Rifugiati in viaggio verso Bruxelles, tra blocchi e proteste

La parola a Daniele Laino, studente Optima Erasmus a Liegi


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È stato un viaggio all’insegna degli imprevisti quello dei rifugiati della “Carovana europea dei migranti”, che, partiti da Torino, erano diretti a Bruxelles per la manifestazione europea dei profughi il 26 giugno e il “Summit alternativo sul futuro delle lotte che riguardano i migranti” che si terrà in concomitanza con la riunione dei capi di stato dell’Unione Europea. La delegazione italiana tuttavia è stata trattenuta numerose volte. Il primo stop si è verificato al traforo del Gran San Bernardo, dove le autorità svizzere hanno negato l’accesso. I pullman hanno fatto dietrofront e hanno proseguito per il tunnel del Monte Bianco che conduce in Francia. Tuttavia, una volta superata la galleria, il gruppo ha trovato ad attenderlo un vero e proprio schieramento di forze. Dopo ore di perquisizioni e controlli cinque migranti sono stati fermati dalle autorità francesi, processati per direttissima e riammessi in Italia senza alcuna condanna, una volta constatata la regolarità del loro permesso di soggiorno.

Abbiamo chiesto le opinioni di Daniele Laino, studente Optima Erasmus a Liegi, in Belgio.

Il blocco della delegazione italiana dei migranti in viaggio per Bruxelles ha riacceso l’attenzione sulla figura del “rifugiato”. Nell’ambito dell’attuale scacchiere internazionale, quali sono i motivi che portano alla persistenza di questo fenomeno?

Purtroppo le cause sono banali, ma gravi: intorno a noi, nel mondo, ci sono conflitti ancora aperti, che durano anche da secoli, e che non garantiscono la pace di tutti i popoli della terra.Lo statuto di “rifugiato” è riconosciuto dall’Unione Europea tramite una serie di norme, e grosso modo è attribuito agli individui che, non potendo per la propria incolumità restare nel paese di origine, sono costretti ad emigrare. Sono quindi, in teoria, tutelati sia durante la loro migrazione, che durante il loro soggiorno; rimpatriare un rifugiato è infatti una grave violazione delle norme europee. Queste persone provengono da paesi attraversati da conflitti etnici o guerre civili, o guerre di religione che colpiscono appunto l’individuo in sé, che ha quindi diritto di ricevere asilo politico in un paese europeo. Per questo l’ONU creò alcuni decenni fa l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, fornendo dei punti e delle normative volte a identificare e tutelare i rifugiati.

Qual è la posizione del Belgio sulla questione dei rifugiati?

I rifugiati per Bruxelles, e sono felice di sapere che il Belgio si era offerto di accoglierli, sono solo una piccola parte del reale flusso migratorio; tuttavia, negli ultimi tempi l’affermarsi di partiti populisti, nazionalisti, euroscettici, sintomo e al contempo malattia della crisi mondiale che sta esacerbando gli animi (stesso identico scenario del secolo scorso), sta causando delle ritrattazioni e delle violazioni di queste norme. Per la nuova Francia di Front National, i rifugiati su quel bus non erano altro che dei potenziali clandestini; stesso dicasi per la Svizzera, che come sappiamo recentemente è stata al centro dell’attenzione per la sua decisione di esigere delle tasse annuali dai lavoratori immigrati. Purtroppo si tratta di situazioni per ora senza via d’uscita: fin quando noi stessi, i paesi europei che dovrebbero essere più “forti”, non riacquistiamo la solidità economica e soprattutto sociale perduta, i casi di xenofobia e di intolleranza si moltiplicheranno. Se da un lato è quasi sempre ammirevole la politica del Belgio verso immigrati e rifugiati, dall’altro lato, sul piano del “popolo”, ho raccolto parecchi pareri di persone che, pur non avendo votato N-VA (Nuova Alleanza Fiamminga) o Vlaams Belang, vedono la presenza dei tanti stranieri o oriundi in Belgio con insofferenza e fastidio. Io stesso giorni fa per visitare l’Irlanda ho dovuto prima sottomettermi a dei controlli di polizia, cosa che non era mai avvenuta recandomi in Germania oppure appunto in Belgio. E’ questa Europa solo un’illusione?

Questi controlli non ci fermeranno – ha dichiarato Aboubakar Soumehoro, portavoce degli organizzatori dell’iniziativa – i rifugiati sono un problema per tutti, in primis dell’Unione Europea, che calpesta continuamente i loro diritti. Anche se bloccano i nostri pullman andremo a piedi, non basta presidiare le frontiere per fermarci”. La Carovana Europea dall’Italia, promossa dal Movimento Migranti e Rifugiati, dall’Usb insieme alla Coalizione internazionale dei Sans-Papiers e Migranti Europa, è potuta ripartire poco dopo le 14, dopo nove ore di sosta forzata. Ma senza i 5 fermati.