Per il grande pubblico Nunzia Schiano è “la mamma di Alessandro Siani”: “Una volta per strada mi ha fermato una ragazza, dicendo che voleva farsi una foto con sua suocera. Per un attimo ho pensato che mio figlio Francesco si fosse fidanzato senza dirmi nulla. Invece era un’innamorata dell’altro figlio, Alessandro”.
E pensare che la Schiano non era convintissima di partecipare al primo film di Siani, Ti lascio perché ti amo troppo – “in quel periodo ero poco propensa, avevo progetti teatrali”, dice Nunzia. Poi il rapporto si è solidificato nel tempo, sempre nella forma del rapporto tra madre e figlio, con il grande successo di Benvenuti al Sud e Benvenuti al Nord, entrambi diretti da Luca Miniero e interpretati anche da Claudio Bisio.
Dietro la fama di questi due film che hanno dato la notorietà a Nunzia Schiano, mettendo il luce presso il grande pubblico il suo notevole talento comico, c’è la storia di un’attrice con una lunga gavetta teatrale e una meticolosa preparazione professionale, partita dalle tavole del palcoscenico nella natia Portici, la città nella quale tuttora vive. Nunzia ha cominciato giovanissima, negli anni Settanta, cantando musica popolare nella Compagnia de li cunti, passando poi al teatro: “Devo ringraziare Lello Ferrara, un professore di italiano che gestiva un piccolo teatro e scommise sulle mie capacità. Lui mi ha insegnato il rigore, perché per diventare attori non basta avere solo talento. Il teatro è applicazione e professionalità”.
Nel tempo poi sono arrivati tantissime esperienze: l’approccio con i testi della grande tradizione dialettale, da Raffaele Viviani a Petito e il seicentesco Basile. E molti incontri con attori e registi di vaglia come Renato Carpentieri, Davide Iodice, Luca De Fusco, Giacomo Rizzo. “Giacomo mi ha insegnato che cos’è la comicità – dice Nunzia –, quando ho lavorato con lui mi mettevo dietro le quinte per rubargli il mestiere. Ricordo una volta in cui non mi riusciva una battuta e lui mi spiegò che io aggiungevo un “ma”, una piccolissima parola che però mi faceva perdere l’effetto comico. La comicità è tutta una questione di tempi”.
Al cinema Nunzia Schiano arriva sul finire degli anni Novanta, accumulando esperienze le più diverse. Ha cominciato con il cinepanettone dei fratelli Vanzina (Vacanze di Natale 2000) e la comicità di Leonardo Pieraccioni (Il paradiso all’improvviso), per poi passare all’Ivan Cotroneo del coloratissimo La kryptonite nella borsa e il cinema d’autore di Matteo Garrone. “Matteo è un regista meticolosissimo, fa moltissimi ciak, perché lui vuole stare dietro la macchina da presa. La magnifica scena iniziale di Reality, per esempio, è tutta girata con macchina a spalla, complicatissima, perché è un piano sequenza realizzato in mezzo a un’enorme quantità di attori e comparse”.
Per Siani, Nunzia Schiano ha solo parole d’elogio: “Non è solo un bravo attore, Alessandro è una bella testa, ha anche una capacità imprenditoriale notevole”. Lo conferma il suo ultimo progetto, il film di Gianluca Ansanelli, Troppo napoletano, in questi giorni al cinema, nel quale Siani per la prima volta ha vestito il ruolo del produttore, per una commedia nella quale si sente il sapore inconfondibile della sua comicità.
Dopo il successo di Benvenuti al Sud Nunzia Schiano continua a muoversi con disinvoltura tra teatro, cinema e televisione. C’è in cantiere una Filumena Marturano di De Filippo, con Mariangela D’Abbraccio e Geppy Gleieses, con una direzione prestigiosa, quella di Liliana Cavani, alla sua prima regia teatrale; “Sto studiando moltissimo – dice Nunzia – perché Eduardo è Eduardo”. Diversi anche i progetti televisivi: la partecipazione come guest di puntata nei Bastardi di Pizzofalcone, la nuova fiction di Rai Uno con Alessandro Gassmann, tratta dal ciclo di romanzi di Maurizio De Giovanni; e per Mediaset Rimbocchiamoci le maniche, con Sabrina Ferilli e Sergio Assisi.
Chiusura con l’sms dei sogni: “Io indosso una spilla – dice la Schiano –, due scarpette rosse. Mi sono state donate da un’associazione che si occupa della violenza sulle donne. Allora il mio messaggio è a tutti quegli uomini che pensano che amare una persona sia possederla. Ma l’amore è un’altra cosa. Se amate le vostre donne, vi prego, le mani usate solo per accarezzarle”.