L’assolo finale di David Gilmour in Comfortably numb infiamma il Circo Massimo di Roma (video)

La chitarra e la voce di David Gilmour incantano il Circo Massimo di Roma: i momenti più belli del concerto nella capitale.

David Gilmour

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Luci e colori per una serata che è destinata a rimanere nella storia. David Gilmour ci offre gli ultimi stralci di quello che è stato un gruppo leggenda nel panorama rock internazionale. I Pink Floyd suonano ancora al Circo Massimo di Roma,  nella persona del loro più influente chitarrista, di fronte a un pubblico adorante già dalle prime note.

Il palco è allestito come quelli di una volta, con lo schermo circolare alle spalle dell’artista che inizia immediatamente lo spettacolo con i tre inediti tratti dal suo ultimo album da solista, Rattle The Lock. Un inizio in grande stile, per David Gilmour, che non poteva continuare senza un grande classico dei Pink Floyd. Wish you were here è il primo brano tratto dal repertorio della band, che sembra essere ancora unita sul palco.

Lo spettacolo procede con un equilibrio studiato nei minimi dettagli. David Gilmour alterna brani del suo repertorio da solista a quelli tratti dall’enciclopedia discografica dei Pink Floyd. Nella ricca scaletta di Gilmour al Circo Massimo, non mancano brani da The Division Bell e A Momentary Lapse of Reason, entrambi legati alla sua leadership, acquisita a seguito della separazione consensuale da Roger Waters.

David Gilmour conosce bene il pubblico e quello che la folla richiede e così, a ridosso della fine della prima parte, regala una versione da brividi di Dark Side Of The Moon. L’intero show sembra librarsi su una sottile ricerca dello stile su ogni nota emessa, caratteristica sulla quale si è sempre basata la forza dei Pink Floyd.

Alla finezza di The Blue, la folla preferisce il ritmo di Money e la morbidezza di Us and Them. Nella composizione della sua band, Gilmour cerca di ricucire le escoriazioni causate dalla rottura della band che, talvolta, riesce a mettere in atto con alcuni suoi vecchi compagni di avventura. David Gilmour ha rinunciato per sempre a essere un musicista per diventare una leggenda, una scelta che risuona nel finale con Run Like Hell, Time e Comfortably numb.