Sanremo 2016 succursale di Amici e X Factor: monta la protesta contro il sistema talent show

Conti ripropone lo stesso schema dello scorso anno, con quasi la metà dei Big in gara a Sanremo 2016 provenienti dai talent. E c'è chi non ci sta.

Sanremo 2016 succursale di Amici e X Factor

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C’erano pochi dubbi che anche il Festival di Sanremo 2016, come l’ultima edizione, avrebbe trasformato l’Ariston in una succursale di Amici di Maria De Filippi e X Factor.

Già l’edizione 2015 era stata il trionfo dei volti da talent con Fragola, Chiara, Annalisa, Dear Jack, Moreno ed altri a vario titolo lanciati dalla tv. Certo, insieme a loro c’erano artisti come Grignani, Zilli, Ayane, Nek, Britti che certamente non sono ascrivibili all’universo dei talent, ma la presenza massiccia dei primi è parsa evidente. A voler essere pignoli, anche i ragazzi de Il Volo che hanno vinto l’edizione, ormai vere star internazionali, sono nati su Rai1 con Ti Lascio Una Canzone.

Con l’annuncio della lista dei Big di Sanremo 2016 l’auspicio era che il successo di pubblico (e sostanzialmente anche di critica) dello scorso anno infondesse un po’ di coraggio in più nella scelta del cast per il 2016, che si osasse provando ad aprire strade nuove. Invece, come prevedibile, lo schema è stato riproposto tale e quale, per citare un titolo caro al conduttore, con Scanu, la scissione Dear Jack e Alessio Bernabei, peraltro già in gara lo scorso anno, come Lorenzo Fragola, Annalisa (anche lei al bis), la Michielin e la Iurato, Noemi (anche se ormai è difficile ascriverla all’universo talent, di carriera ne ha fatta).

Se nemmeno un’istituzione come il Festival di Sanremo prova a dare spazio a voci diverse da quelle che già imperversano in tv senza bisogno di altri aiuti e si limita a rincorrere l’audience, evidentemente il “sistema” talent show ha ormai permeato ogni aspetto della musica in televisione.

Ad ogni critica sull’argomento Carlo Conti replica che bisogna ascoltare le canzoni prima di giudicare. Verissimo. Ma è anche vero che ascolteremo soltanto quelle selezionate tra le oltre 600 presentate in gara da artisti che probabilmente non hanno nemmeno reso noto di aver fatto richiesta di partecipazione alla commissione. E per quanto potranno essere valide, resterà un dato di fatto che 8 su 20 tra i partecipanti partono già con un vantaggio competitivo dettato dall’esposizione mediatica che arriva proprio dal mezzo televisivo che li ha lanciati (per quanto l’impatto del televoto sia mitigato dal sistema misto che prevede il voto da parte delle giurie).

Ovviamente dal coro quasi unanime degli entusiasti del Festival di Conti prendono le distanze, in modo più o meno velato, coloro che vivono quella degli ex talent come un’invasione. La critica più dura e diretta in queste ore post-annuncio è arrivata da Ciro Caravano dei Neri Per Caso. Una bocciatura senza appello da parte del musicista, che contiene anche un giudizio discutibile sui cosiddetti “figli di talent” (ogni caso è diverso ed è difficile generalizzare), ma che non può essere derubricata a mero sfogo dettato dalla delusione, perché pur nell’opinabilità di alcune affermazioni c’è un punto che non può essere ignorato: se un tempo si guardava ai fuoriusciti dai talent come artisti di serie B, ora accade l’inverso e chi non appartiene a quel circuito fatica il doppio a trovare spazi sui mezzi mainstream.

A Sanremo 8 figli dei Talent e 4 presentatori di Talent … Ho incontrato tanti “figli di talent”, e li ho sempre…

Posted by Ciro Caravano on Lunedì 14 dicembre 2015

Il talento di alcuni non giustifica il sistema sbagliato. Il talento che si sottopone ai Talent mi intristisce, ma non riesco ad ammirare e stimare chi lo fa. Poveri ragazzi, fanno tenerezza. Non vogliono fare musica, vogliono fare successo. Spero di avere sempre la possibilità di portare qualcuno di questi verso la strada della musica. (…) I veri talenti che si sottopongono ai talent mi fanno tristezza, fino a quando non si montano la testa (…) infatti il mio sfogo lo indirizzo ai vari team dei figli dei talent, di cui gli artisti sono solo la punta dell’ iceberg: General Manager, Personal Manager, Press agent, esperti di look e vocal coach… Ci avete rotto!

Troppo radicale? Troppo morbido? A voi i giudizi.