Cannes 2016: oggi Xavier Dolan con un cast di stelle, Cotillard, Seydoux, Cassel

In concorso “Juste la fin du monde” di Dolan e il severo “Bacalaureat” del rumeno Mungiu. Un po’ di Italia sulla Croisette, con Scamarcio e “Pericle il nero”. Attesi l'omaggio agli Stooges di Jarmusch e il ritratto di Julian Assange del premio Oscar Laura Poitras, l’autrice di “Citizenfour”.

Cannes 2016 in concorso Xavier Dolan con Cotillard e Seydoux

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Giornata ricca di spunti a Cannes 2016 oggi. Il concorso prima di tutto, con uno dei favoriti sulla carta, il giovane ma vezzeggiato talento del canadese Xavier Dolan, che dopo il Premio della Giuria dello scorso anno con l’acclamato Mommy – addirittura ex-aequo con Jean-Luc Godard – quest’anno porta Juste la fin du monde. L’altro film della selezione ufficiale è Bacalaureat di Cristian Mungiu, uno degli autori di punta della nuova scuola romena, già vincitore di una Palma d’oro nel 2007 con 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni.

Diversi film da segnalare nelle rassegne collaterali. Un certain regard ospita l’unico film italiano della giornata, Pericle il nero di Stefano Mordini, un noir prodotto e interpretato da Riccardo Scamarcio, tratto dal romanzo di Giuseppe Ferrandino, un titolo che segna un altro capitolo nell’attenzione che ai generi va dedicando il nuovo cinema italiano. Mordini sceglie una via rarefatta e antispettacolare, dove le atmosfere sono più importanti dell’azione: per il nostro giudizio su questo film rimandiamo qui, alla nostra recensione.

Sulla Croisette ritroviamo Jim Jarmusch, che ha solo due giorni fa presentato il concorso il suo apprezzato Paterson, quintessenza del suo cinema indipendente e minimalista. Il festival gli rende omaggio dando spazio, fuori concorso, all’anteprima mondiale di Gimme Danger, il documentario dedicato agli Stooges di Iggy Pop, il complesso che sul finire degli anni Sessanta insieme ai Velvet Underground e gli MC5 ha segnato la radicalizzazione del rock americano verso un sound sempre più sporco e prossimo al punk. “È la nostra lettera d’amore – ha dichiarato Jarmusch – a quella che forse è la più grande rock band nella storia del rock’n’roll, e racconta la loro storia anche con filmati e foto inedite. Come la musica degli Stooges, Gimme Danger è un po’ pazzo, caotico, emozionale divertente, primitivo e insieme sofisticato”.

Attesissimo è anche Risk di Laura Poitras, anteprima assoluta nella Quinzaine del Réalisateurs. La Poitras è l’autrice di Citizenfour, il documentario dedicato al caso Snowden che ha vinto l’Oscar nel 2015. E dopo il datagate, con Risk è la volta della storia di Julian Assange e WikiLeaks. Il film mostra un Assange inedito, partendo dal 2010 e poi raccontando la sua vita da rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra a partire dal 2012. Non è solo il racconto di un uomo, ma di tutti gli esperti di tecnologia, volontari e giornalisti che sono dietro WikiLeaks, gli inventori di un nuovo, controverso modo di fare giornalismo investigativo. “Risk è una sorta di prequel di Citizenfour – ha detto la Poitras – Julian, creando WikiLeaks, ha capito che internet avrebbe cambiato il potere globale, rafforzando gli stati, ma anche dando potere ai cittadini e al giornalismo”.

Juste la fin du monde di Xavier Dolan, in concorso

Il talento del giovane regista canadese, nato a Montreal nel 1989, si era manifestato per la prima volta proprio al festival di Cannes del 2009, dove aveva portato, nella Quinzaine des Réalisateurs, il suo primo film da regista e attore, J’ai tué ma mère, un film sul controverso rapporto tra una madre e un adolescente omosessuale, una storia ad alto tasso autobiografico che collezionò notevoli attenzioni e svariati premi. Da allora Dolan è stato adottato da Cannes e ogni suo nuovo film passa in anteprima sulla Croisette, dove è alla quinta partecipazione, dopo il Premio della Giuria dello scorso anno di Mommy.

