DiveLike ovvero il piacere di andare sott’acqua per esplorare i più bei fondali sottomarini

E’ nato il portale turistico per la subacquea che mette in comunicazione divers (subacquei) e diving center (strutture che offrono servizi ai subacquei).


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Accade a Napoli e i protagonisti sono Valerio Barbera, laureato in ingegneria informatica e Cto, di origine messinese ma da anni residente nella città partenopea. Sebastiano Sicignano, laureato in Informatica a Salerno, di Agerola, è il Ceo della società. C’è inoltre Francesco Criscuolo, responsabile area marketing CMO , laureato in Informatica a Salerno. Sono loro tre ad aver costituito, da meno di un anno, la società semplificata Aventure.  Amici oltre che colleghi, tutti e tre lavoravano in Ericcson: il 15 dicembre scorso si sono licenziati per impegnarsi esclusivamente al progetto DiveLike ovvero al piacere di andare sott’acqua.


Divelike è un portale turistico per la subacquea  che mette in comunicazione divers (subacquei)  e diving center (strutture che offrono servizi ai subacquei):  http://www.divelike.com/

“La nostra mission  – sottolinea infatti Valerio – è di diventare la più grande e dettagliata base informativa dei punti di interesse subacquei al mondo, producendo informazioni di tipo turistico e scientifico fruibili da tutti gli utenti della rete”.

 Il portale turistico sarà strutturato in modo che, da un lato, supporti gli appassionati subacquei e, dall’altro, i diving center, strutture che offrono servizi a chi ama immergersi  per aiutarli a scoprire e valorizzare i più bei punti subacquei del mare nel mondo.

In che modo lo fanno? ”In questo momento la costruzione dei punti è partecipativa – racconta Sebastiano – abbiamo diversi iscritti che ci segnalano i luoghi e poi lavoriamo attraverso un’attività di marketing.”

E da dove siete partiti? “Noi abbiamo constatato che l’offerta commerciale di questo settore è completamente esclusa dai network turistici e culturali online – spiega Valerio, vero esperto subacqueo – Non c’è modo di reperire informazioni su come acquistare esperienze legate all’attività, alla passione subacquea”.

Insomma i tre coraggiosi amici si sono resi conti che il settore, pur avendo  una certa peculiarità, non è integrato nei contenitori turistici già esistenti. Giusto ed opportuno, perciò, creare  un’area specifica  per i subacquei ed è ciò su cui i tre stanno velocemente lavorando.

E c’è di più: agli appassionati viene offerta anche la possibilità di praticare lo snorkerling cioè l’immersione con maschera per ammirare i fondali marini. Non hanno bisogno di brevetti per farla ma sono i diving center che danno una preparazione di base per l’immersione.

A che punto è il progetto? “In questo momento stiamo popolando il contenitore – dicono Valerio e Sebastiano – il vero lavoro di DiveLike è sulla capacità di informare sui punti subacquei. Vogliamo creare per i subacquei un valore sulla sicurezza perché informazione significa proprio sicurezza”.

Attraverso il portale DiveLike si accede alla scheda tecnica, si può conoscere il livello di immersione e dunque capire se è nelle possibilità dell’utente farlo. Le informazioni saranno completate da  mappe e recensioni di altri subacquei.

L’obiettivo è garantire la massima concretezza. Infatti i tre stanno lavorando affinché i loro contenuti siano integrati nei network turistici più importanti e nei sistemi di booking. Attualmente non è possibile comprare direttamente una immersione online o sapere di cosa si tratta. E’ solo possibile contattare il diving center  per magari prenotare. Inoltre i tre soci vogliono dialogare con le aree marine protette e con quelle comunità interessate a  valorizzare la risorsa mare.

Qual è la vostra innovazione? “Noi stiamo lavorando al settore subacqueo per portare gente a mare in modo più informato e più sicuro ”.

Lasciare il lavoro è stata una sfida? Valerio ancora: “I giovani devono soddisfare le esigenze che hanno. Noi vogliamo sfruttare una opportunità e sperimentare un lavoro autonomo per garantirci una prospettiva di vita più affine alle nostre aspettative”

La decisione è legata anche all’opportunità di vivere più a contatto con la gente: “Non vogliamo stare chiusi dentro mentre il mondo gira così velocemente – concludono Valerio e Sebastiano – fuori stiamo imparando e costruendo più strumenti per fronteggiare la crisi”.