Spazio Nea, la casa dell’arte e della cultura: Optima incontra Solito e La Mura

La galleria è diventata il punto d’incontro a Napoli per vedere una mostra, sorseggiare un caffè, ascoltare musica dal vivo. E leggere un libro di Iemme edizioni, marchio targato Spazio Nea: tanti progetti in cantiere, tra cui il nuovo racconto di Maurizio De Giovanni.

Luigi Solito Bruno La Mura raccontano Spazio Nea

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“A Natale eravamo sul New York Times”, dicono con orgoglio e un pizzico di incredulità Luigi Solito e Bruno La Mura, fondatori nel 2012 di Spazio Nea, sorprendente realtà napoletana che coniuga con intelligenza cultura e intrattenimento. Un luogo che è insieme galleria d’arte contemporanea ed elegante cafè bistrot, nel quale si alternano concerti e incontri letterari; e c’è anche la casa editrice di famiglia, Iemme Edizioni.

Lo Spazio Nea incanta in primo luogo con la bellezza della sua posizione: a piazza Bellini, in una corte che affaccia su di un magnifico doppio scalone settecentesco, in un distretto culturale sul quale convergono il Conservatorio San Pietro a Majella e l’Accademia di Belle Arti, il Museo Nazionale con le memorie greco-romane e il museo d’arte contemporanea Madre.

L’arte contemporanea è la vocazione del Nea: “Principalmente – dice Luigi – esponiamo artisti della metà degli anni Cinquanta ad oggi, dando spazio ai grandi nomi e agli artisti emergenti”. La caratteristica fondamentale sta nell’aver immaginato una sede per l’arte contemporanea aperta a tutti, senza vezzi elitari: “La prima legge di Nea – sottolinea Bruno – è l’apertura 365 giorni all’anno, dalle 9 del mattino alle 2 di notte. Questo naturalmente permette a chiunque di fruire in qualsiasi ora degli artisti che la Galleria propone”. “Ci sono delle gallerie – aggiunge Luigi – che ricevono solo su appuntamento, quindi sono invalicabili. Il nostro valico invece è sempre aperto. Questo ci pone su un piano di responsabilità maggiore, perché dobbiamo fare un lavoro costante di educazione, per far entrare l’arte contemporanea nel quotidiano delle persone”. Un lavoro fin qui egregio: sulle pareti del Nea sono state esposte opere di grandi artisti italiani e internazionali, da Lucio Fontana a Gino De Dominicis, da Matthew Barney ad Andres Serrano.

Nea è anche “un bistrot, dove abbiamo visite quotidiane di artisti, musicisti, che animano quello spazio e che generano un’atmosfera creativa”, ricorda Luigi. Nea accoglie continuamente iniziative che sposano cultura e intrattenimento: come il ciclo Gentle Hour, dedicato alle nuove proposte musicali e Teatro Match, un divertente gioco ideato dal critico Gianmarco Cesario in cui si sfidano i grandi autori teatrali.

Nel sistema Nea gravita anche Iemme edizioni, con un giovane e ricco catalogo che spazia tra saggistica e narrativa: “Nel momento in cui chiudono librai e piccoli editori – rivendica Bruno – noi, piccolissimi editori, ragioniamo sull’unica strategia per sopravvivere al mercato editoriale e portare avanti le nostre idee: una redazione liquida, con dinamiche molto più snelle rispetto alla vecchia idea di redazione e l’accordo con un distributore nazionale”.

“Abbiamo una collana di saggistica e una di esoterica – ricorda Luigi – ma le collane che privilegiamo sono quelle d’arte, chiaramente. Per esempio sono molto contento del catalogo di Salvatore Emblema, Transparency, presentato in anteprima al museo Moca di Los Angeles. Adesso stiamo puntando sulle collane di narrativa, Pantone e Pantone Neon”. Curata quest’ultima da Nando Vitali, nata con il volume di racconti di Francesco Costa, Napoli appesa a un filo, e che proseguirà con Athos Zontini, Carmen Pellegrino e soprattutto Maurizio De Giovanni, l’affermato autore noir, inventore del commissario Ricciardi e dei Bastardi di Pizzofalcone.

Il messaggio in bottiglia dell’sms dei sogni questa volta è doppio. Bruno lo invia a Lucio Amelio, il geniale gallerista che negli anni Settanta trasformò Napoli in una delle grandi piazze dell’arte contemporanea internazionale, inventandosi la leggendaria mostra Terrae Motus e portando a Napoli Andy Warhol e Joseph Beuys: “Lucio, risorgi per noi!”, è l’accorato appello di Bruno. Luigi invece sceglie un grande artista, l’enigmatico Mark Rothko: “Vorrei che mi spiegasse i suoi colori”.