350 iPhone 7 in regalo da Apple su WhatsApp per celebrare il lancio: cosa fare con il messaggio


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Hai ricevuto anche tu il messaggio su WhatsApp relativo a 350 nuovi iPhone 7 in regalo da Apple? Decine e decine di melafonini sarebbero i protagonisti di uno pseudo-concorso di Cupertino, in onore del lancio commerciale dello smartphone avvenuto lo scorso venerdì 16 settembre in Italia. Tutto vero o siamo di fronte all’ennesima truffa/bufala?

Non è la prima volta che annunci di questo tipo corrono repentinamente su WhatsApp, di certo l’applicazione di messaggistica più utilizzata al momento. E dopo il buono H&M e quello di Ikea di soli pochi giorni fa, tocca ora al prodotto del desiderio hi-tech per antonomasia passare per l’ennesima truffa. Perché in effetti non si tratta di altro se non di questo.

Come al solito, il messaggio, copiato ed incollato all’indirizzo dei nostri contatti, invita a visitare un link dove la Apple starebbe regalando proprio un iPhone 7. Sarebbe pur facile riconoscere la truffa con un po’ di attenzione se, nel frattempo, la smania di partecipare al concorso per i pochi esemplari ancora disponibili, non spingesse i più a cliccare sul link indicato. In effetti, già il mancato riferimento ad una variante specifica del melafonino dovrebbe mettere in allarme chiunque: tanto più, il collegamento esterno è chiaramente non ufficiale perché non del sito Apple ma di un certo Livepromo.net.

Collegandosi al link che promette su WhatsApp in regalo un iPhone 7, altro non succederà che giungere in una pagina dove verrà proposto di riempire un form di contatto, chiaro tentativo di raccogliere dati sensibili e di iscrivere il numero telefonico a servizi a pagamento non richiesti.

Cosa fare se si è caduti nella trappola dei 350 iPhone 7 in regalo su WhatsApp? Meglio non collegarsi al link presente nel messaggio ricevuto, ma se oramai è troppo tardi, non compilare il form proposto. Ancora, se anche questo step è andato, contattare subito il proprio operatore telefonico per verificare eventuali servizi a pagamento a proprio carico attivati senza il proprio consenso.