Terremoto. Dolore per vittime. Rabbia per mancato allarme

Non è scattato nessun allarme prima del terremoto che ha devastato l'Italia Centrale. Si riapre la polemica dolorosa sulla prevedibilità del sisma. La scienza faccia un onesto esame di coscienza e risponda alle domande dei cittadini. Si può prevedere una tempesta, perché non un terremoto? E se non si può prevedere allora meglio spendere i soldi per metter in sicurezza gli edifici piuttosto che per apparati di ricerca inutili.

Terremoto e scienza

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Ancora un devastante terremoto colpisce l’Italia. Un terremoto violento ha distrutto numerosi paesi della fascia appenninica centrale provocando morti, feriti e devastazioni. La macchina dei soccorsi è in funzione per portare aiuto alle popolazioni colpite dal terremoto mentre da tutta Italia e dal resto del mondo si moltiplicano le manifestazioni di solidarietà. L’Italia è una terra ad alto pericolo sismico, martoriata da terremoti devastanti: Messina, Casamicciola, Belice, Friuli, Campania e Basilicata, Umbria, L’Aquila. I terremoti hanno determinato una geografia del terrore che continua a sanguinare ogni volta che la terra riprende a tremare.

Di fronte alla potenza della natura, l’uomo è piccola cosa. Un fuscello in balia di forze naturali incontrollabili ma forse non del tutto imprevedibili. Questo terremoto in Italia Centrale è stato folgorante. Nulla lasciava presagire questo evento come invece era avvenuto nel caso de L’Aquila al punto che in primo grado gli esperti della Commissione Grandi Rischi erano stati condannati per non aver avvisato la popolazione del pericolo incombente. Il secondo grado del processo ha poi praticamente cancellato del tutto le responsabilità degli scienziati. Perché, mi chiedo da profano, è possibile prevedere una tempesta e non un terremoto? In fondo si tratta in ogni caso di due eventi naturali

La questione però resta aperta: il terremoto si può prevedere? La scienza è divisa ed i “sintomi” da interpretare per la diagnosi sono complessi ed ambigui. Ma di certo di fronte a questa catastrofe abbiamo il pieno diritto di chiederci se i tanti soldi pubblici spesi per ricerche, strutture di monitoraggio e ricercatori siano davvero ben spesi. Se il terremoto non si può prevedere tanto vale mandare a casa tutti i “terremotologi” e destinare le risorse a potenziare ulteriormente la Protezione Civile e gli interventi di messa in sicura di edifici pubblici e privati in previsione di scosse future altamente probabili in un paese sismico come l’Italia.

Se il terremoto invece si può prevedere, come è stato possibile che nessuno scienziato, nessuno strumento abbiano rilevato il terribile pericolo che incombeva sulla popolazione dell’Italia Centrale? Nell’ora del dolore e dell’aiuto alle comunità vittime del terremoto è giusto che la scienza faccia un profondo esame di coscienza e risponda alle domande di tutti gli italiani colpiti dolorosamente prima o poi da un sisma.