Buffy 20 anni dopo: 10 motivi per cui la serie tv di Joss Whedon è diventata un cult

Buffy 20 anni dopo, dal femminismo ai temi universali: ecco perché la serie tv creata da Joss Whedon è ancora oggi un cult a tutti gli effetti.


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Buffy 20 anni dopo è cresciuta e comincia a sentire i primi sintomi di vecchiaia, eppure la Cacciatrice se li porta benissimo. Forse perché la serie tv di Joss Whedon è un cult intramontabile, un classico indiscutibile che va guardato e riguardato ogni volta che passa sullo schermo. Eppure agli inizi degli anni ’90 nessuno credette a quel giovane, oggi regista degli ultimi due Avengers, che si presentò con l’idea di una minuta e bionda adolescente che combatteva contro le forze del Male.

Dopo l’insuccesso del film del 1992, Joss Whedon trasportò il suo soggetto in televisione, dando vita, il 10 marzo 1997, a quello che sarebbe diventato uno di quei capolavori amati ancora oggi. Buffy 20 anni dopo è ancora la stessa, e chi è cresciuto in quel periodo e ha visto per la prima volta la serie in Italia, inizia a percepire un senso di grande nostalgia e malinconia. Perché BTVS – acronimo con cui è conosciuto lo show – è diventato un cult senza tempo? Proviamo a spiegarvelo in questi motivi.

 

1. Buffy, emblema del femminismo anche dopo 20 anni

Non chiamatela eroina: Buffy Summers è diventata, nel corso delle sette stagioni prodotte, uno dei simboli della lotta femminista. Capacità a parte, il personaggio interpretato da Sarah Michelle Gellar è stata tra le prime donne protagoniste di una serie tv a non dover necessariamente identificarsi come una ragazza comune alla ricerca del principe azzurro. Buffy lotta per se stessa, ama i suoi amici e la sua famiglia, conosce i suoi valori e li porta avanti con successo.

2. L’abbattimento degli stereotipi

Nella primissima scena del pilot di Buffy, vediamo una ragazza bionda che si intrattiene con un suo coetaneo a scuola: in realtà quella figura così apparentemente indifesa è la letale vampira Darla. Da questa sequenza, il pubblico del 1997 capisce di trovarsi di fronte a qualcosa di completamente diverso per quell’epoca. Partendo dallo stereotipo della “bionda carina e stupida”, Joss Whedon compie un’operazione di totale ribaltamento delle posizioni, rendendo la sua protagonista “bionda, carina e indipendente”. Una novità assoluta che spiazza ma colpisce, e sarà fonte di ispirazione per alcune opere successive. Whedon non a caso ha messo un ironico scambio di battute nel finale della quinta stagione, in cui Buffy elimina un vampiro sotto gli occhi di un giovane esterrefatto: “Come ci riesci? Sei solo una ragazza”, e lei “È quello che dicono tutti.”

3. Ogni stagione, una tematica e un big bad

Joss Whedon realizza una serie in grado di coprire un universo molto ampio. In ogni stagione di Buffy c’è una tematica e un big bad differente. Nella prima, il Maestro e con esso le prime problematiche adolescenziali. La seconda stagione si estende al passato di Angel e mostra il rapporto tra quest’ultimo e Buffy, mettendo in gioco i vampiri Spike e Drusilla. La terza stagione è l’ultimo anno del liceo, nonché l’anno delle scelte con il Sindaco come big bad. Nella quarta stagione si cambia registro con l’inizio del college e l’introduzione delle Intelligenze Artificiali; la quinta esplora il significato dell’essere Cacciatrice e Whedon aumenta il livello di introspettività con il dio Gloria, la “sorella” Dawn e il complicato bilancio tra la vita e la morte. La sesta stagione è un’annata di passaggio; il confine tra vita e morte si fa sottile, e Buffy deve imparare ad amare la sua esistenza e capire di essere parte di qualcosa più ampio. È anche la stagione che apre le porte all’ultimo capitolo. Con la settima stagione le cose cambiano ulteriormente: Buffy si fa peso di qualcosa di più grande, perché dovrà affrontare il Primo, l’essenza stessa del Male.

4. La sperimentazione di generi

Buffy non è solo un teen drama sovrannaturale, ma attinge all’horror, al gotico, più avanti allo splatter, alla commedia, al musical (in occasione dell’episodio Once More With Feeling). Questa sperimentazione di genere rende Buffy 20 anni dopo una delle serie più innovative degli ultimi decenni.

