Pino Daniele poteva essere salvato? Dopo l’autopsia, parla il medico legale

Dopo l'autopsia sulla salma dell'artista, il medico legale non esclude questa possibilità: un soccorso immediato avrebbe salvato Pino Daniele?

Pino Daniele poteva salvarsi dall'infarto? Parla il medico legale

INTERAZIONI: 8

Pino Daniele poteva essere salvato da quell’infarto che l’ha colpito la notte del 5 gennaio? Se lo sono chiesto in tanti, compresi i fratelli dell’artista, l’ex moglie Fabiola Sciabbarrasi, i suoi fan sconvolti da questa scomparsa improvvisa e dalle dinamiche controverse.

La corsa folle in auto dalla Maremma fino a Roma per raggiungere l’ospedale S. Eugenio in cui l’artista era in cura presso il suo cardiologo di fiducia ha destato molte perplessità tra gli stessi familiari, al punto tale da spingere la moglie a rivolgere un appello perentorio alla nuova compagna del bluesman: “Amanda era l’unica in macchina con Pino nell’ultimo viaggio, dica tutto quello che sa” ha dichiarato Fabiola Sciabbarrasi, madre dei tre figli di Pino Daniele, rivolgendosi alla nuova compagna dell’artista Amanda Bonini.

Dopo l’autopsia effettuata al Policlinico di Napoli, città che ha ospitato il funerale in Piazza del Plebiscito dopo la prima cerimonia a Roma, i dubbi sembrano farsi avanti ancora più prepotenti. L’esame autoptico è stato disposto dalla Procura di Roma, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti: l’esito conferma che Pino Daniele è morto per insufficienza cardiaca – e questo è parso chiaro fin dal principio – ma il malore non l’ha stroncato sul colpo.

A parlare dopo le polemiche degli ultimi giorni intorno alla scomparsa del cantautore è la professoressa Luisa Regimenti, presidente dei medici legali italiani nominata consulente di parte da Fabiola Sciabbarrasi. Intervistata da Conchita Sannino per l’edizione online di Repubblica, ha commentato così l’esito dell’esame sulla salma di Pino Daniele.

Se questo è l’esito dell’autopsia su un uomo, significa che non è morto per colpa di un infarto fulminante massivo. Sono termini che per noi medici, e che per eventuali ricadute giuridiche, significa qualcosa. Ecco.

Se l’attacco di cuore non è stato fulminante, Pino Daniele aveva qualche possibilità di scampare la morte con un soccorso immediato? Se è vero che “la sua vita era appesa a un filo” come ha dichiarato il suo cardiologo Achille Gaspardone, perché non attendere l’ambulanza in casa o portarlo immediatamente all’ospedale di Grosseto invece di intraprendere un lungo viaggio verso Roma? Queste domande, poste anche dal fratello Carmine all’indomani della morte, risuonano oggi ancora più forti dopo l’autopsia.

La dottoressa Luisa Regimenti sembra non escludere a priori che Pino Daniele avrebbe potuto salvarsi con un soccorso tempestivo.

Eh be’, a noi sembra che in casi generali di quella sofferenza e, ripeto non di attacchi fulminanti che prendono tutto il cuore, si può e si deve intervenire. E da medico, come chiunque medico, so che nelle primissime ore ci sono possibilità di salvezza.

C’è da registrare in merito alla questione anche l’intervento di Amanda Bonini: la compagna dell’artista ha voluto spiegare il motivo di quella decisione oggi tanto contestata e difendersi dalle “notizie non vere, stupidaggini, cose assurde” che circolano su giornali e tg.

Pino è entrato in macchina con le sue gambe dopo aver parlato con il suo cardiologo. Ho fatto quello che mi ha ordinato di fare. Tenevo alla sua vita più che alla mia. Ho messo a repentaglio la mia vita per inseguire l’unica possibilità che avevo di salvarlo.

Per i risultati completi degli esami autoptici bisognerà attendere circa 60 giorni, mentre la magistratura procede con l’inchiesta per omicidio colposo.