Ermal Meta a Sanremo in Vietato Morire per bruciare ogni pronostico sul possibile vincitore. Il messaggio di in bocca al lupo è quello di Fiorello, che gli augura di arrivare ultimo per avere successo. Il cantautore albanese si è distinto per un’interpretazione sincera e toccante di questo brano che ha scritto su un’esperienza personale, riuscendo a ottenere il plauso della critica già dal primo ascolto. Il giovane artista deve però fare i conti con i super favoriti, prima fra tutti una Fiorella Mannoia che è già stata ribattezzata come “signora del Festival”.
Il pezzo che Ermal Meta ha portato a Sanremo è contenuto nel suo ultimo disco di inediti rilasciato il 10 febbraio, intitolato proprio Vietato Morire. Nel cofanetto, che ripropone anche Umano del 2015, brilla il duetto con Elisa in Piccola Anima e la collaborazione con Vicio dei Subsonica.
Approdato in Italia all’età di soli 13 anni, Meta si è affermato come artista e autore giù da diversi anni. La svolta solista è però arrivata solo nel 2016, quando ha deciso di partecipare alla gara Giovani con il brano Odio le favole. A un anno di distanza, per gli indiscussi meriti conseguiti e l’ulteriore gavetta sui palchi altrui, Ermal Meta si riprende la scena con un brano che trasuda dolore per un’infanzia ingiusta ma guarda al futuro con positività.
È con quella voglia di non arrendersi e con quel male che diventa un bene quando serve – per citare la sua Lettera a mio padre – che Ermal Meta ci accompagna in un viaggio introspettivo alla ricerca di una ragione per andare avanti che più e più volte ha individuato nell’amore. Non sono solo parole o arrangiamento: Ermal Meta a Sanremo in Vietato Morire canta con tutto il corpo e tutta l’anima, ci fissa negli occhi per invitarci a reagire e ribellarci alla violenza, sotto qualsiasi forma. Una violenza che non può essere scatenata dal troppo amore: la violenza rimane semplicemente – e in maniera inaccettabile – violenza.