La prima sorpresa di Gomorra 2 è Roberto Saviano in conferenza stampa: parla il cast (video)

Parola al cast di Gomorra 2: tutte le dichiarazioni dalla conferenza stampa di presentazione con i primi due episodi in anteprima


INTERAZIONI: 23

Roberto Saviano tiene a battesimo Gomorra 2. È questa la prima sorpresa della nuova stagione, il ritorno in Italia dello scrittore anticamorra al cui omonimo best-seller di denuncia è ispirata la serie. Ci sono voluti quasi due anni d’attesa, ma il momento è arrivato: la saga dei Savastano in Gomorra 2 è pronta al debutto su Sky Atlantic, in prima serata dal 10 maggio, e il cast artistico e tecnico non potrebbe essere più entusiasta, come ha manifestato chiaramente in occasione della presentazione in anteprima al Teatro Nazionale dell’Opera di Roma alla vigilia del debutto.

Lunedì 9 maggio, alla presenza del cast principale e del regista Stefano Sollima, nonché a sorpresa di Roberto Saviano, Gomorra 2 ha debuttato in anteprima per la stampa con la proiezione dei primi due episodi, cui abbiamo assistito prima di incontrare i protagonisti e lo scrittore, oltre ai registi Sollima e Comencini.

La sensazione, alla vigilia della messa in onda dei nuovi episodi, è quella di essere di fronte un progetto che ormai cammina sulle proprie gambe. La prima stagione, in onda nel 2014, fu accompagnata da molte riserve e polemiche sull’opportunità stessa di usare il brand Gomorra per una serie ambientata e girata nel napoletano, ancora oggi terreno di faide tra clan che insanguinano le strade dei quartieri più popolari della città. Se all’epoca il cast era semisconosciuto al grande pubblico televisivo e il progetto era atteso in tv con un misto di curiosità e perplessità, con la seconda stagione è cambiato tutto: oggi gli interpreti di Don Pietro e Genny Savastano, Ciro l’Immortale e gli altri volti della serie sono ormai simboli della serialità italiana che ha successo nel mondo. E dall’aprile dello scorso anno, quando sono iniziate ufficialmente le riprese degli episodi della seconda stagione, l’effetto boomerang della prima si è fatto sentire: in centinaia si sono recati in pellegrinaggio sui set di Gomorra, in cerca di foto rubate, incontri con gli attori, spoiler sul destino di Genny e quello di Ciro.

L’attesa è finita con primi 2 episodi su Sky Atlantic da martedì 10 maggio: il fil rouge del debutto sembra essere la volontà di sorprendere il pubblico, non solo con la trama, ma con il fortissimo impatto visivo e scenografico che fa di Gomorra uno dei pochi prodotti italiani qualitativamente paragonabile alla grande serialità internazionale.

Grande soddisfazione da parte del cast, i confermatissimi Salvatore Esposito, Marco D’Amore, Fortunato Cerlino e Marco Palvetti ma anche le new entry di Gianluca Di Gennaro, Cristiana Dell’Anna e Cristina Donadio, che ne hanno parlato in conferenza stampa spiegando cosa ci attende nella nuova stagione di Gomorra – La serie.

Tra i primi interventi c’è stato proprio quello di Roberto Saviano, che ha ribadito l’importanza di raccontare i meccanismi della criminalità organizzata, anche attraverso il format della serialità. Mostrare come viene inquinato un appalto, come nasce una piazza di spaccio, vuol dire illustrare il modo in cui la Camorra agisce. Farlo sospendendo il giudizio morale vuol dire far sì che chiunque possa riconoscervi una realtà effettiva, a prescindere dal luogo in cui si abita.

Ecco il video del suo intervento.

Rispondendo alle domande sulla presunta assenza di didascalicità di Gomorra, Saviano ha spiegato che non c’è un intento necessariamente pedagogico in questo prodotto, ma la serie ha comunque una sua funzione specifica.

