Perchè il reboot di DOOM ha avuto la meglio su DOOM 4? Ce lo spiega Peter Hines

Svelati i motivi della cancellazione di DOOM 4. L'intervista al vice presidente di Bethesda.

Doom 4

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La cancellazione di un titolo in lavorazione non è mai cosa semplice o scelta da prendere a cuor leggero, a maggior ragione se il nome del gioco in questione è DOOM 4: l’approdo del reboot della serie sul mercato con DOOM non ha di certo eliminato l’amaro in bocca in quel di Bethesda, come dimostrano le parole di Peter Hines, evidenziate nella lunga intervista concessa a Gamesradar.com.

Il motivo principale della brusca inversione della rotta è stata ovviamente la natura stessa del titolo: “Non è che non fosse un buon gioco, è solo che non era DOOM.” – ha affermato Peter Hines, che ha poi continuato – “non siamo felici: sostanzialmente abbiamo annullato un gioco. Abbiamo cancellato una cosa su cui persone avevano investito molto tempo, e su cui erano stati investiti tanti soldi per portare lo sviluppo fino a quel punto, per poi cancellarlo e ricominciare. Siamo una compagnia, abbiamo stipendi da corrispondere e bollette da pagare, quindi non prendiamo queste cose alla leggera”.

Una scelta che comunque sembrerebbe aver ripagato gli ulteriori investimenti, visti i buoni risultati ottenuti in termini di vendite da DOOM, che ha dominato per parecchie settimane le classifiche sia per quanto concerne i negozi fisici che quelli digitali, merito anche del gameplay che si è dimostrato essere “veloce, viscerale e differente, in un modo che, francamente, solo questo genere potrebbe usare”, come ha asserito lo stesso Hines.

Insomma, un intervento coraggioso e di certo non privo di rischi quello operato da Bethesda, che dimostra di come gli sforzi vengano sempre ripagati, e che ha quindi consentito ad un titolo con oltre otto anni di sviluppo sul groppone di vedere finalmente la luce. Per aspera ad astra.