Dal plagio al colonialismo, non c’è pace per Taylor Swift: nuove accuse per Wildest Dreams

Accusato di razzismo e promozione del colonialismo bianco, Wildest Dreams di Taylor Swift è diventato un caso in pochi giorni

Video Wildest Dreams Taylor Swift

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Non c’è pace per Wildest Dreams: i sogni selvaggi di Taylor Swift stanno scatenando un putiferio dietro l’altro. In primis è stata la volta delle accuse di plagio per l’eccessiva somiglianza a Without You di Lana Del Rey, adesso il video del nuovo singolo della popstar attira critiche di ben altro tenore.

Il fatto che Taylor Swift abbia scelto il continente africano e il modo in cui lo ha rappresentato nella clip le ha procurato un’accusa di razzismo: Wildest Dreams, diretto dal regista Joseph Khan che ha firmato anche i vincitori dei VMA Blank Space e Bad Blood, sembrerebbe promuovere il “colonialismo bianco” e nei paesi del Terzo Mondo con una certa idea di supremazia della razza.

Nel video, ambientato negli anni Cinquanta, la cantante interpreta un’attrice impegnata nelle riprese di un film in Africa: il coinvolgimento sentimentale con uno degli attori (interpretato da Scott Eastwood) le farà vivere i “sogni selvaggi” cantati nel brano, favoriti da uno scenario in cui tutto sembra ruotare intorno all’attrice e ai suoi stati d’animo. Ma col ritorno ad Hollwyood e la presentazione del film, il sogno finisce e la coppia è destinata a non stare insieme.

La questione è esplosa quando Billboard, pochi giorni dopo la première del video agli MTV Video Music Awards, ha ripreso alcune critiche piovute sulla cantante. Le immagini che ritraggono Taylor Swift mentre canta ai piedi di un leone, circondata unicamente da uomini e donne bianche, ha spinto la rivista Fader a riassumere così la descrizione della clip: “Taylor Swift era in Africa, ma nelle riprese della clip e ci sono solo persone bianche“. Una polemica che ha trovato eco anche in altre pubblicazioni, dall’Huffington Post, al Dot Daily, al Jezebel.

In un periodo in cui gli scenari internazionali si fanno geopoliticamente sempre più complessi, Wildest Dreams ha rievocato una certa iconografia che sembrava destinata ad essere superata. Secondo la critica più diffusa, il video di Taylor Swift incarna la politica di sfruttamento di una regione e della sua gente (Huffington Post).

Siete d’accordo?

Finora Taylor Swift ha preferito non replicare. Ci ha pensato il regista Joseph Kahn a respingere ogni accusa in un lungo comunicato in cui ribadisce che l’ambientazione esotica è avulsa da qualsiasi riferimento politico e che è semplicemente funzionale al racconto della storia d’amore su cui è incentrata la clip.

‘Wildest Dreams’ è una canzone che parla di un rapporto che è spacciato, e il concetto alla base del video musicale riguarda una storia d’amore nata in un posto lontano dalla vita normale. Questo non è un video sul colonialismo, ma una storia d’amore sul set di una troupe cinematografica nell’Africa del 1950 (…) Il video si basa su classici di Hollywood come i film di Elizabeth Taylor e Richard Burton, così come i film classici come La regina d’Africa, La mia Africa e Il paziente inglese, solo per citarne alcuni. La realtà è che non solo ci solo persone di colore nel video, ma i principali creativi che hanno lavorato su questo video sono persone di colore. Sono americano asiatico, il produttore Jil Hardin è una donna afro-americana e l’editor Chancler Haynes è un uomo afroamericano. (…) Abbiamo collettivamente deciso che sarebbe stato storicamente inesatto inserire nella squadra più attori di colore perché il video sarebbe stato accusato di riscrivere la storia. Questo video è stato ambientato nel passato da una troupe del presente e siamo tutti orgogliosi del nostro lavoro. Non c’è nessun programma politico nel video. Il nostro unico obiettivo era quello di raccontare una storia d’amore tragica nell’iconografia classica di Hollywood (…) Ci sono stati molti video musicali che raffigurano l’Africa. Questi video non sono stati tradizionalmente delle lezioni di storia africana. Non dimentichiamo, Taylor ha scelto di donare tutti i suoi proventi da questo video alla Fondazione Parchi Africani per preservare gli animali del continente in via di estinzione e sostenere le economie dei popoli africani locali.