Non credo che una serie debba avere un obiettivo pedagogico, ma la capacità antropologica di raccontare mondi e meccanismi: nella prima stagione per la prima volta abbiamo raccontato come si manipolano le elezioni con la scheda ballerina, un episodio tratto proprio dalla cronaca. Nella sceneggiatura si sente lo studio ossessivo della realtà, i dialoghi hanno la ieraticità delle conversazioni dei boss, quella delle intercettazioni che si raccolgono nelle inchieste. Quindi il percorso che abbiamo voluto fare è l’osservazione costante, il valore sociale aggiunto è qui. Dentro un’opera d’arte c’è innanzitutto il principio estetico, la storia, che viene prima di quello etico, ma il silenzio che c’è su questi temi in Italia è vero, perché esiste una certa ciclicità: quando si spara molto, si racconta molto, ma dipende da chi viene ucciso, un prete fa notizia, un ragazzo no. Forse si ha paura di raccontare male il Paese, dare un’immagine sporca o contraddittoria, ma sarebbe esattamente il contrario: noi insegniamo al mondo il racconto di questi meccanismi, è una mappatura del potere non accademico-criminologica, ma storico-sociale-politica. (…) In realtà il racconto è fondamentale: il rischio che si correva all’inizio era relegare Gomorra ad una nicchia, come avviene con la stampa nazionale che relega i fatti di camorra in spazi piccoli, ma è importante rappresentare il DNA del potere che non ha solo una dimensione folkloristica. Mantenere il silenzio su questi temi è un grande errore. Oggi su questi temi si è molto divisi perché la sensazione è che il problema sia risolto, che non ci siano più politici arrestati per concorso in associazione mafiosa, ma la situazione è più complessa di così e se lo si dice si passa da ‘gufi’ (il riferimento è al presidente del Consiglio Matteo Renzi, nda). Con Gomorra non vogliamo raccontare Napoli al mondo, ma il mondo attraverso Napoli.

In risposta alle critiche di Cantone e Renzi, Saviano cita Leopardi: “Gli italiani odiano chi nomina il male e non il male stesso, scrisse il poeta. Nel ventennio berlusconiano parlare di mafia voleva dire diffamare il governo, oggi vuol dire diffamare il Paese: non credo si possa dire che Gomorra non sia qualcosa di bello, c’è bellezza anche se si racconta l’inferno. Perché non puoi osservare il male senza il bene. Trovo pericolosa questa nuova silenziosa omertà, non parlarne non vuol dire ridimensionare il problema“. Sky ha in produzione anche un nuovo progetto su Zero Zero Zero, il romanzo di Roberto Saviano dedicato ai mercati internazionali del narcotraffico.

Parola anche agli attori di Gomorra in conferenza stampa: “Pietro è un uomo devastato dall’impero che è sparito, dalla morte della moglie, dal rapporto difficile col figlio, guarda in faccia la parte più nera di se stesso“, spiega invece Fortunato Cerlino del suo Don Pietro, che ritroviamo dopo la fuga dal carcere. “Penso che il ruolo delle donne sia tutto da scoprire, pensiamo non solo alla camorra ma anche alla ‘ndrangheta” ha poi aggiunto in riferimento all’importanza dei ruoli femminili in Gomorra.

Marco D’amore ha spiegato di essere onorato di presentare Gomorra in un luogo come il Teatro dell’Opera di Roma: “Questo boccascena in alto che oggi grida il nome Gomorra e che solitamente si rivolge ad un pubblico diverso è il senso di queta serie, la capacità di unire l’alto e il basso. Gomorra merita palcoscenici come questo ed è un onore essere qui“.

Salvatore Esposito è soddisfatto del destino del suo personaggio, che viene rivelato già nel secondo episodio e che non vi racconteremo. “Andremo più a fondo nelle dinamiche dell’animo del mio personaggio, per dargli sfumature infinite per renderlo appunto umano” ha spiegato invece Marco Palvetti parlando di Salvatore Conte. In teoria la serie, ha spiegato lo showrunner, avrebbe dovuto cominciare proprio dal secondo episodio che svela il destino di Genny, ma si è poi deciso di aggiungere come primo episodio una continuazione del racconto del finale della prima stagione “quasi un tredicesimo episodio“.

L’interprete di Scianel, Cristina Donadio, ha parlato del suo personaggio come di “una donna forte tra uomini forti, disposta a tutto per il potere, un’eroina della tragedia Shakesperiana ferocissima e diffidente, una donna che scende in campo per la sua volontà, che sceglie di diventare donna di camorra“. Nessun timore del confronto con la defunta Donna Imma? “Lei era una leonessa con una famiglia da proteggere, Scianel è una iena, solitaria, sgradevole e rude, sono due personaggi diversi. Sono una grande ammiratrice di Maria Pia Calzone e continuo ad esserlo“.