Quest’anno è la volta di un cast tutte stelle del cinema francese, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Léa Seydoux, Nathalie Baye, che in Juste la fin du monde (It’s just the end of the world) – tratto dalla pièce autobiografica di Jean-Luc Lagarce, drammaturgo morto a soli 38 anni – ruotano intorno a Louis, (Gaspard Ulliel), scrittore malato terminale che torna dopo molti anni dalla famiglia per informarli della sua condizione. Ma loro sembrano poco disposti ad accoglierlo, perché forse hanno già deciso di eliminarlo dalla loro vita. “Il mio primo film da adulto”, ha dichiarato Dolan. Ma anche, ancora una volta, una storia all’interno di un sistema familiare disfunzionale che non riesce a fare i conti con i propri sentimenti, giocata da Dolan su uno stile a distanza ravvicinata, che radiografa volti, corpi, minimi trasalimenti emotivi.

Intanto il regista canadese è già al lavoro sul prossimo progetto, l’annunciato esordio in lingua inglese attualmente in preproduzione, The Death and Life of John F. Donovan, con Natalie Portman, Jessica Chastain, Susan Sarandon, la storia ambientata all’inizio degli anni Duemila, di una star della tv americana che ha una corrispondenza con un giovanissimo attore londinese, con conseguenti velenose supposizioni sulla natura del loro rapporto, che causano gravi ripercussioni sulla sua carriera.

Bacalaureat di Cristian Mungiu, in concorso

Bacalaureat (Graduation) è il secondo film rumeno della selezione ufficiale dopo Sieranevada di Cristi Puiu. E il suo 4 mesi, 3 settimane, 2 giorni del 2007 costituisce uno dei punti fermi e dei più convincenti manifesti del cinema rumeno contemporaneo, per la sua capacità di scandagliare con rigoroso realismo la storia recente di un paese che non sembra riuscire ad affrancarsi dagli anni della dittatura di Ceaușescu, come conferma anche il successivo film Oltre le colline, con cui le due protagoniste, Cosmina Stratar e Cristina Flutur, vinsero a Cannes nel 2012 ex aequo il premio come migliori attrici.

In Bacalaureat Romeo è un medico di mezza età di un piccolo paese della Transilvania, che ha cresciuto la figlia sperando che a 18 anni, possa lasciare il paese. La ragazza ha ottimi risuultati scolastici e vince una borsa di studio per andare a studiare psicologia in Gran Bretagna. Ma il giorno prima dell’ultimo esame la ragazza viene violentata, e il padre per risolvere la situazione sceglie di disattendere a tutto ciò che ha sempre insegnato alla figlia.

Bacalaureat – ha dichiarato Mungiu – racconta quel momento in cui capisci che gran parte dela tua vita è ormai alle spalle. Spesso la vita a cinquant’anni non assomiglia a quello che avevi immaginato da giovane. Ma si può ancora fare qualcosa: salvare i propri figli, aiutarli a fare delle scelte migliori delle tue. Bacalaureat è una storia sui compromessi e i principi, le decisioni e le scelte, individualismo e solidarietà, sull’educazione, la famiglia e il passare del tempo”. Nel rappresentare questa storia, continua il regista, “ciò che importa è la verità di ogni momento. Il punto di vista da regista sulle questioni morali che la vicenda solleva, l’interpretazione degli attori, lo stile delle riprese: niente dovrebbe distrarre lo spettatore dal guardare lo scorrere degli eventi e ricavare le sue conclusioni circa la storia, i personaggi, i valori e le convinzioni in discussione”.