Mika contro i cliché sugli omosessuali: “Matrimonio gay? Lottiamo per la parità dei diritti”

Il giudice di X Factor 9, che sta per rilasciare un nuovo album di inediti, è in copertina su Vanity Fair: ecco le sue dichiarazioni

Mika intervista su Vanity Fair

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Mika è tornato in Italia per riprendere la sua attività di giudice e coach a X Factor 9: in giuria insieme a Fedez e le new entry Elio e Skin, la popstar sta anche per rilasciare il nuovo album di inediti No place in heaven, anticipato dal singolo Talk About You.

In una lunga intervista rilasciata a Vanity Fair, che gli ha dedicato la copertina del numero in edicola questa settimana, il cantante si è messo a nudo raccontando episodi molto personali che hanno segnato la sua vita, come l’incidente capitato a sua sorella Paloma nel 2010, quando precipitò da una finestra.

Da quell’evento, che per fortuna non si rivelò tragico, sono nate due delle più belle canzoni della sua discografia, Underwater e Origin Of Love, scritte in soli due giorni durante un periodo di allontanamento dai suoi cari dopo l’incidente. Quel momento di difficoltà ha rappresentato anche l’unico distacco dal suo compagno storico, il film-maker di origini greco-inglesi Andreas Dermanis.

A proposito di questa relazione che dura da otto anni, Mika torna a parlare di come oggi sia ancora inspiegabilmente difficile parlare dei diritti delle persone omosessuali liberandosi dai soliti cliché.

Il tema del matrimonio omosessuale e più in generale della parità dei diritti, al centro di un importante processo giunto ad un punto di svolta negli Stati Uniti e invece poco discusso in Italia, viene ancora affrontato all’interno della gabbia dei soliti luoghi comuni che non permette di ragionare nell’ottica della tutela delle libertà individuali e del principio sacrosanto della pari dignità degli esseri umani. Una battaglia che Mika paragona a quella dei movimenti femministi e di cui promuove l’importanza a fronte dell’esistenza di società che non garantiscono ai gay neanche il rispetto dei diritti umani fondamentali.

Qualche tempo fa, ho sentito un tizio che diceva: “Ormai solo i gay vogliono sposarsi”. Forse voleva fare lo spiritoso ma può essere molto pericoloso denigrare la normalità. Non stiamo parlando di diventare tutti uguali, stiamo parlando di garantire la libertà di scelta, di proteggere le persone dalle discriminazioni, di dare a tutti gli stessi strumenti per poter riuscire nella vita. Una volta la comunità gay era più creativa perché emarginata? Ricordiamoci che l’obiettivo di tutte quelle espressioni artistiche, musicali, letterarie era arrivare all’uguaglianza. Non si è lottato per la normalità, ma per gli stessi diritti. Ci sono posti nel mondo dove uomini e donne vengono linciati, persino uccisi, perché omosessuali. Dire che la normalizzazione dell’omosessualità ha reso i gay meno creativi sarebbe come dire che la lotta per l’eguaglianza fra i sessi ha reso le donne meno interessanti.

L’intervista completa è disponibile sul numero di Vanity Fair in onda questa settimana.