Arya si rigenera come Wolverine in Game of Thrones 6×08: Diario di un Lettore Disperato, giorno 8

La recensione del Lettore Disperato dell'episodio 6x08 "No One" di Game of Thrones, andato in onda lunedì 13 giugno in Italia

Arya si rigenera come Wolverine in Game of Thrones 6x08: Diario di un Lettore Disperato, giorno 8

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Il Lettore Disperato, stranamente per lui, si appresta alla visione dell’episodio 6×08 “No One” di Game of Thrones con un entusiasmo inusuale. Vuoi per il fatto che la serie ci ha regalato, dopo la morte di Hodor dell’episodio 6×05, due episodi piuttosto blandi, vuoi per il fatto che il Lettore Disperato si sente decisamente esaltato dalle varie teorie del complotto nate nell’ultima settimana, da Arya Stark e la doppia personalità al ritorno di Lady Stoneheart.

Il Lettore Disperato non sa ancora di starla per prendere violentemente in saccoccia.

L’episodio batte già un record: i primi minuti sono completamente inutili, perché del nuovo discorso della falsa Cersei non ce ne frega una beneamata. Ed ecco che arriva anche la prima delusione: quella ferita, che si fa medicare da Lady Crane e che le fa lezioni di geografia non richieste è la vera Arya Stark. Niente Jaqen H’ghar dunque, niente punizione per l’Orfana, niente di niente. Prima teoria già andata in fumo, puff.

Quattro garzoncelli che si raccontano zozzerie sono l’ultima aggiunta di Game of Thrones alla lista dei personaggi buttati lì per caso che non si capisce chi diamine siano. Ah già, è vero, sono la brutta versione della Fratellanza Senza Vessilli, e come prevedibile il Mastino arriva dopo due nanosecondi a cercare vendetta con un’ascia. Una testa mozzata, qualche sbudellamento e addio alla svolta pacifista di Sandor Clegane.

Alla Fiera dell’Artigianato nel padiglione “Paesi del mondo” a Meereen Varys e Tyrion, tanto per cambiare, si aggirano senza una meta dicendo cose senza senso. Varys sta per partire per Westeros, forse perché anche lui si è rotto delle lamentele del Lettore Disperato che lo vorrebbe lì, alla corte di Approdo del Re, e non a Essos a fare il compagnone. Bravo Varys, riporta l’ordine in questa matassa informe di eventi. Provaci, almeno.

Cersei è tornata a fare quello che le viene meglio: l’avvinazzata. A interrompere il suo tranquillo pomeriggio alcolico ci pensa il caro cugino Lancel, uno dei pochi prodotti quantomeno simile a quello dei libri, una specie protetta per il Lettore Disperato. A Cersei invece è un attimo che sale il Diego Abatantuono e con la viulenza il suo zombie dà una bella lezione ai timorati dei sette dei.

Ma La Montagna, Ser Robert Strong, non doveva servirle per un processo…? Non è un attimino contro la legge uccidere la gente aggratis, pure se sei Cersei Lannister? Così eh, giusto per dire.

Brienne è finalmente arrivata a Delta delle Acque. Che splendida notizia per il Lettore Disperato, che aspettava questo momento da tanto. Troppo. E poi vabbè, Bronn e i suoi discorsi da astrofisico devono sempre rovinare tutto. Glissiamo che sapete già che il Lettore Disperato non sopporta Bronn. Glissiamo che è meglio.

Jaime e Brienne stanno interagendo pacificamente. Manca solo una cosa a questo dolce quadretto: Lady Stoneheart. Ai due lì non sembra fregare niente dei crucci del Lettore Disperato, e continuano con le cortesie medievali: hai la mia parola, sei un uomo d’onore, le truppe qui, le truppe lì, ti ridò la spada, no tienila pure tesorino. E che due Ferrero Rocher, eh.

