Grey’s Anatomy 12×09 è il motivo per cui non smetteremo mai di guardarlo (recensione e promo)

Valeva la pena far affrontare tutto quel dolore alla protagonista di Grey's Anatomy? Forse sì

Recensione Grey's Anatomy 12x09 The Sound of Silence

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La prima cosa che viene da chiedersi nel bel mezzo della visione di Grey’s Anatomy 12×09 è se sia davvero necessario, per godere della regia di Denzel Washington, far affrontare alla protagonista e allo spettatore l’ennesima indescrivibile tragedia.

Se sia necessario mettere alla prova ancora un personaggio che in un decennio ne ha viste più di quante una persona normale affronterebbe in tre vite. Se non ci sia un’altra chiave per mostrare un’evoluzione di Meredith Grey, per determinare una svolta nella sua vita di madre e di medico, di collega, di cognata, di donna. E è la risposta finale è stata sì, forse poteva esserci un altro modo per imprimere una svolta allo show, ma questo si è rivelato il più potente ed efficace.

Un modo per richiamare l’attenzione ormai un po’ fiacca di chi ha seguito Grey’s Anatomy per oltre un decennio e forse aveva bisogno di ricordare perché lo fa ancora, nonostante non sia più (innegabilmente) quello di una volta. È stato potente ed efficace perché lo spettatore riesce ad immedesimarsi nel dolore di Meredith, a leggere la paura nei suoi occhi, a sentire il silenzio che odono le sue orecchie, ad avvertire la frustrante impossibilità di parlare, a vivere passo passo con lei le tappe di una guarigione dolorosa. Dall’ago della toracotomia ai fili che le tengono la mascella, dall’incapacità di esprimersi alla disperazione provocatole dalla paura dei suoi figli, mai il personaggio di Meredith, che pure è tra i più melodrammatici di sempre, è stato messo così a nudo e mostrato al pubblico senza difesa alcuna.

https://www.youtube.com/watch?v=fBeelDLc8nE

Sì forse c’era un altro modo, ma se è vero che nella tristezza e nel dramma si trova la chiave per cercare la propria serenità ed apprezzarla (se c’è qualcosa che ci ha insegnato Inside out è proprio questo) allora The Sound of Silence è stato un episodio perfetto, non solo per l’apporto di professionalità di Washington, per la regia cinematografica, per l’accortezza con cui si è reso lo spettatore è stato compartecipe di quello che può accadere quando ci si ritrova da un momento all’altro a subire un attacco brutale: il dolore, la solitudine, l’isolamento forzato, l’incapacità di comunicare, il peso di causare angoscia in chi ti sta accanto, la paura di non poter tornare ad essere chi si era prima. E poi il ritorno alla normalità che attraversa un lungo percorso di guarigione fisica e morale.

https://www.youtube.com/watch?v=_yjeh0wYeLM

Menzione speciale per la protagonista Ellen Pompeo, ci aveva anticipato che avremmo visto qualcosa di inedito e molto forte, non ha deluso, e per il resto del cast all’altezza del racconto (Justin Chambers su tutti). La sua lezione agli specializzandi è in realtà una lezione per tutte noi.

In un gruppo, nel 75% dei casi, è più probabile che parli un uomo anziché una donna. E quando una donna parla è statisticamente probabile che le controparti maschili la interromperanno o le parleranno sopra. Non è perchè sono maleducati, è la scienza. È scientificamente provato che la voce femminile sia più difficile da registrare per un cervello maschile. Cosa significa? Significa che in questo mondo, in cui gli uomini sono più grandi, più forti, più veloci, se non sei pronta a combattere, il silenzio ti ucciderà (…) Hai una voce. Usala. Parla. Alza le mani. Urla le vostre risposte. Fatti sentire. Costi quel che costi. Trova la tua voce. E quando lo fai , riempi quel maledetto silenzio”.

E l’altra lezione di quest’episodio, quella Webber sul perdono (questo personaggio continua ad essere un pilastro da dodici stagioni, una figura paterna ormai anche per lo spettatore), così difficile da accettare e ancor di più da praticare, probabilmente semplice da rifiutare perché contraria all’umana necessità di proteggere se stessi, è una lezione in cui chiunque, che si chiami Meredith Grey e sia il personaggio inventato di una fiction o il signor Rossi alle prese con le frustrazioni della propria vita, può trovare una chiave di lettura personale.

“Il perdono è una cosa potentissima.Non solo fa stare meglio l’altra persona, ma guarisce anche te.”— Richard to Meredith, 12×09.

Pubblicato da Meredith & Derek su Martedì 16 febbraio 2016

Ed è proprio perché ognuno di questi personaggi racconta un aspetto di noi, delle nostre storie, delle nostre debolezze e della nostra forza, perché ci spinge ad analizzarci e ritrovare in noi stessi un po’ di quel che c’è sullo schermo che Grey’s Anatomy continua ad essere irrinunciabile, perlomeno per chi ha avuto la forza di proseguire e non abbandonarlo dopo tanti addii, espedienti narrativi poco credibili e momenti di stanchezza della trama. Mai come con The Sound of Silence si può dire ne sia valsa la pena.

Ecco il promo dell’episodio 12×10 All I Want Is You.