Trump è il 45mo Presidente degli Stati Uniti d’America. L’America ha parlato ed ha scelto Trump a dispetto della Clinton che non sarà la prima donna a prendere possesso dello Studio Ovale. La vittoria di Trump è la vittoria dell’antipartitismo, la sconfitta delle classi dirigenti tradizionali, l’apoteosi di una vecchia regola del populismo: risposte semplici a problemi complessi: “Come impedire l’arrivo di nuovi migranti?” Alzando un muro sulla frontiera tra Stati Uniti e Messico, promette Trump. “Come risolvere il problema degli immigrati clandestini?” Rispedendoli a casa, urla Trump. “Come difendere la sicurezza personale e nazionale?” Impedendo l’ingresso dei mussulmani e permettendo ai cittadini di aver sempre un’arma a portata di mano, sempre Trump. Demagogia allo stato puro che però ha parlato alla pancia del paese, ed ha convinto la maggioranza degli americani ad affidarsi ad un imprenditore di successo che però non ha mai neanche amministrato un condominio avendo però costruito l’omonimo grattacielo nel cuore di Manhattan.
Sarà il tempo a decretare l’esito per gli USA ed il Mondo della presidenza Trump ma un dato è certo: l’America ha voluto voltare pagina. Ha detto no alla Clinton che neanche il suo vero cognome ha messo sulla scheda, che da Segretario di Stato ha innescato il disastro mediorientale, che le aveva già buscate da Obama nelle Primarie del 2008. L’America Ha detto no ad Obama e Michelle ( che molti già pronosticano prossima candidata alla presidenza) coppia glam ma i cui risultati in politica interna (Obamacare, Sicurezza) ed estera sono mediocri nonostante un immotivato Premio Nobel per la Pace. L’America ha detto no alla pletora radical chic di artisti come Lady Gaga e Madonna che ha promesso sesso orale in cambio del voto alla Clinton. L’America ha detto no ai sondaggi buoni solo per incartare il pesce, ed a media schierati come il New York Times che ancora la mattina scorsa davano alla sconfitta l’ottanta per cento di possibilità di vittoria. L’America ha detto no alla retorica insopportabile di avere la prima donna, dopo il primo presidente afroamericano, alla Casa Bianca. La Clinton è stata bocciata dagli elettori per mille buone ragioni ma non per il fatto di esser donna.
Trump ha capito meglio di tutti l’America ed ha saputo trasformarne le paure degli elettori in una voglia di cambiamento facendo leva sulla sua storia personale. Gli americani gli hanno creduto e dato fiducia. E questa lezione dovrebbe servire a tutti coloro che si illudono di guidare un paese basandosi sui sondaggi, sulle tendenze social, sulla fotogenicità ed il taglio dei vestiti. In democrazia l’urna è sacra. Chi prende i voti merita sempre rispetto e Trump ne ha presi più di tutti i repubblicani, nonostante i leader del partito non volessero candidarlo, nella storia delle Primarie. I sondaggi lo davano testa a testa nel voto popolare eppure in pochi credevano alle sue possibilità di vittoria accecati da una narrazione mediatica distorta e faziosa della competizione alla quale hanno contributo anche molti giornalisti italiani apertamente impegnati a sostenere l’elezione della Clinton ed a denigrare Trump piuttosto che attraversare l’America per raccontare questa pagina storica.