Alessandro Borghi a Giffoni Film Festival 2016 “L’essenza del mestiere d’attore è la libertà”

Ospite della prima giornata del Giffoni Film Festival uno dei più talentuosi attori del nuovo cinema italiano, protagonista di "Non essere cattivo" e "Suburra".

Giffoni Film festival arriva Alessandro Borghi

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Alessandro Borghi è uno dei nostri più talentuosi attori emergenti, protagonista in quest’ultima stagione di due ruoli tra i più belli del cinema italiano recente: il borgataro in cerca di redenzione di Non essere cattivo, film testamento di Claudio Caligari e il giovane boss Numero 8 di Suburra, la dura storia di crimine di Stefano Sollima che fotografa una Roma sull’orlo di un’apocalisse.

È ricca di aneddoti la bella conversazione che Alessandro Borghi ha avuto con i ragazzi del Giffoni Film Festival, orchestrata da Gianmaria Tammaro, a partire dal legame fortissimo sul set di Non essere cattivo che si è creato con Luca Marinelli. “È stata una storia curiosa: nel film precedente, Suburra, avevamo fatto il provino per lo stesso ruolo, che alla fine ho avuto io. Perciò temevo, arrivati sul set di Non essere cattivo, che potesse essere un po’ irritato per questa cosa. E invece si è creato un rapporto molto intenso, al punto che quando è finito il film e lui è tornato a Berlino mi è rimasto un senso di vuoto fortissimo”.

Ma col cinema è sempre così, dice Alessandro, anche in rapporto ai personaggi: “Facendo Suburra ho capito cosa intendono gli attori americani quando parlano di immedesimazione. Si crea un legame che quando finisce il film ti manca, anche se il personaggio che interpreti è un cattivo come Numero 8”.

Altro legame intenso quello con Claudio Caligari che, ricordiamolo, morì subito dopo la fine delle riprese: “Ho capito cos’è il cinema lavorando con lui, la sua dedizione totale al cinema. E facendo film così inevitabilmente alzi l’asticella, aumenti le pretese perché hai l’ambizione di poterti riavvicinare a quella verità. Perché come diceva Caligari, bisogna non fare, ma essere”.

C’è anche spazio per una riflessione sulle differenze tra cinema e tv di Alessandro Borghi, che ha frequentato entrambi, avendo recitato in diverse serie televisive, da Distretto di Polizia 6 a RIS 5 passando per Squadra Narcotici e Romanzo Criminale 2. “C’è una differeza enorme: la fiction tv è pensata per un pubblico generalista, e questo inevitabilmentre ti porta ad autocensurarti a essere meno libero. E l’essenza del mestiere d’attore è la libertà. Questo non vuol dire che l’esperienza della tv non sia fondamentale. È solo molto diversa”.

Finale all’insegna dell’ironia nell’intervista di OM, che gli ha chiesto cosa guardava in tv da bambino: “Un sacco di cartoni animati. Su tutti KenShiro, il protagionista di Ken il Guerriero. Forse vuol dire che ero destinato a essere un delinquente!”.