It follows: al cinema l’horror intimista sull’adolescenza diventato un cult movie

Il giovane regista David Robert Mitchell firma uno dei film dell’orrore più apprezzati degli ultimi anni. Una misteriosa maledizione si trasmette ai ragazzi attraverso i rapporti sessuali. Chi viene infettato subisce l’attacco di creature enigmatiche. Un racconto senza effetti splatter, che si fa metafora della condizione di insicurezza dell’adolescenza.

It follows il film horror diventato un cult movie

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It follows arriva al cinema con due anni di ritardo, dopo l’anteprima alla Settimana della critica di Cannes 2014 e un lusinghiero passaparola in rete. Il giovane regista David Robert Mitchell aveva firmato The Myth of the American Sleepover (2010), delicata storia adolescenziale con cui It follows ha elementi in comune, soltanto virati in cadenze horror.

Rispetto al film precedente è la stessa l’ambientazione, quei tranquilli sobborghi di Detroit fatti di villette che, in una progressiva esasperazione gotica, mostrano il loro lato oscuro. E sono identici i protagonisti, tutti adolescenti ritratti in un mondo dal quale gli adulti, genitori, insegnanti, sembrano inspiegabilmente scomparsi.

Riappaiono solo sotto forma di minaccia: degli esseri torpidi e inquietanti, che aggrediscono solo i ragazzi che hanno subito un misterioso contagio trasmesso per via sessuale. Com’è accaduto a Jay (Maika Monroe), che dopo aver perso la verginità con l’apparentemente premuroso Hugh viene cloroformizzata e si risveglia legata a una sedia. Il ragazzo a malincuore le spiega di averla infettata per liberarsi del male che gli era stato trasmesso. Un male che si manifesta nella forma di enigmatiche presenze dall’aria abulica ma aggressiva che hanno le fattezze familiari di genitori e amici.

La vita di Jay diventa un incubo: dietro qualunque figura appaia all’orizzonte potrebbe annidarsi il pericolo mortale, che solo lei, poiché contagiata, riesce a vedere. In più le si pone un dilemma morale, ossia se infettare o meno qualche malcapitato per salvarsi la vita.

It follows è ricco di riferimenti, dall’horror di John Carpenter (Halloween, Fog) alle creature esemplate sugli zombi di Romero e L’invasione degli ultracorpi di Don Siegel. Ma in quei film la minaccia rimandava a una riflessione di ordine socio-politico (la società dei consumi per Romero, la paranoia da Guerra fredda in Siegel), mentre It follows è un racconto tutto interno alle inquietudini di quello stadio della vita sfuggente e indefinito che è l’adolescenza.

Le creature non posseggono caratteristiche precise (possono essere vecchi o giovani, donne e uomini, nudi o vestiti) perché, in quanto materializzazione delle angosce dei ragazzi, ne ripetono l’indeterminatezza di ansie generalizzate e indistinte. Anche per questo, in quanto proiezione di insicurezze che riguardano l’identità personale e l’immagine sociale degli adolescenti, il pericolo si canalizza attraverso la sfera sessuale.

It follows è un intelligente horror intimista senza accenti splatter, giocato su atmosfere e sentimenti di giovanissimi costretti nella latitanza degli adulti a difendersi da soli. Il film rispetta i codici del genere (basti pensare all’uso del sonoro) ma ne forza i confini e intercetta suggestioni – la periferia da incubo di Lynch e quella che si fa teatro dei drammi dell’americano medio nelle foto scenografiche di Gregory Crewdson; l’adolescenza amorfa e indefinibile di Paranoid Park ed Elephant di Gus Van Sant – che consentono a Mitchell di comporre una radiografia suggestiva di una fase di mezzo dell’esistenza, in cui si mescolano pulsioni, sfiducia e incertezza. It follows è una sorpresa nella pigra programmazione estiva, da un autore di cui ora si attende con curiosità l’annunciato noir Under the Silver Lake.

https://youtu.be/f92P688jx9U