Il Pesce Nero non ha alcuna intenzione di accettare la lettera di Sansa dalla postina di Maria de Filippi da Brienne. Non gliene frega niente di Barry White in sottofondo e del pubblico: lui la busta non la vuole aprire. Il Lettore Disperato si complimenta con lui per non essere caduto nella trappola di D&D: Sansa non dovrebbe essere al Nord e Brienne non dovrebbe parlare con lui.

E niente, alla fine almeno la lettera la legge. Ma l’epilogo è comunque quello: Maria, chiudi la busta, non ne voglio sapere dei Bolton e di Grande Inverno, non sono pronto. E meno male, almeno questo.

Il caro re Tommen ha qualcosa da dire: niente più processi per singolar tenzone, tiè mammina. Il Lettore Disperato non ce la fa a guardare queste cose. Gli manca il Tommen deficiente con i gattini, tantissimo. Gli manca il Kevan Lannister che vuole bene a sua nipote. Gli manca la Approdo del Re del libro dice, mentre infila il naso nelle pagine de La Danza dei Draghi, ché l’effetto è quello rassicurante della copertina di Linus.

Tyrion, Verme Grigio e Missandei sono i protagonisti della festa più triste del mondo. Tremendo. Il livello di disagio, tra Missandei ubriaca come una ragazzina delle medie col Bacardi Breezer e le barzellette di Geronimo Stilton, è talmente alto che il Lettore Disperato arriva addirittura a rimpiangere la mancanza delle scene con Penny e Carina Porcellina. Pensate un po’.

Il Lettore Disperato sa già dove sta per andare a parare la conversazione tra Edmure Tully e Jaime Lannister. Jaime gli offrirà un accordo: se accetterà, in quanto legittimo Lord di Delta delle Acque, di consegnare il castello ai Lannister e ai Frey, a lui, sua moglie e suo figlio verrà dato il permesso di fare i prigionieri di lusso a Castel Granito. Se rifiuterà tutti nel castello moriranno e il figlio di Edmure, una volta nato, gli verrà recapitato commenacatapulta.

Ci hai sperato eh, caro Lettore Disperato. Ci hai sperato di grosso, almeno in Jaime: sapevi già che Edmure avrebbe fatto lo sterco, ma non vedevi l’ora di vedere il Jaime adulto, finalmente staccato da sua sorella, un Lannister forte e responsabile. E invece no, porca vacca, in Game of Thrones Jaime torna ad avere la personalità di uno scaldabagno, minacciando di uccidere tutti i Tully perché lui “ama Cersei”. Il Lettore Disperato non ce la fa. Ha bisogno di un attimo per stare in lutto.

Magra consolazione: la parte del figlio e della catapulta è rimasta intatta.

Toc toc, chi è? Sono Edmure, dice quello sotto le mura di Delta delle Acque. Vabbè dai, si dice il Lettore Disperato, pure se Jaime si è rivelato una sòla perlomeno Edmure sta facendo la cosa giusta. Sta entrando nel castello per arrendersi, ma aspetterà un attimo per permettere a suo zio Brynden di fuggire. Vero? Vero…?

No, vero un cavolo. Dopo l’ennesima inutile dimostrazione di che uomo tutto d’un pezzo sia il Pesce Nero, ci viene detto che “è morto, eh che peccato”. No no no no. Stiamo calmi. In che senso “è morto”, così, senza nemmeno un pezzettino di combattimento? Nemmeno un attimino? “Scusate cari spettatori di Game of Thrones, ma i soldi servivano per la 6×09 e allora abbiamo occupato il tempo della morte di Brynden Tully con le barzellette di Tyrion“. Che amarezza, seriamente.

A Meereen i Padroni sono tornati a prendersi quel che spetta loro. O magari a cacciare Tyrion, ché anche loro sono dei Lettori Disperati, chi può dirlo. Ecco dove è finito il budget per la morte di Brynden: devoluto ai bombardamenti alla Piramide!

