La Porta Rossa ispirata a Ghost e Il Sesto Senso: le origini di un prodotto innovativo tutto italiano

Ne La Porta Rossa c'è un po' di Ghost e un po' de Il Sesto Senso: ecco in che modo la fiction di Rai2 si è ispirata a queste opere cinematografiche.


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“Vedo la gente morta” diceva il piccolo Cole Sear a uno spaventato Dr. Malcolm Crowe ne Il Sesto Senso. Quasi vent’anni dopo, lo scenario è più o meno lo stesso: al posto di Bruce Wills c’è Lino Guanciale ne La Porta Rossa; a differenza del personaggio interpretato dall’attore hollywoodiano, però, il suo commissario Cagliostro è consapevole di essere morto e di poter parlare con un vivo in particolare.

La Porta Rossa è arrivata in punta di piedi in casa Rai, presentandosi timidamente come un prodotto originale, in grado di attingere al poliziesco e al sovrannaturale. Mentre una formula del genere era già vincente Oltreoceano – Il Sesto Senso è solo uno degli esempi più celebri – in Italia questo formato è del tutto nuovo e innovativo. La trama della fiction di Rai2 è semplice, a tratti banale e facilmente discutibile, ma sono gli intrecci a renderla apprezzabile per una rete italiana. Per non parlare delle opere a cui possiamo paragonarla.

“Prima di essere ucciso Sam aveva detto a Molly che l’avrebbe amata e protetta. Per sempre.” Il cast lo aveva già detto nel corso di qualche intervista: La Porta Rossa è una sorta di Ghost all’italiana. Fulcro della trama è senza dubbio la grande storia d’amore. Sam e Leonardo Cagliostro sono due personaggi agli antipodi: il primo è un mite impiegato di banca e il suo rapporto con la fidanzata Molly è tutto rose e fiori. Il secondo è più complicato: la sua unica ossessione è il lavoro e la caccia al malvivente, e questo forse ha portato alla distruzione della sua relazione con la moglie Anna. Entrambi però rifiutano di andare in Paradiso e di oltrepassare quella linea di confine tra vita e morte per poter restare e salvare la persona che amano.

A questo punto, come comunicare con il mondo dei vivi? La Porta Rossa ha in comune con Ghost la medium: all’esuberante Premio Oscar Whoopi Goldberg si sostituisce la giovane ed inesperta Vanessa. La ragazza è l’unica in grado di vedere Cagliostro, con cui rivela un carattere in comune. Dapprima scontrosi, finiscono per instaurare un particolare legame d’amicizia che sarà utile ad entrambi per capirsi meglio: Cagliostro, che non ha mai chiesto aiuto in vita, trovando da solo la morte, è costretto a implorare Vanessa di aiutarlo a comunicare con Anna; Vanessa, invece, grazie alla vicinanza di Cagliostro, capisce di essersi circondata di persone che le hanno solo fatto del male, aprendo finalmente gli occhi su se stessa.

“Non sanno di essere morti, vedono solo quello che vogliono vedere… se si arrabbiano fa freddo.” Il Sesto Senso è un altro esempio lampante associato a La Porta Rossa, in cui la frustrazione del fantasma Cagliostro, impossibilitato a comunicare con la moglie, si sfoga su tutto ciò che lo circonda, in particolare su Vanessa. Il caso del protagonista del film, il dottor Crowe, è però più complesso. Magistralmente, M. Night Shyalaman costruisce una pellicola giocata sul rapporto tra il fantasma e il suo medium, svelando il colpo di scena solo sul finale. Nella fiction non c’è questo pericolo, ma il vero mistero si annida intorno all’omicidio di Cagliostro: lui e Vanessa devono capire chi lo ha ucciso, instaurando un bizzarro e divertente rapporto professionale, vera forza de La Porta Rossa e su cui, lo abbiamo già detto, la fiction di Rai2 deve assolutamente puntare.