Top Gun e Maverick: stasera in tv c’è l’America degli anni Ottanta

Su Rai Movie alle 21.15 il film che ha segnato un’epoca. Il personaggio interpretato da Tom Cruise resta il simbolo del decennio di Reagan, persino più di Rambo. Negli anni è diventato un oggetto di culto, sottoposto ad analisi raffinate e scatenate parodie. E sono sempre più insistenti le voci di un sequel.

Top Gun Tom Cruise prima serata tv Rai Movie

INTERAZIONI: 72

Forse aveva ragione Quentin Tarantino nella sua esilarante comparsata in Il mio amico nel tuo letto, quando diceva che Top Gun è “la storia di un uomo che combatte la propria omosessualità”, recando come prove alcune battute sibilline del film.

Su Top Gun, in effetti, si è detto di tutto. Ci sono state raffinate analisi decostruzioniste tese a dimostrare il sottofondo ideologico della pellicola. E c’è chi ha parlato dell’“Età di Top Gun” come dell’epoca in cui, a partire da questo film, l’industria cinematografica americana ha cominciato a sfornare solo “puri prodotti” tutti azione e adrenalina, destinati a un pubblico di adolescenti eccitabili cresciuti con Mtv e videogiochi.

E infatti, per renderlo familiare ai ragazzini, nelle sequenze dei duelli aerei ci sono le inquadrature riprese dallo schermo del pilota mentre prende la mira sul bersaglio, tipiche dei videogiochi. Ma è soprattutto la netta divisione tra buoni e cattivi – da un lato i coraggiosi eroi americani, dall’altro i russi, macchine da combattimento senza volto e parola – a rimandare all’universo semplificato del videogioco, nel quale l’avversario privo d’identità rappresenta solo un obiettivo da eliminare.

Top Gun, in questo senso, resta il più tipico prodotto degli anni del reaganismo, un peana patriottico per l’aviazione americana. I primi quattro minuti del film, privi di dialoghi, sembrano un documentario del Ministero della Difesa: e la sceneggiatura del film fu sottoposta al Pentagono per ottenere l’aiuto della Marina, che fornì mezzi e piloti per questo efficace spot gratuito.

Ma, più di tutti, è il Maverick di Tom Cruise a stagliarsi come un simbolo dell’America dell’era Reagan. Per la verità il presidente degli Stati Uniti durante una crisi diplomatica aveva detto: “Dopo aver visto Rambo, so cosa dovremo fare la prossima volta”. Ma Rambo era un sociopatico rozzo e instabile, con oltretutto cuciti addosso i traumi della guerra del Vietnam: un guerriero buono in caso di emergenza, d’accordo, ma così truce da demoralizzare i veri patrioti e spaventare i bambini.

Gli anni Ottanta invece pretendevano facce e corpi euforici, ottimisti, ammalianti: e chi meglio di Maverick? Sorridente e guascone, macho e ribelle – è un pilota tutto istinto, di enorme talento ma riottoso alle regole –, che unisce l’ambizione di essere il numero uno al profondo senso dell’amicizia e del mettersi al servizio della comunità. È lui la vera sintesi di tutte le qualità richieste a un vero americano in anni ancora di guerra fredda, quando Reagan dichiarava che il comunismo sovietico era il “male assoluto”.

Top Gun resta un perfetto caso di marketing applicato al cinema: un successo frutto di un sapiente mix che accorpa un’ideologia esemplare e condivisa, protagonisti affascinanti, una storia più indirizzata alla pancia che al cervello e scene d’azione elettrizzanti. Sarà per questo che a Hollywood si parla insistentemente di un Top Gun 2. In fondo, Tom Cruise è ancora sulla cresta dell’onda e di questi tempi un nemico, sebbene la guerra fredda sia finita, non si fatica a trovarlo.
http://youtu.be/ksbVv59aJvo