I tre dell’Ave Maria sono nel panico, ché non hanno idea di come fronteggiare l’attacco. Ed ecco che arriva lei, Daenerys Targaryen Nata dal Fanservice, Regina di Game of Thrones, Distruttrice di Storyline, lei che come un deus ex machina ha inspiegabilmente trovato senza problemi la strada per Meereen ed è arrivata a corte, magari accompagnata dai suoi ottocento milioni di uomini-cavallo che la aspettano di sotto, senza farsi fare neanche un graffio dai Padroni che la cercano manco fosse un ricercato della CIA. La logica, questa sconosciuta.

Le allegre scorribande del Mastino continuano ad ammorbare la puntata. Ma questa volta per il Lettore Disperato c’è in serbo una pugnalata dritta al cuore, dolorosa come poche cose al mondo: quello davanti a Lem e agli altri impiccati è Beric Dondarrion. Beric Dondarrion, quello che ha dato la vita per resuscitare Catelyn Stark e trasformarla in Lady Stoneheart. Se lui vive, lei non esiste. Il Lettore Disperato ci credeva davvero stavolta, era convinto che sarebbe apparsa, ne era certo. E ora ha un desiderio di vendetta contro gli showrunner di Game of Thrones e i loro indizi che Mastino levate proprio.

Vai con altri minuti sprecati su come uccidere quei tre scemi. No, l’ascia no, non è corretto, meglio impiccarli; eh ma poi come soffrono, dov’è la sofferenza? Che noia però, eh. Se avete fatto tornare il Mastino per fargli affrontare queste questioni di lana caprina stiam messi bene. Tralasciamo la parte in cui diventa amicone con Beric Dondarrion e se ne stanno lì a raccontarsi il passato davanti al fuocherello, ché se no al Lettore Disperato è la volta buona che parte l’embolo.

Finalmente ci fanno vedere Arya Stark, pensa il Lettore Disperato, ma nemmeno il tempo di una piccola gioia che arriva quell’essere immondo dell’Orfana che fa fuori Lady Crane. Arya, giustamente, che ha dei tempi di rigenerazione simili a quelli di Wolverine, è già pronta per correre i cento metri, roba che Usain Bolt fatti da parte.

Dopo un’impietosa scena tra arance e scalini, Arya scappa ancora, inseguita dall’Orfana che cammina come Terminator – sottolineiamo anche il fatto che Syrio Forel non s’è visto, e addio ad un’altra teoria. La Stark però è furba, ne sa una più del diavolo, e riesce a condurre la sua nemica nella stanzetta dove nasconde Ago. Ecco, sono pronto al combattimento, dice il Lettore Disperato, non vedo l’ora di sapere come muore quella sfascia balle di fieno, ché ormai è diventata talmente odiosa che non la sopporta neanche lui.

Ecco che Arya tira su Ago, e, oh mamma, vuole combattere al buio! Vuole farci vedere cosa ha imparato mentre era cieca, che adrenalina già sale! Stacco nero di transizione e…no, aspetta. Mi sa che la mia registrazione era fallata. Cioè, subito dopo Arya attacca alle pareti la faccia dell’Orfana – che a questo punto non era un altro lato della sua personalità, e ciao all’ultima teoria – già morta.

E il combattimento? Che diamine di fine ha fatto? Prima il Pesce Nero e ora questo? Cioè, ci siamo sorbiti due stagioni di ammorbamenti con l’Orfana per non riuscire manco a vederla morire male?

Che vita grama, pensa il Lettore Disperato. Fortuna che almeno una piccola gioia la trova, in questa maledetta puntata di Game of Thrones: Arya si è ripigliata dalla lobotomia degli Uomini Senza Volto e se ne torna a Grande Inverno col suo nome e cognome. Questo è quello che il Lettore Disperato chiama agrodolce: la felicità del momento, insieme alla tristezza per il praticamente sicuro spoiler dai libri. Non c’è mai un attimo di pace per il Lettore Disperato.