Frankenstein – il vero mostro è l’uomo.

Un’ennesima trasposizione cinematografica dell’immortale (è il caso di dirlo) classico di Mary Shelley. Stavolta la novità consiste proprio nel totale cambio di prospettiva dell’io narrante. Un Frankenstein abominio che sottolinea, ancora una volta, il chiaro messaggio di sottofondo: fate attenzione ai veri mostri che ci sono nella vita. Soprattutto quelli in giacca e cravatta.


INTERAZIONI: 7

Ad una prima lettura della trama di questo ennesimo adattamento del capolavoro di Mary Shelley, appare molto chiaro il tentativo di innovare un evergreen classico ma piuttosto abusato. Tentativo che, a dirla tutta, a tratti lascia anche un po’ interdetti: apprendere che questa volta il famoso mostro sarà creato anche grazie ad una stampante 3d (!) sbilancia un po’ gli umori. Tempi moderni, si sa, bisogna adeguarsi. Però fino ad un certo punto. Francamente, per quanto mi riguarda, ricordo ancora con immensa lucidità i fulmini sulle enormi apparecchiature (vagamente steampunk…) che, una volta innalzati sotto un cielo tempestoso, davano vita al mostro, alias il mitico Boris Karloff (secondo me il migliore). Ma bando alla nostalgia e alla predilezione del classico-vintage, cerchiamo di capire qualcosina in più sul nuovo lavoro del regista Bernard Rose.

Non è sicuramente ardimentoso da comprendere il messaggio che recita anche come sotto titolo alla locandina: il vero mostro è l’uomo. E fin qui, non ci piove. D’altronde è un messaggio chiaro e trasversale a non pochi lavori cinematografici, letterari, etc. L’indicazione a non fermarsi alle mere apparenze, ma a ricercare più che altro la mostruosità d’animo e non quella estetica, è un messaggio di saggezza che attraversa secoli di discussioni filosofiche e non solo. Per quanto mi riguarda però, e per quel poco che ne posso dedurre, nella sua ricercata modernità la pellicola sembra contenere anche qualche spunto in più. Mi incuriosiscono molto le immagini di questo Frankenstein affascinato e ipnotizzato dalla musica che ascolta. Ricordate quando nel classico di cui sopra l’essere mostruoso seguiva rapito la musica di un violino (sgombrate la mente dalle immagini di Frankenstein Junior, altrimenti alla poesia subentra inevitabilmente una grassa risata…), ebbene nella clip che potete visionare in calce il mostro (?) rimane invece ipnotizzato da un blues: non credo sia un genere scelto a caso.

Ad ogni modo forse l’innovazione più evidente in questo lungometraggio consiste proprio nella narrazione del racconto: il fatto che sia proprio il punto di vista dello stesso mostro a fare da filo guida della trama, sposa sicuramente in maniera coerente il capovolgimento della prospettiva . Un io conduttore mostruoso che ci fa capire di essere una vittima e non un carnefice; semplice, lineare, anche se non molto originale. Il regista Bernard Rose ha diretto un cast che comprende Xavier Samuel, nei panni del mostro, Danny Houston e Carrie-Anne Moss sono invece rispettivamente il Dottor Frankenstein e sua moglie. La Barter Entertainment ha rilasciato quest’ultima clip a seguire. Frankenstein arriverà nelle sale italiane il 17 marzo 2016.

https://youtu.be/a556HPUjgl0