Grey’s Anatomy 13×10 si fa Orange Is The New Black, ma intenso e drammatico: recensione e promo 13×11

L'intenso ritorno di Grey's Anatomy 13x10 dopo la pausa invernale: la recensione della première di metà stagione e il promo dell'episodio 13x11


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Si è fatto un gran parlare della première di metà stagione del medical drama di Shonda Rhimes: Grey’s Anatomy 13×10 è stato in gran parte anticipato sul web da interviste, promo, sneak peek, immagini e una serie di dettagli che hanno certamente affievolito la dimensione dell’imprevedibilità e preparato il pubblico a quasi tutto ciò che avrebbe visto. Quando il battage promozionale si fa così intenso è davvero difficile per un episodio, per quanto atteso visto che arriva dopo la pausa invernale, conquistare il pubblico dalla prima all’ultima scena, perché manca quell’effetto sorpresa che resta necessario per renderlo memorabile.

Grey’s Anatomy 13×10 è decisamente insolita come première: tutto l’episodio si svolge a poche ore di distanza dal finale di metà stagione, ma in una dimensione differente rispetto a quella in cui si stava dipanando la trama orizzontale.

You Can Look (But You’d Better Not Touch) inizia tra una suspence un po’ coatta e un’ironia altrettanto forzata. La prima domanda che ci si pone è perché mai dopo aver trattato in ospedale dei serial killer, aver operato dei terroristi ed aver avuto a che fare con un omicidio di massa dentro le mura dell’allora Seattle Grace, ora le tre dottoresse dovrebbero essere così intimorite da una ragazzina incinta in prigione. Alla vigilia della messa in onda la sensazione era che la sceneggiatura avesse posto troppa enfasi su una trama sostanzialmente poco incisiva. E invece, contro ogni aspettativa, questa première si è rivelata ben scritta, intensa, drammatica e strappalacrime ma non banale, come le migliori puntate di Grey’s.

L’ambientazione in un carcere femminile di massima sicurezza favorisce il paragone con Orange is The New Black e d’altronde Jo lo cita apertamente ricordando le perquisizioni corporali delle detenute. Ed è qui che Grey’s Anatomy introduce un elemento che non raccontava da tempo, la disabilità di Arizona, che torna in primo piano dopo che l’argomento è stato messo da parte per almeno un’intera stagione (forse volutamente accantonato per dimostrare la normalità con cui vive la sua vita una persona con un arto artificiale).

E se all’inizio la ricerca dello humor nero alla OITNB suona un po’ forzata, sin dal primo incontro con la paziente torna a farla da padrone il registro drammatico (quello thriller in stile Il Silenzio degli Innocenti annunciato da Jessica Capshaw, invece, non è pervenuto). L’episodio diventa un viaggio sulle montagne russe dell’emotività di una ragazzina, dagli evidenti problemi psicologici: una bambina diventata criminale, ancora divisa tra la sua rabbia incontenibile e la necessità di avere accanto la mamma mentre è incinta e vicina al parto. Figlia e madre al tempo stesso, questa giovane paziente fa sì che ognuna delle dottoresse si interroghi su come la vita possa metterti alla prova.

Ma l’episodio diventa anche uno squarcio sulla situazione delle carceri, col confronto tra la Bailey e la responsabile dell’ospedale del carcere che mette due mondi a confronto, quello progredito del Grey Sloan e quello medieval della galera, dove pure ci si ritrova a fare lo stesso lavoro, salvare delle vite, ma con potenzialità e risorse completamente differenti.

Grande protagonista dell’episodio è Arizona Robbins: la definizione che ne dà la paziente (“Parla sempre come se caramelle e arcobaleni stessero per uscirle dal culo?“) le calza a pennello e riporta la memoria alla sua prima apparizione in corsia a Seattle sui pattini a rotelle, quando la Bailey deve aver pensato di lei la stessa identica cosa. Da madre a madre, la storia di questa adolescente, curata per la presenza nell’utero di un gemello acardiaco e poi entrata in travaglio, spinge la Robbins a ripensare al suo ruolo di madre, a riflettere sul fatto di non avere la figlia al suo fianco e, chissà, magari la indurrà a portare Sofia a Seattle per qualche tempo nei prossimi episodi.

