Addio a Debbie Reynolds, la madre di Carrie Fisher e star di “Cantando sotto la pioggia”

Stava preparando i funerali della figlia quando è stata colta da ictus Debbie Reynolds. È stata un'icona della Hollywood classica. Dopo molti anni burrascosi, i rapporti con Carrie Fisher erano tornati sereni. Fino al triste epilogo.

Addio a Debbie Reynolds, la madre di Carrie Fisher

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Il mondo del cinema dice addio a Debbie Reynolds, la madre di Carrie Fisher. Il suo cuore non ha retto. La morte della figlia Carrie Fisher, la principessa Leila di Star Wars, appena quarantotto ore fa, è stato un dolore troppo intenso per l’ottantaquattrenne attrice di Hollywood, che si trovava a casa del figlio Todd quando è stata colta da un ictus. Trasportata d’urgenza al Cedars-Sinai Medical Center di Los Angeles, le sue condizioni sono apparse subito molto gravi e non c’è stato nulla da fare. “Voleva stare insieme a Carrie”, ha commentato a caldo il figlio Todd, insieme al quale Debbie Reynolds stava preparando i funerali della figlia.

Sul suo profilo twitter Debbie Reynolds si presentava così: “Ho fatto un sacco di film nei passati sessant’anni. I miei due figli sono la luce della mia vita. Sono stata sposata qualche volta, forse ne avete sentito parlare“. Ovviamente scherzava, perché ne avevano sentito parlare tutti: il primo matrimonio dell’attrice con il cantante Eddie Fisher fu uno dei grandi scandali dell’Hollywood degli anni Cinquanta, dato che il marito la lasciò all’improvviso per sposare Elizabeth Taylor. Un trauma che è all’origine di molte delle difficoltà della figlia Carrie Fisher, la quale ha avuto per lunghi anni rapporti assai burrascosi con la madre, trasposti nel suo romanzo del 1987 Cartoline dall’inferno, diventato anche un film di Mike Nichols del 1990, con Meryl Streep nei panni d’una figlia che ricordava assai Carrie Fisher.

Non ebbe molta fortuna coi matrimoni, Debbie Reynolds: dopo Eddie Fisher fu la volta del magnate dell’industria delle calzature Harry Karl, dal quale divorziò dopo che lui aveva perduto il patrimonio di entrambi al gioco d’azzardo; e poi fu la volta di Richard Hamlett, dal quale si separò nel 1996.

Le vicende personali non possono oscurare la carriera di Debbie Reynolds, che negli anni Cinquanta divenne in brevissimo tempo una star di Hollywood. Era nata il primo aprile del 1932 a El Paso: a sedici anni aveva vinto un concorso di bellezza e fu messa subito sotto contratto dalla MGM, conquistata dalla sua aria sbarazzina, ideale per il ruolo di ragazze vivaci e brillanti. Aveva già delle buoni doti canore e quando Gene Kelly la scelse per Cantando sotto la pioggia nel 1952, Debbie Reynolds seppe trasformarsi anche in una ballerina. Il film diretto da Kelly e Stanley Donen è un capolavoro del musical della Hollywood classica, con numeri di danza passati alla storia. E Debbie Reynolds è indimenticabile in un’interpretazione che rappresenta la quintessenza del suo stile, un misto di ingenuità e temperamento, dolcezza e caparbietà. Un ruolo che finì più o meno per ripetere in molti film (Susanna ha dormito qui, Il fidanzato di tutte, Tammy fiore selvaggio), che riuscì quasi sempre a illuminare con la sua grazia contagiosa e la sua esuberanza. Poi ci furono anche parti più serie, come in Ragazzi di provincia (1960) di Robert Mulligan o La conquista del West (1962) di John Ford e Henry Hataway. Nel 1964 ricevette anche una nomination all’Oscar per il musical Voglio essere amata in un letto d’ottone di Charles Walters, un ruolo che aveva interpretato già a Broadway.

Al cinema aveva progressivamente diradato la sua presenza, lasciando però ancora il segno nel drammatico Tra cielo e terra (1993) di Oliver Stone e in divertenti commedie perfettamente adatte alle sue corde, come In & Out (1997), accanto a Kevin Kline. Numerose le sue apparizioni in serie televisive, la più importante quella in Will & Grace, per il quale ottenne una nomination all’Emmy nel 2000, e nel film tv Dietro i candelabri (2013) di Steven Soderbergh. Nel 2015 aveva ricevuto anche il premio alla carriera dello Screen Actors Guild, il sindacato degli attori americani. Meno nota al grande pubblico è stata la sua inesausta battaglia per salvare la memoria della vecchia Hollywood: aveva accumulato un’incredibile collezione di oggetti e memorabilia, dal vestito di Marilyn Monroe di Quando la moglie è in vacanza alla bombetta di Charlie Chaplin, lottando a lungo per fare in modo che questo patrimonio venisse esposto in un museo.

Fortunatamente, prima dell’addio di madre e figlia, Debbie Reynolds e Carrie Fisher s’erano riavvicinate, comparendo insieme alla prima di Star Wars e anche all’Oprah Winfrey Show. E Carrie Fisher, dopo il tagliente Cartoline dall’inferno, nel suo più recente spettacolo Whishful Drinking, misto di confessione e cabaret, era riuscita a ricordare con note più ironiche e pacificate i complessi trascorsi della sua vita e il rapporto con la madre. Fino al triste epilogo di questa commovente doppia morte a sole quarantotto ore di distanza, segno evidente del loro fortissimo legame. Sul quale, già annunciato, c’è un documentario, Bright Lights: Starring Carrie Fisher and Debbie Reynolds, che verrà trasmesso il prossimo marzo dalla Hbo.

https://youtu.be/kzjgp2XebwE