Game Over per Nintendo che chiude i battenti in Brasile: ecco perchè

Un’alta tassazione oltre a pratiche burocratiche eccessivamente intricate sarebbero la causa di questo colpo di freno da parte di Nintendo nella terra delle Maracas.


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Giungono indiscrezioni tramite MarketWatch, a quanto pare il grande produttore di videogame, la Nintendo Co. Ltd, ha deciso di chiudere le vendite di giochi e console in Brasile.

La causa? Troppe tasse ed un sistema economico insostenibile.

Eppure non parliamo di un paesino di campagna, ma della prima economia dell’america latina, come è accaduto? Una dichiarazione di Bill van Zyll, il manager generale dell’azienda in America Latina, potrebbe spiegarci meglio la questione: “Il modello attuale non è sostenibile. Questo sistema con alte tasse per l’importazione, oltre a costi e prezzi elevati per la vendita dei prodotti Nintendo, non ha alcun senso”.

Un esempio?
Il popolarissimo gioco Super Smash Bros, di casa Nintendo, rilasciato recentemente su Americanas.com.br, uno dei più famosi siti di vendita online di videogame in Brasile, attualmente è venduto all’equivalente di 74$, contro i 60$ del mercato americano. Un 20% di incremento dovuto al sistema di tassazione brasiliano che va ad influire negativamente sul tasso di vendite. Lo stop alla distribuzione è la soluzione che Nintendo intende attuare in attesa di condizioni più favorevoli alla vendita. Uno stop che non andrà ad influenzare la vendita in altri paesi dell’America Latina, i quali hanno distributori diversi.

Attualmente il Brasile è al 120° posto su 189 nella classifica degli “ease of doing business”. Stilata annualmente dal World Bank Group questa classifica ordina i paesi secondo vari parametri per poi ordinarli con un punteggio aggregato in base alla facilità con cui è possibile creare e mantenere un’azienda. Al momento il Brasile ha avuto il peggior risultato per la categoria “tassazione”, confermando in pieno la tesi Nintendo, con una stima di 2600 ore all’anno impiegate per il pagamento delle tasse, contro le 366 di tutti gli altri paesi dell’America Latina e dei Caraibi e le 175 di tutti i paesi occidentali. Un’azione quella di Nintendo che forse obbligherà i vertici brasiliani ad una modifica della normativa vigente, o almeno così si spera.