La capitale europea della cultura nel 2019? Massimiliano Virgilio e Radio3 tifano Matera

In questo fine settimana Radio3 sposta la sua programmazione a Matera. Chiude la 3 giorni, “Zazà”. Noi abbiamo incontrato uno dei suoi autori, Massimiliano Virgilio.

Massimiliano Virgilio in Optima Italia

INTERAZIONI: 8

Torna alla ribalta, più attuale che mai, la nostra intervista in Optima Italia a Massimiliano Virgilio.
Nel 2019 i Paesi che ospiteranno una città Capitale Europea della Cultura saranno Italia e Bulgaria. Per il Bel Paese 21 le città candidate ma nella short list da cui uscirà la vincitrice ci sono solo Cagliari, Lecce, Matera, Perugia, Ravenna e Siena, selezionate dalla Giuria Europea presieduta da Steve Green.

Giuria che tornerà a riunirsi in quest’ultimo quadrimestre del 2014 per annunciare la città prescelta ma intanto anche la sola nomination è importante per le 6 città dal momento che può portare importanti benefici a livello culturale, economico e sociale.

Molte le iniziative in campo a sostegno dell’una e dell’altra città e – a livello mediatico – Radio3 ha già deciso per chi “tifare”. Sono 4 anni, infatti, che l’emittente radiofonica accompagna la città dei Sassi in questo suo lungo percorso verso il titolo, spostando quasi tutta la sua programmazione per tre giorni in terra lucana.

Quest’anno MateRadio si terrà dal 19 al 21 settembre e saranno tre giorni in cui raccontare con linguaggi diversi realtà locali, prospettive europee e finestre sul mondo. Musica, teatro, dibattiti e momenti per i più piccoli saranno gli ingredienti principali di un lungo week end che si concluderà con una delle trasmissioni culto di Radio3 cioè “Zazà” di cui qualche mese fa noi abbiamo incontrato uno dei suoi autori, Massimiliano Virgilio, scrittore di “Arredo casa e poi mi impicco”, edito da Rizzoli.

Libro scritto mentre Massimiliano continuava nella sua attività di operatore sociale, occupandosi di cultura nelle sue forme più disparate, non preoccupandosi delle etichette ma cercando quelle che lui definisce “interferenze” tra un genere e un altro, tra un settore e un altro. Ed è questo il filo rosso che tiene insieme questi anni e le diverse attività svolte e che ritroviamo nell’ultimo romanzo.

Una scrittura apparentemente semplice – ci dice – una storia piana caratterizzata da una “non-trama” (nel senso dell’assenza di colpi di scena eclatanti) ma che vive, invece, di un umorismo feroce che ora si fa cifra comica, ora grottesca, che guarda a quella commedia all’italiana amara di Monicelli dove l’ironia diventava l’unica arma per vivere e sopravvivere.

Una storia – quella di “Arredo casa e poi mi impicco” – dove, lontano da ogni stereotipo, Napoli “scompare”, non assurge a ulteriore personaggio del libro. Volontariamente, ci spiega Virgilio, perché la sua ambizione è che la storia narrata, la storia di Michele, i suoi sogni, le sue frustrazioni, possano appartenere a qualsiasi “localizzazione geografia”. E nello stesso tempo il non mettere in primo piano Napoli nasconde anche un sogno, il sogno di una città “normale”, che non debordi ad ogni pagina come nella vita. 

Le ultime battute del nostro incontro sono dedicate, però, alla radio e a “Zazà”. L’esperienza sicuramente più singolare dal momento che la scrittura – ci dice – in radio si deve necessariamente piegare alle esigenze della voce, è una scrittura che non può non tener conto che chi ascolta non ha il “supporto” della fisicità, della presenza in video, né tantomeno della carta stampata.

E infine un consiglio a quanti – come lui – vorrebbero fare della scrittura il proprio pane quotidiano: di essere onesti con se stessi e riconoscere se si ha davvero talento e poi studiare, sempre e tanto.