Sulla scia del successo di SanPa, Netflix propone ora il documentario Crack: Cocaine, Corruption & Conspiracy, disponibile in streaming da lunedì 11 gennaio. Il progetto porta la firma di Stanley Nelson, regista incisivo noto per il suo lucidissimo sguardo su questioni fondamentali nella storia recente degli Stati Uniti, dall’omicidio di Emmett Till al movimento per i diritti civili.
Il trailer di Crack: Cocaine, Corruption & Conspiracy dava già un chiaro indizio sulla direzione del documentario, concepito per ripercorrere la traiettoria del crack nella società statunitense degli anni ’80 e gli sforzi compiuti dalle autorità locali e dalle forze dell’ordine per porre un freno alla sua diffusione. Sono proprio le parole di Nelson a contestualizzare un progetto che ha già raccolto ottime recensioni:
Ho vissuto l’era del crack a New York. […] Il crack ha trasformato la città e l’intero paese, lasciandosi alle spalle un’enorme devastazione, soprattutto presso le comunità nere e latine. Ho voluto fare questo film perché sono fermamente convinto che l’impatto di quell’epoca non sia stato esaminato a dovere. Il crack ha alimentato disuguaglianze razziali ed economiche, controlli iperaggressivi, detenzioni di massa e corruzione ai più alti livelli del governo.
I filmati d’archivio che usiamo nel film fanno capire come i media abbiano sensazionalizzato il crack, demonizzando le crack mothers e preconizzando una generazione di crack babies [bambini nati da madri dipendenti dal crack, nda] ma non riuscendo a dar conto della devastazione con cui si sono ritrovate a fare i conti le comunità e i fallimenti del governo. Ora che sono passati dei decenni dal picco dell’epoca del crack possiamo osservare con più lucidità le sue conseguenze sul lungo periodo.
- La nostra Fire TV Stick più venduta, ora con il telecomando vocale...
- I dispositivi Fire TV Stick hanno molto più spazio di archiviazione...
Crack: Cocaine, Corruption & Conspiracy su Netflix prende dunque in esame la diffusione capillare del crack, dai quartieri bene delle grandi metropoli alle zone povere della sconfinata provincia americana. Per darne conto il documentario si serve di numerosi filmati d’archivio che mostrano gli spacciatori agli angoli delle strade e le persone indebitate fino al collo, ricordando anche come la cultura hip hop del tempo sia diventata una sorta di descrizione in musica della devastazione sociale di quegli anni.
Nel documentario si ripercorre l’evoluzione del crack anche in base alle fasce di popolazione che più ne hanno fatto uso. Se all’inizio è circolata soprattutto nelle feste dei ricchi di Wall Street, col tempo si è diffusa tra le classi sociali più povere del paese. È a quel punto che le forze di polizia hanno avviato una stretta nei controlli, aizzate da una politica disposta a tutto pur di porre fine a quel dramma sociale. La lotta al crack è diventata così una sorta di giustificazione per la militarizzazione della polizia e l’uso di maniere forti contro le comunità afroamericane, spingendo a incarcerazioni di massa e politiche repressive durissime.
Nella sua onesta osservazione di una realtà dolorosa, Crack: Cocaine, Corruption & Conspiracy evidenzia tutti i fallimenti e le contraddizioni di una risposta politica e sociale inadeguata, che una volta di più ha rivelato un disinteresse di fondo verso le persone che dovrebbero essere al centro di ogni sforzo collettivo.
Crack: Cocaine, Corruption & Conspiracy è disponibile in streeaming su Netflix dall’11 gennaio. Questo il trailer del documentario: