Orphan Black 4 ricostruisce il puzzle con Beth e la Neoluzione: recensione 4×01 e promo 4×02

Con Orphan Black 4x01 si riparte dalla vita di Beth e finalmente molti tasselli del puzzle tornano al loro posto

Orphan Black 4

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Gli showrunner ci avevano promesso un ritorno alle origini con Orphan Black 4, per recuperare l’essenza di questa serie che nella terza stagione era un po’ persa tra mille linee narrative e qualche capovolgimento di fronte di troppo. Col primo episodio della quarta stagione ci sono riusciti.

Si riparte dal clone da cui tutto ha avuto inizio nel pilot, quella Beth Childs che si suicida in stazione e di cui la spiantata Sarah Manning assume l’identità, scoprendo così di essere una tra tante cloni nate da un progetto scientifico illegale.

Col primo episodio di Orphan Black 4 sembra quasi di essere nei panni di Sarah nel pilot della serie, ovvero si avverte quella sensazione di scoprire a mano a mano dei dettagli finora sconosciuti che vanno collegati al resto della storia come pezzi di un unico puzzle.

Con la première della quarta stagione entriamo direttamente nella vita di Beth, come poliziotta, donna e clone, con un flashback che ce la mostra ancora in vita mentre indaga sulla propria natura e su quella di Alison, Cosima e delle altre cloni. Quando allertata da un’informatrice, il clone MK, rinviene il cadavere di un ragazzo che identifica come seguace dei Neoluzionisti, Beth sembra capire per la prima volta di avere a che fare con qualcosa di molto più grosso di lei. Al punto da rifugiarsi dalla sua nuova amica, MK, e cominciare a pensare di dover vivere anche lei come una fuggitiva nei boschi.

Quello che si intravede in questo primo episodio è soprattutto la volontà di mostrarci tutto ciò che fino ad ora abbiamo potuto solo presumere, ovvero il rapporto tra Beth e le sue sorelle, fatto di complicità ma anche di segreti, quello con Paul in piena crisi e quello con Art che va bene al di là della collaborazione sul posto di lavoro, dettaglio che si era già intuito alla fine della terza stagione con la confessione del poliziotto innamorato della sua collega.

La maniacale cura dei dettagli fa di Orphan Black una serie ostica ma magnetica, da sempre. Questo aspetto torna preponderante in questo primo episodio, in cui scopriamo come le tre sorelle affrontavano la loro condizione di cloni prima dell’arrivo di Sarah nelle loro vite: Cosima già in cerca di risposte scientifiche, Alison alle prese con le armi per difendere la propria famiglia e disposta a finanziare le ricerche del gruppo, Beth con la dipendenza da farmaci e la difficoltà di conciliare il lavoro di poliziotto alle indagini private.

https://youtu.be/lQCFQpdsSPQ

L’episodio ci presenta finalmente Beth come non l’abbiamo mai vista, dato che nell’episodio pilota si suicida dopo pochi minuti. E ci spiega chiaramente che la Neoluzione è alla base di tutto ciò che abbiamo visto in queste stagioni: un movimento capace di catalizzare migliaia di adepti nel mondo, gente che crede nell’evoluzione eterodiretta, che pratica modificazioni corporee e che crede in modo fideistico nelle teorie sulla genetica del dottor Aldus Leekie. C’è anche lui in questa première: Beth lo ha già incontrato, senza sapere quale ruolo fondamentale abbia avuto nel progetto di clonazione da cui è nata, mentre indaga sul ragazzo trovato morto con una guancia asportata.

Beth sa che la Neoluzione ha che fare con la sua storia grazie alle informazioni del clone MK, hacker col gusto per i travestimenti, che ha raccolto informazioni sui crimini dei neoluzionisti. Indagando su di loro Beth scopre che esistono moltissimi seguaci di questa dottrina disposti a farsi impiantare delle protesi esterne per poter dimostrare di avere un controllo totale sul proprio corpo e la capacità di modificarlo a proprio piacimento, come la coda di Oliver, il gestore del club Neoluzione, la vittima dal pene biforcuto, o i chip impiantati nel viso di giovani adepti. Ed è proprio osservando una di queste operazioni che, scappando per non farsi scoprire, Beth finisce per uccidere la civile Maggie Chen. Beth non sa che è stata coinvolta anche lei nel progetto di clonazione prima di aderire al movimento dei Proletiani (era l’informatrice di Helena), sa soltanto di aver sparato ad un’innocente disarmata e che per questo passerà dei guai con la polizia, gli stessi che affronterà Sarah al suo posto dopo averne preso l’identità. Quello che ancora aspettiamo di scoprire è quale sia stata infine la molla che ha fatto scattare l’istinto suicida di Beth. Probabilmente lo scopriremo in un gioco di continui rimandi con ulteriori flashback: il primo episodio, che aiuta a riannodare i fili di una storia ormai fin troppo complessa, si chiude col ritorno al presente e MK che avverte Sarah, ancora in Islanda con la piccola Kira, di un imminente pericolo.

Ecco il promo del secondo.