5. L’amore, quello vero

Buffy si è contraddistinto dagli altri teen drama non solo per la sperimentazione di generi, ma per aver introdotto altri tipi di amore nella serie. Dopo aver giocato per anni con l’emblematica scelta della Cacciatrice (Angel o Spike?), decisa poi a restare single, Joss Whedon ha messo in scena più volte l’importanza della famiglia, che trascende spesso dal legame di sangue. Chi conosce l’ideatore della serie sa anche che in Buffy non c’è pace per una coppia. Eppure la bellezza dello show sta nell’aver rappresentato a pieno l’idea di “amore”, come quella forza che uccide, ma dalla quale ci si rialza e si torna a vivere di nuovo.

6. La vita come grande villain

“La cosa più difficile del mondo è viverci.” Indubbiamente le ultime due stagioni di Buffy sono quelle più mature e crude, oggetto anche di censura nel nostro Paese. Dopo essersi sacrificata per salvare, nuovamente, il mondo, la Cacciatrice torna in vita per mezzo di un incantesimo di Willow. La prima cosa che Buffy si chiede è: “È questo l’Inferno?”. I suoi amici, desiderosi di riaverla tra loro, non sapevano che la Cacciatrice era in Paradiso. Riportandola sulla Terra, dove “tutto è così duro e difficile”, non hanno fatto altro che guai: la nuova Buffy resuscitata odia la sua vita perché odia quello che fa. Trascura tutti e sua sorella, finendo in una sbagliata relazione con Spike, che usa come valvola di sfogo. La sesta stagione è un’annata introspettiva e violenta, che non si conclude con Buffy che salva il mondo da una potente strega Willow – che verrà salvata invece da Xander, l’unico “umano” della Scooby Gang. La vittoria della Cacciatrice sarà infatti quella di essersi redenta, apprezzando la vita e il grande gesto dei suoi amici.

7. L’evoluzione di Buffy

Buffy dopo 20 anni resta uno dei personaggi più complessi della televisione, collocandosi insieme a Walter White di Breaking Bad e Donald Draper di Mad Men. Forte fuori, fragile dentro, all’inizio la Cacciatrice non comprende a pieno la sua missione e chiede proprio al suo osservatore Giles di potersi prendere una pausa, perché del resto è solo una ragazza. Nel corso della serie, Buffy evolve e cresce attraverso esperienze che la formano, quali delusioni amorose e la perdita di sua madre. Alla fine dello show la troviamo stanca ma più adulta.

8. La funzione della magia

La magia come fonte di risoluzione per i problemi personali. Cordelia, distrutta dalla fine del suo rapporto con Xander, esprime un desiderio al demone Anyanka e dà vita a un universo in cui Buffy non è mai esistita; Willow, triste per la rottura da Tara, si dà alla magia nera (che diventa come una droga da cui è dipendente) e crea una sorta di tabula rasa. In Buffy, i rapporti interpersonali vengono sviluppati sotto forma magica: gli incantesimi diventano l’ammortizzatore per affrontare le delusioni, talvolta il mezzo per superare un lutto (quando Dawn riporta in vita sua madre, trasformandola in zombie), ma alla fine si giunge alla conclusione che neanche un sortilegio può riparare un cuore infranto.

9. Il caso Willow-Tara

La relazione tra Willow e Tara è stato uno dei casi più discussi. Erano gli anni 2000 e i rapporti omosessuali in televisione arrivavano in punta di piedi, proprio come il legame tra queste due streghe. All’inizio nessuna effusione, è tutto off-screen (proprio come il loro primo rapporto sessuale, che si presume sia avvenuto dopo l’episodio 4×19 Moon Rising), ma il pubblico già sa che sono una coppia. E così anche il bacio tra Willow e Tara giunge inaspettato in televisione e in prima serata, durante un episodio privo di musica e di particolare azione: è Il Corpo, episodio in cui gli Scoobies apprendono della morte di Joyce. La morte di Tara ha poi sollevato un polverone mediatico, destinato a influenzare altre morti di personaggi fittizi e omosessuali – si pensi solo al caso di Lexa di The 100.

10. Un finale che dà speranza

Buffy si chiude in gran stile: Sunnydale distrutta così come la Bocca dell’Inferno. Un finale epico che dà risposte e dona speranza, e ne è la prova il sorriso della protagonista: accennato, felice, rivolto verso l’orizzonte. Buffy Summers sarà sempre una Cacciatrice, ma con altre sue seguaci sparse per il mondo, può finalmente iniziare ad avere una vita normale.