Quella davvero irriconoscibile è la Bailey: che fine ha fatto la “nazista” badass delle prime stagioni, che qui non riesce a tenere testa ad una ragazzina violenta e si spaventa di fronte ad un dito slogato. Lei che è il capo e dovrebbe dare l’esempio alle colleghe è quella che fatica di più a fare il suo lavoro, mentre Jo (finalmente tornata protagonista dopo settimane in penombra) è portata ad avere una naturale empatia nei confronti di chi ha sofferto e sbagliato come lei, diventando il ponte di collegamento tra la paziente e le dottoresse con la sua sincerità.

L’acme dell’episodio è nella parte relativa al rapporto tra la paziente e sua madre: solitamente in Grey’s Anatomy c’è sempre una conclusione abbastanza consolatoria, che anche quando si affronta la morte o la malattia lascia amarezza nello spettatore ma lo induce a pensare che “doveva andare così”. Invece stavolta non c’è alcuna consolazione. Questa è una storia di abbandono, di incomunicabilità, di riscatto mancato, di solitudini, in cui non c’è speranza e non c’è il lieto fine per quanto riguarda le due protagoniste, madre e figlia. Quello che non manca è la compassione che vince su tutto nel rapporto tra medico e paziente, come in molti altri episodi di Grey’s Anatomy (su tutti, il magistrale Sympathy for the Devil in cui Meredith mostra empatia perfino per un serial killer), un vero marchio di fabbrica per la serie. Grey’s Anatomy 13×10 è anche un episodio sulla forza delle donne (e delle madri), sulla loro resilienza, sulla capacità di non arrendersi anche quando c’è il nulla all’orizzonte. Un episodio sul peccato (da cui nessuno è immune) e sul perdono.

In definitiva, un ottimo episodio anche se non è una classica première invernale, dalla quale ci si aspetta perlomeno un grosso evento legato alla trama orizzontale. Nessun plot twist, nessun passo in avanti: qui la trama della stagione è stata completamente accantonata a favore di un episodio autoconclusivo che si inserisce solo come una parentesi all’interno della storia principale.

L’unico riferimento a quanto sta accadendo parallelamente all’arco temporale in cui le tre dottoresse operano in carcere arriva alla fine, quando la Bailey racconta a Jo e Arizona che Alex si è recato dal procuratore con l’intenzione di patteggiare. La flebile speranza che non si è vista per tutto l’episodio arriva nelle parole di Jo: “Voglio credere che esista qualcosa di buono, che il mondo sia un bel posto. Per una volta voglio vedere felicità e raggi di sole“. Intenzione subito soffocata dalla rivelazione della Bailey. L’episodio si conclude con il sospetto insinuato sulla gravidanza di Jo: quel vomito dopo la notizia dalla decisione di Karev vuol dire qualcosa? Più che un indizio sembra un depistaggio. L’attrice che interpreta Jo è ormai in stato avanzato di gravidanza, perché la stessa possa essere inserita nella sceneggiatura. E a dire il vero la pancia di Camilla Luddington è già abbastanza visibile in quest’episodio sebbene lei non risulti in dolce attesa. Eppure l’escamotage usato è chiaramente quello di indurre il pubblico più sprovveduto a pensare che una gravidanza per Jo sia possibile, per quanto nient’affatto auspicabile nelle condizioni in cui si ritrova il suo personaggio.

Le parole di Camilla Luddington a Yahoo confermano come questo finale con la reazione di Jo rappresenti una speranza per i Jolex: “Quello che posso dirvi è i prossimi tre episodi hanno luogo subito dopo il finale di stagione nelle 72 ore dopo tutto quello che accade. Jo è in un momento complesso con Alex. Ma penso che lei sia ancora follemente, completamente innamorata di lui. La sua reazione al dramma che sta accadendo con lui vuol dire che lei ne è distrutta“.

Nel promo del prossimo episodio Jukebox Hero, quello che svelerà il destino di Alex Karev, tornano al centro della trama anche la fuga di Amelia da Seattle, il confronto tra Webber e la nuova consulente Eliza e i rapporti tra i medici del Grey Sloan.

Richard e gli specializzandi si coalizzano con l’obiettivo di rendere difficile il primo giorno di Eliza al Grey Sloan. Nel frattempo, Meredith cerca di rintracciare Alex.

https://youtu.be/jlTb8LYGQ1I