Brasile 2014, un Mondiale da dimenticare?

La parola a Iolanda Bronzoni, studentessa Optima Erasmus a Lisbona


INTERAZIONI: 7

Il Mondiale di Calcio Brasile 2014 si è concluso, con la vittoria della Germania, l’unica squadra veramente impeccabile in campo e che quindi ha giustamente meritato il trionfo. Ma troppe cose non sono andate per il verso giusto in un’edizione che in molti, a partire dai brasiliani che hanno ospitato il torneo, vorrebbero archiviare il prima possibile. Polemiche pre e post partite, lodi spesso gratuite a giocatori non all’altezza delle aspettative (vedi il trofeo, immeritato secondo molti, a Lionel Messi come miglior giocatore del Mondiale). E ancora violenze, impianti faraonici e a volte nemmeno terminati, temperature torride che non hanno aiutato i giocatori, e in generale partite poco emozionanti, finale compresa.
Abbiamo chiesto a Iolanda Bronzoni, studentessa Optima Erasmus a Lisbona di tirare le somme di quest’edizione.

Si può parlare di Mondiali più deludenti degli ultimi anni?

Da italiana direi che è stato molto deludente, ma credo che i tedeschi, gli argentini o gli olandesi non la pensino allo stesso modo. Ma per quanto riguarda gli azzurri la delusione è stata tanta. Non c’è stata grinta, non c’è stato spirito di gruppo, insomma è mancata la voglia di scendere in campo e dare il massimo. I nomi più attesi, come Balotelli, Insigne e Immobile, hanno tradito le aspettative, e per il Brasile non è andata meglio. Sono arrivati in semifinale dopo una serie di circostanze fortunate, ma hanno rivelato la loro pochezza con la Germania e poi con l’Olanda. Comunque globalmente direi che questa non è stata l’edizione più indimenticabile dei Mondiali.

Il Brasile non ha brillato nè sul campo nè fuori. Come hanno commentato i tuoi amici brasiliani l’intera edizione? Erano d’accordo nell’ospitare la manifestazione?

Nessuno dei miei amici brasiliani era d’accordo con la decisione di ospitare i Mondiali. Spese inutili per stadi che molto probabilmente resteranno inutilizzati, denaro tolto alla sanità pubblica, all’istruzione, ai giovani. Le critiche apparse sulla stampa mondiale (di cui avevamo già parlato in un precedente articolo), hanno lasciato trasparire solo una minima parte di quello che è stato scritto sui giornali brasiliani. In tutto il Brasile, da Rio a Brasila, ci sono state manifestazioni di protesta per far sentire il malcontento di gran parte della popolazione. Manifestazioni stroncate con la violenza, così come con la violenza sono state sgombrate le favelas che toglievano spazio agli impianti sportivi o rovinavano il panorama che i turisti accorsi ai mondiali guardavano dai loro alberghi di lusso..Ovviamente non voglio dire che ai brasiliani era indifferente la sorte del loro team solo perché non condividevano la scelta del Brasile come paese ospitante. Ma credo che i disordini scoppiati dopo la sconfitta in semifinale, più che un modo per sfogare la rabbia fosse solo l’espressione di un malessere che covava sotto le ceneri da molto tempo…

Trovi giusto che i Mondiali monopolizzino le prime pagine a scapito di notizie ben più gravi o significative?

I Mondiali, come il campionato o la Champions League sono, da sempre, quasi come una droga per il grande pubblico, l’oppio del mondo che stordisce e distoglie da altri problemi. Non voglio essere populista o retorica ma mentre gli occhi del mondo erano puntati sull’inaspettato sette a uno del Brasile, in Medio Oriente è in corso un massacro che sta uccidendo civili innocenti. Scandalizziamoci anche per Israele e la sua pulizia etnica che sta portando avanti in Palestina.
E invece la prima pagina del Corriere della Sera di ieri riportava in prima pagina una grande foto della finale di Coppa del Mondo e un breve titolo al confiltto israele-palestinese: questo è cio che dovrebbe scandalizzarci, non le brutte performance di Julio Cesar o Messi. Perche fa piu audience un gol (sebbene spettacolare) di Van Persie piuttosto che la collina di Siderot dove gli israeliani si godono lo ”spettacolo” dei droni lanciati su Gaza? E’ un interrogativo a cui non riesco a trovare risposte.