio dalla mia Regione  che non è ancora molto sfruttata per quello che vale“.  Ecco qui il video dell’intervista: