Droga in Olanda? Ecco cosa c’è da sapere

La parola a Francesco Russo, studente Optima Erasmus a Nijmegen


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Optima Erasmus 2015 apre i battenti con le storie di Francesco, Gianfilippo, Federica, Alex, Patricia, David, Mario e Andrea. Iniziamo oggi con l’intervista a Francesco Russo, 21 anni, studente di scienze politiche a Palermo che ha poco iniziato la sua avventura Optima Erasmus a Nijmegen, in Olanda e che ci parla di un tema scottante come la politica olandese in tema di droghe. Tanti, troppi infatti gli studenti italiani che vedono in Amsterdam e dintorni esclusivamente una meta di sballarsi, ignorando le bellezze naturali e architettoniche del paese e attirandosi le critiche degli olandesi. Abbiamo fatto il punto della situazione con Francesco.

Ciao Francesco, qual è la situazione precisa sulle normative olandesi in materia di droga? Ci aiuti a fare un po’ di chiarezza?

Inizio col dire che se hai programmato un viaggio con i tuoi amici in Olanda e una volta arrivato pensi di poter fumare marijuana liberamente, forse è meglio che t’informi bene prima. La normativa vigente afferma che “possedere, vendere, produrre, importare ed esportare erba (marijuana e derivati) è illegale”. Quindi, consumarla no. Questa famosa “politica di tolleranza” olandese ha diversi limiti però, che è giusto sapere. In primis, forse non tutti sanno che l’Olanda è solo una regione dei Paesi Bassi e che la normativa varia da regione a regione. Sicuramente la meta più gettonata è Amsterdam, quindi partiamo da qui. Pur restando illegale, l’unico luogo in cui si può comprare senza essere multati o perseguiti legalmente, sono i “coffee-shop” dove la quantità massima vendibile è di 5 gr. a testa. All’interno puoi liberamente consumarla, bevendo appunto un caffè, mangiando qualcosa e ascoltando musica. Esistono diverse tipologie che variano anche in base al prezzo. In generale esistono due grandi tipologie: la Indica (rilassante) e la Sativa (eccitante). Le due qualità vengono contraddistinte da un bollino colorato che ne indica la potenza degli effetti. Le più consumate dai giovani sono generalmente le “white widow, Amnesia ed Haze”. Tutto ciò fa sì che la produzione sia controllata e che il traffico/contrabbando per le vie delle città sia ridotto e che gli utilizzatori siano più consapevoli di ciò che consumano. In effetti, risulta impossibile impedire totalmente il consumo di sostanze stupefacenti. Ecco perché il governo olandese ha attuato questa politica permissiva, al fine di ridurre la richiesta, il commercio e i rischi a cui vanno incontro gli utilizzatori (stessa ragione per quanto riguarda la prostituzione legalizzata).

Qual è al momento il rapporto che gli olandesi, e in particolare i giovani hanno con le droghe leggere?

L’Olanda sembra aver imboccato la via giusta: infatti, il numero di morti connesse alla droga è il più basso in Europa e i coffee-shop sono in continua diminuzione. Ormai sono più di due mesi che vivo qui, in un appartamento con ben 15 studenti olandesi. Non ho mai visto uno solo di loro consumare o detenere alcun tipo di droga. Un giorno chiesi ad uno di loro il perché e lui mi rispose sinceramente che, essendo consapevole e libero di poterlo fare, non ne sente il bisogno e non prova quella stessa “sensazione di adrenalina nell’infrangere una regola”. In questi anni, però, si è andato sviluppando sempre più il fenomeno del “turismo della droga”.

Francesco Russo, studente Optima Erasmus a Nijmegen

Qual è l’opinione degli olandesi riguardo questo fenomeno?

Molti turisti, soprattutto giovani, vengono qui appositamente per consumare queste droghe leggere, dato che in tutti i paesi confinanti risulta essere illegale anche soltanto la consumazione. Per arginare questo problema, molte città della regione del Sud (io sono stato personalmente a Maastricht ed Eindhoven) hanno imposto ai coffee-shop la vendita ai soli residenti olandesi, vietando la vendita ai turisti, che in larga parte provengono dalla Germania, dall’Italia e dalla Spagna. Viene sempre richiesto il documento d’identità e se non sei residente il personale si innervosisce, perché dà per scontato che tu conosca la normativa. Ho visto gente che arrivava dall’America rimanere molto delusa, poiché sperava di potersi fumare uno “spinello” senza alcun problema.

Il modello olandese attecchirà mai in Italia?

La vedo difficile. Qui non esistono compromessi. Anche se vuoi comprare una bottiglia di vino, il cassiere ti chiederà sempre il documento d’identità, nonostante tu sia un ragazzo alto e con la barba, motivo per cui troverai anche le sigarette al bancone del supermercato. Cosa che non accade in Italia, dove spesso anche i minorenni riescono a comprare alcol e sigarette, senza alcun controllo. Figuriamoci quindi, se sia possibile far attecchire il modello olandese, che concede sì più libertà ma richiede un accurato rispetto delle regole.