Divorzio breve, tutti d’accordo (o quasi)

La parola a Francesca Sorrentino, studentessa Optima Erasmus a Granada


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Un brutto segnale politico e una scelta rischiosa. Queste le dichiazioni di Monsignor Nunzio Galantino, Segretario generale della Cei, secondo cui il sì della Camera alla proposta di modifica della legge sul divorzio, che favorisce lo scioglimento anticipato del matrimonio, non può essere una conquista di cui andare fieri, e accelera anzi la deriva culturale della società. “La fretta -afferma monsignor Galantino- è sempre una cattiva consigliera, che impedisce la riflessione e il confronto tra le coppie e non permette alla società di recuperare i veri valori”. Per Carlo Cardia, giurista e editorialista di Avvenire è l’inizio di una più ampia delegittimazione del matrimonio, che si vorrebbe ridurre a evento privato e soprattutto rescindibile, nè più nè meno come un contratto di lavoro.
Le nuove norme prevedono quindi un termine di 12 mesi per la separazione giudiziale, e di appena 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza di figli. La comunione dei beni sarà sciolta non appena si sottoscrive la separazione consensuale. La legge inoltre verrà applicata anche ai procedimenti tuttora in corso.
La modifica al disegno di legge è stata proposta da Alessandra Moretti del Pd e Luca D’Alessandro di Forza Italia, ed è stata approvata con 381 voti a favore, 30 contrari e 14 astenuti. Una votazione che ha messo d’accordo una maggioranza schiacciante e per una volta trasversale, che ha accolto l’esito con un applauso.

Solo alcuni deputati infatti hanno espresso il loro disappunto. Per Paola Binetti, deputato dei Popolari per l’Italia-Udc, che hanno votato compatti per il no, chiudere un matrimonio in pochi mesi significa precludersi ogni possibità di riflessione e di ripensamento, e sarebbe meglio invece prendere in considerazione strategie di prevenzione, che constrastino le scelte spesso alla base dei divorzi, come il lavoro eccessivo oppure il precariato, situazioni spesso fonte di dissidi coniugali.
Esulta invece Luca D’Alessandro, uno dei due relatori. “Oggi non solo abbiamo aggiornato la legislazione ma siamo anche venuti incontro alle famiglie. Questa legge è infatti a favore del matrimonio perché non alimenta la paura dell’odissea giudiziaria cui bisogna sottoporsi se le cose finiscono male”, ha dichiarato D’Alessandro.

Abbiamo chiesto le opinioni di Francesca Sorrentino, studentessa Optima Erasmus a Granada.

Condividi le posizioni della CEI e in generale della Chiesa che hanno parlato di deriva culturale con l’approvazione del divorzio breve?

Non sono d’accordo sul fatto che il divorzio breve sia responsabile dell’accelerazione dello sfascio delle famiglie e della morale. Le cause per la fine di un matrimonio possono essere molteplici: tradimento, gelosia, fine di un amore, e senza soprattutto quest’ultimo presupposto, ovvero il sentimento amoroso, viene a mancare ció che dovrebbe costituire la base dell’unione coniugale. Ovviamente questo non esclude che molte famiglie, in seguito ad un divorzio, si dividano. I figli spesso appaiono come “oggetti” contesi tra i propri genitori e non si riesce a creare un punto d’incontro per stabilire pace, tranquillitá, ma soprattutto rapporti civili tra la ex coppia. Ci sono anche casi in cui il divorzio non cambia (almeno a grandi linee) il rapporto stabilitosi anni prima ed è per questo che i genitori continuano ad occuparsi dei propri figli anche se, nel caso dei padri, la questione risulta piu difficile, poiche spesso i figli risiedono in casa con le madri fino alla maggiore etá e risulta piu complicato e “doloroso” per l’altro genitore vivere lontano dai propri figli e dalla propria quotidianitá. A ogni modo moltissime coppie, quando arrivano alla decisione di divorziare, sono giunte a un livello di incompatibilità reciproca tale che è molto improbabile che tornino sui loro passi, quindi ben venga una legge che risparmia inutili attese e lungaggini.

Quali sono i tempi per un divorzio in Spagna? Sono più rapidi che in Italia?

Il 10 luglio 2005 è entrata in vigore in Spagna la legge che ha apportato modifiche al Codice Civile in materia di separazioni e divorzi. La legge è stata chiamata “Legge del divorzio express” e si basa sui seguenti presupposti: la consensualitá dei coniugi, l’aver contratto matrimonio da almeno tre mesi ed infine il domicilio all’interno del territorio spagnolo. In questo modo non è necessario passare attraverso l’istituto della separazione e non è necessario esporre le cause del divorzio. Secondo alcune statistiche il divorzio più rapido si è registrato proprio in Spagna (precisamente nelle Asturie) con un record di soli 5 mesi, ottenendo cosi un primato rispetto alle lunghe pratiche che avvengono in Italia e nel resto dei paesi d’Europa. Nonostante questi dati, per nulla positivi, molte sono le coppie che decidono di intraprendere il cammino del matrimonio, civile e religioso, insieme al proprio partner, perché guidati da un forte sentimento amoroso, ma questo non significa che il loro legame sia destinato a durare per sempre, proprio come ci viene dimostrato dalle statistiche.

Come spieghi quest’irreversibile aumento di divorzi e separazioni in Italia come altrove?

La nuzialita’ in Europa è decisamente in calo, a differenza delle separazioni e dei divorzi che si dimostrano in netto aumento. A parer mio tutto ció accade poiché oggi la societá preferisce basarsi su altro, piuttosto che sui valori fondamentali che mantengono salda una famiglia. Ovviamente, venendo a mancare questi valori, le coppie entrano piú in contrasto tra di loro, la comunicazione con i figli appare come qualcosa d’insensato e quasi impossibile e il tutto finisce per basarsi su un rapporto dare-avere che non costituisce per nulla ció su cui una vera famiglia dovrebbe basarsi ovvero amarsi, aiutare il prossimo e soprattutto rispettare se stessi e gli altri che ci circondano.

L’auspicio di D’Alessandro e Moretti, che avevano tentato di varare il procedimento da diverse legislature, è che i tempi al Senato siano rapidi, in modo che la proposta di modifica sia definitivamente approvata.