L’autopsia su Pino Daniele svela le cause della morte. Sciacalli nella villa in Maremma

La commozione per i funerali di Pino Daniele lascia spazio al capitolo giudiziario: ecco i risultati dell'esame autoptico, mentre in Toscana i ladri svaligiavano la sua villa

Pino Daniele speciale Unici su Rai2 martedì 3 febbraio 2015

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La salma di Pino Daniele è rimasta a Napoli dopo i funerali celebrati con grande seguito in Piazza del Plebiscito: presso l’obitorio comunale della città è stata effettuata l’autopsia sul corpo dell’artista, disposta dalla Procura di Roma nell’ambito dell’indagine contro ignoti per omicidio colposo. L’esame autoptico ha accertato le cause del decesso del bluesman partenopeo, arrivato già morto all’ospedale S. Eugenio di Roma dopo una folle corsa contro il tempo nella notte del 5 gennaio.

I risultati dell’autopsia, realizzata dai consulenti nominati dalla Procura di Roma, hanno stabilito che Pino Daniele è morto per insufficienza cardiaca ed hanno evidenziato anche una cardiopatia cronica di cui soffriva l’artista, come ben noto alle cronache e confermato anche dal suo medico personale. Questo l’esito dell’esame secondo quanto riporta l’Ansa, che aggiunge altri dettagli sull’autopsia svolta dai due medici legali Vittorio Fineschi e Giorgio Bolino e dal cardiologo Giuseppe Ambrosio: sulla salma di Pino Daniele non sono stati realizzati e esami tossicologici, ma accertamenti microscopici e di laboratorio che saranno inviati a pm di Roma nelle prossime settimane.

Presenti all’autopsia anche i periti nominati dalla ex moglie del cantante, Fabiola Sciabarrasi, Luisa Regimenti ed Enrico Marinelli: secondo il loro parere, l’autopsia “non può dare risposte definitive” su quanto accaduto al musicista e cantautore, rendendo necessari “ulteriori accertamenti sui prelievi con esami istologici e di altra natura” entro i prossimi 60 giorni, per avere un quadro completo. Di conseguenza, non si può stabilire quando la salma verrà cremata.

I periti hanno evidenziato come i risultati abbiano messo in luce ciò che era parso chiaro sin dal principio: Pino Daniele è morto per un attacco di cuore, quel cuore già malato da anni ed oggetto di precedenti interventi chirurgici.

L’autopsia ha evidenziato quello che ci aspettavamo sulla pregressa malattia: una cardiopatia importante ed una condizione di compenso funzionale precaria. Bisogna stabilire che nel momento critico in cui Pino Daniele ha avuto il malessere poteva essere soccorso o meglio o no. L’autopsia eseguita oggi è pertanto un’attività interlocutoria che non può dare risposte definitive.

Intanto, nel giorno in cui Napoli piangeva il suo cantastorie più talentuoso, gli sciacalli entravano in azione in Maremma: i ladri hanno fatto irruzione nella casa in cui Pino Daniele aveva trascorso il weekend con la compagna Amanda, la stessa in cui è stato colpito dal malore che lo ha ucciso. Scavalcando la recinzione ed aggirando il sistema di allarme, i ladri sono entrati da un ingresso posteriore. La villa nella campagna nel comune di Orbetello è stata svaligiata: soldi, preziosi, perfino due chitarre dell’artista sono state rubate, presumibilmente mentre si svolgevano i funerali romani. Il furto è stato scoperto dalla compagna del cantautore Amanda Bonini, rientrata l’8 gennaio nella villa insieme ai suoi due figli.