A Venezia 2016 la leggerezza di Piuma col tocco di Francesca Michielin (recensione)

Alla Mostra del Cinema di Venezia ha debuttato 'Piuma' di Roan Johnson, una spensierata commedia giovanile con la colonna sonora di Francesca Michielin

Piuma, recensione

INTERAZIONI: 78

Alla Mostra del Cinema di Venezia è arrivato Piuma, terzo film di Roan Johnson, girato in italiano con la partecipazione di Francesca Michielin alla colonna sonora.

La pellicola racconta la storia di Ferro (Luigi Fedele) e Cate (Blu Yoshimi), due diciottenni innamorati, alle prese con la maturità e le scelte per il futuro. Una gravidanza inattesa rimescola le carte e li costringe a confrontarsi con una realtà a loro ancora sconosciuta: le famiglie di entrambi, quella accogliente e apparentemente perfetta di Ferro contro quella fuori dagli schemi di Blu. A questo si aggiungono gli esami di maturità, le vacanze post liceo con gli amici (che capiscono la situazione di Ferro e Cate, ma sono convinti a partire ugualmente), il lavoro che non c’è e scarseggia. Per i due giovani saranno nove mesi intensi, fatti di tentennamenti, crisi, speranze e voglia di cambiare, in cui cercheranno di non perdere per strada la purezza del loro amore. E sì, sceglieranno anche il nome per la loro bambina.

Piuma ha fatto un po’ discutere  al suo debutto alla Mostra del Cinema di Venezia. Durante la prima proiezione, il film è stato accolto con fischi di disappunto. Alla seconda proiezione, applausi e risate. A chi dar retta? Roan Johnson affronta in maniera leggera, come una Piuma appunto, il tema della maternità, dell’essere genitori e della maturità, con due giovani interpreti che se la cavano abbastanza bene sullo schermo. C’è una sorta di ingenuità (ma in senso buono) nel personaggio di Ferro: tipico ragazzino romano, un po’ cool, ma l’apparenza spesso inganna e infatti lui decide di prende seriamente la sua voglia di diventare padre e accudire la bambina con Cate. La ragazza, al contrario, è già una donna matura. È lei a prendersi cura della sua famiglia disastrata, del padre fannullone, sempre col sorriso e con il senso di responsabilità.

Piuma mescola una buona dose di ironia e spensieratezza (forse per questo è stato criticato) senza dimenticare la giusta riflessione su dei temi così importanti. La paperella di gomma gialla, che si vede galleggiare all’inizio della pellicola insieme a centinaia di sue simili, è infatti il simbolo di Piuma: “è nata per stare in una vasca, può invece solcare gli oceani di tutto il mondo”, ha spiegato il regista Johnson.

A dare quel pizzico di leggerezza ci pensa la delicata voce di Francesca Michielin, che era presente anche lei durante la conferenza stampa del film.

Alla cantante è stato chiesto come fosse nata l’idea del brano “Almeno tu” (che viene ascoltata nei titoli di coda), contenuto nel suo album “Di20are”, e la Michielin ha così risposto: “Inizialmente mi era stato detto di creare una canzone ad hoc e avevo iniziato a scriverla dopo aver visto il film. Invece ho sentito che ‘Almeno tu’ era perfetta per questo: all’inizio del film non si sente mai la frase ‘Ti amo’, e nemmeno nel mio pezzo. Però a volte sono più forti altri tipi di frasi e di altre cose”. La Michielin ha infine sottolineato come sia nella pellicola che nella sua canzone emerga la volontà di prendersi sempre cura di qualcuno anche davanti le difficoltà.