Se vi sentite vecchi già dopo aver letto il titolo, non preoccupatevi: è un sentimento condiviso da chi scrive. The O.C., nei miei ricordi, sarà sempre il telefilm per il quale i miei genitori mi permettevano di stare in piedi fino alle dieci e mezza anziché spedirmi a letto presto, quando avevo dieci anni. Poi però, a un certo punto, qualcosa è cambiato: Marissa Cooper è morta, e The O.C. non l’ho mai più guardato.
Non è solo un mio problema: i dati mostrano che, se The O.C. si è fermato alla quarta stagione, è anche e soprattutto a causa del rovinoso calo di ascolti dell’ultima stagione dello show, che ha avuto circa la metà degli spettatori rispetto al debutto. E guarda caso, la morte di Marissa Cooper è avvenuta nell’episodio 3×25, finale della terza stagione.
C’è più di un motivo per cui The O.C. non ha più funzionato dopo la morte del personaggio interpretato da Mischa Barton. Marissa Cooper non era solo una tra tante, era ben più: uno dei quattro protagonisti della serie, un quarto del cuore pulsante che faceva adorare lo show. La sua non è stata una perdita quantitativa, ma qualitativa: senza di lei il trio non reggeva più. Anzi, facciamo così: paragoniamo The O.C. ad un tavolo, in cui Seth, Ryan, Summer e Marissa erano le gambe. Toltane una, si capisce benissimo che fine fa il mobile.
In secondo luogo, e non meno importante, c’è il problema della plausibilità. A dire il vero, ho sempre trovato l’intera terza stagione qualitativamente peggiore delle altre, anche prima che Marissa ci lasciasse le penne: tra ricatti, gente ricca, soldi sporchi e altre cose, che quasi rasentavano il genere gangster degli anni ’50, l’incidente d’auto che ha provocato la morte di miss Cooper è al limite dell’assurdo. C’era davvero bisogno di rovinare una serie così bella, e soprattutto così genuina nel raccontare i problemi familiari e adolescenziali?
Ci sono traumi, in sostanza, che ti accompagneranno per tutta la vita: se guardavate The O.C. con una certa costanza, probabilmente, la morte di Marissa Cooper è uno di questi.