L’ex Tony DiNozzo Michael Weatherly entusiasta di Bull, ma la nostalgia per NCIS si fa sentire

Ottimi risultati per la nuova serie di CBS: così l'ex Tony DiNozzo Michael Weatherly parla di Bull e NCIS

Michael Weatherly parla di Bull e NCIS

INTERAZIONI: 9

L’ex Tony DiNozzo Michael Weatherly può dirsi decisamente soddisfatto del suo azzardo: lasciando il crime più seguito al mondo dopo 13 stagioni ha avuto il coraggio di lanciarsi in una serie nuova di zecca ma restando nell’ambito di un genere simile. E il pubblico lo ha premiato.

Partita con ottimi ascolti e una buona accoglienza da parte della critica, la serie dedicata alla vera storia di Dr. Phil McGraw, esperto psicologo che con la sua agenzia di profilazione si occupava di analizzare e comporre le giurie per i processi ha migliorato progressivamente le sue performance. Dopo i primi episodi il personaggio di Bull è diventato sempre più un enigma per il pubblico: non solo sicuro di sé e vincente sul lavoro, il protagonista ha anche una travagliata vita sentimentale e un’ossessione per la sua professione che lo spinge a non staccare mai la spina.

L’attore ne ha parlato a TVLine, spiegando come sia stato interessante, dopo aver lasciato i panni di Tony DiNozzo, costruire un personaggio più complesso e maturo, ricco di sfaccettature differenti che vengono fuori solo episodio dopo episodio. Ad ispirarlo in questo lavoro è stato anche un genio tutto italiano.

L’idea che ho portato sul set quando stavamo girando il pilot erano l’8 1/2 di Federico Fellini, un film su un uomo che si suppone debba essere al comando, dirigere il suo film e la stessa idea di sé. Ho amato il concetto che Bull ha questa calma, esternamente forte, con gli occhiali e il maglione e la pettinatura, ma sotto sotto è una colata lavica. Nel pilot, era importante che Bull si connettesse con quel giovane ragazzo e diventasse emotivo (…) ci sono state piccole aperture che hanno dato una certa comprensione del personaggio. E poi nel fare la serie, ci siamo focalizzati sulla scoperta del fatto che Bull può essere divertente, ma può essere anche incredibilmente auto-distruttivo. Per me, il meccanismo dell’intera serie è che Bull ha bisogno di trovare la risposta a una domanda che non ha ancora capito. Non è solo che lui è bravo a leggere le persone; ha bisogno di leggere le persone. Ha arruolato queste persone di grande talento per aiutarlo, ma alla fine dei conti tutti vanno a casa e hanno esistenze normali, mentre lui è un personaggio molto più ossessivo. E questo è interessante per me.

La serie ha ottenuto un inaspettato successo di pubblico, piazzandosi ai primi posti tra le più viste del 2016 nonostante abbia debuttato solo a settembre. Non è un caso che dopo soli 3 episodi abbia ottenuto dalla CBS un ordine per una stagione completa. Le ottime premesse di Bull lasciano pensare che sia quasi certo il rinnovo per una seconda stagione.

La gente mi chiede sempre del futuro della serie e io dico: “Beh, guarda, io so che non è un disastro”. Alcune persone pensano: “Va ancora in onda?”. Mentre altri dicono: “Sta andando alla grande!”. C’è un sacco di roba molto soggettivo intorno televisione in questi giorni. La chiave è: “lo spettacolo è buono?” (…) Stiamo ancora costruendo la ricetta. (…) La cosa fondamentale per me è che questo è uno spettacolo sul comportamento umano e sulla volontà di capirlo il più possibile. “Perché la gente vota in un modo o l’altro?” Non potrebbe essere una questione più rilevante da chiedersi, e non si limita a dividere cappelli neri e cappelli bianchi. Ero affascinato dalle elezioni presidenziali e continuo ad esserlo. Stiamo tutti cercando di capire il mondo in cui viviamo, e il mondo, in una parola, lo fanno le persone. Quindi, uno spettacolo che si occupa di capire la gente dovrebbe avere un posto importante.

Nessun rimpianto dunque per la scelta di lasciare la famiglia di NCIS, annunciata all’inizio dello scorso anno e consumata nel finale di NCIS 13 con un romantico addio. La nostalgia per quel cast si fa sentire, ma senza incertezze sulla necessità di lasciarsi il personaggio di Tony DiNozzo alle spalle.

Sai, mi manca quel cameratismo particolare. Mi mancano le persone e sorrisi, le risate. Ma ho fatto tante grosse risate sul set di Bull! Mi sono sentito molto soddisfatto dalla mia esperienza in NCIS (…) è stato un cerchio completo e mi sono sentito pronto ad andare avanti (…) Non ho alcun rimorso o dubbi su ciò che è stato.