Festival plurale e Festival nei teatri napoletani e nei luoghi incantevoli del golfo di Napoli

Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, Accademia di Belle Arti di Napoli, ex Dormitorio Pubblico, Galleria Toledo, Ridotto e Teatro Mercadante, Teatro Nuovo, Teatro San Ferdinando, Teatro Sannazaro


INTERAZIONI: 7

Il countdown è cominciato: il 6 giugno si alza il sipario sulla settima edizione del Napoli Teatro Festival Italia 2014. “Chi verrà a Napoli attirato da questa rassegna artistica si accorgerà che una folla di spettatori – ha detto il direttore artistico  Luca De Fusco – si alternerà tra gli spettacoli dei teatri del centro storico e quelli dei siti ” speciali” che fanno riscoprire, ai napoletani e non, luoghi suggestivi e dimenticati della città. Quest’anno di nuovo la magia di Pietrarsa, tra Napoli e Portici, di questa cittadella dello spettacolo che guarda Napoli in una sorta di controcampo della collina di Posillipo”.

Questi i numeri e le novità dell’attesa kermesse: trenta spettacoli con tante prime assolute e ovviamente italiane, con un focus dedicato ad uno dei più grandi scrittori russi: Anton Cechov. Non può mancare l’omaggio a Eduardo De Filippo, a trent’anni dalla morte, con una delle più famose commedie:  “Il sindaco del Rione Sanità'”,  con l’attore Eros Pagni, la regia è di Mario Sciaccaluga, in coproduzione con lo Stabile di Genova e di Napoli.

Sul magico palcoscenico del Museo Ferroviario di Pietrarsa l’inaugurazione il  6 giugno con l’irrinunciabile spettacolo dell’israeliana Vertigo Dance Company in “Reshimo”,  e successivamente ancora in “Mana”. La collaudata compagnia ritorna dopo il successo del 2012 e 2013.

“Siamo la più grande manifestazione teatrale italiana”, ha sottolineato  De Fusco presentando il programma alla Camera di Commercio di Napoli, unico partner privato della manifestazione organizzata dalla Fondazione Campania dei Festival con i fondi Por. Una geniale intuizione per una manifestazione che genera sviluppo e i cui spettacoli girano il mondo.  Oggi abbiamo fondi e pubblico”, ha ribadito il direttore artistico. Peraltro in perfetta armonia con l’assessore alla cultura della Regione Campania Caterina Miraglia che, per il prossimo anno, ha anticipato: “Si sta già studiando un coinvolgimento di siti come il Rione Terra e Castel Sant’Elmo.

“Siamo nella governance della Fondazione perchè convinti che fare cultura con l’impresa e fare impresa con la cultura è possibile – ha detto il presidente della Camera di Commercio Maurizio Maddaloni – ma è anche una equazione possibile che si deve tradurre nel binomio turismo e cultura”. Mentre si celebra una concreta sinergia tra i teatri e le diverse istituzioni culturali presenti, tra cui anche il Teatro San Carlo, scorre il ricco cartellone del Festival: www.napoliteatrofestival.it

“E che dire del meraviglioso modo di recitare degli attori russi, che esprimono una delle maggiori scuole teatrali del mondo – si chiede il direttore –  spesso accostata a quella napoletana che qui, con il repertorio eduardiano o con Lello Arena e molti altri sono ovviamente degnamente rappresentati?”

Il focus Cechov prevede tre allestimenti di “Zio Vanja”: di Andrei Konchalovsky, uno Zio Vanja (titolo Un Vania) del regista argentino Marcelo Savignone, uno Zio Vanja firmato dal regista lettone Rimas Tuminas, molto poco tradizionale e pluripremiato come il più interessante evento russo dell’anno. E dedicati a Cechov ci sono anche Tre sorelle, con la regia sempre di sempre con la regia di Konchalovsky,  Un abbiano di Gianluca Merolli, giovane artista che lavora tra cinema, teatro e musica, ed ancora Il Giardino dei Ciliegi”, con la regia dello stesso De Fusco.

“La formula dei cantieri d’arte teatrale sono una mia fissazione – ha ribadito De Fusco – dove prevale la logica della mescolanza dei linguaggi e delle esperienze. Infatti registi teatrali di prima grandezza, veri e propri Maestri, che tornano da noi per la seconda volta, come Lluis Pasqual, Andrei Konchalovsky, Maurizio Scaparro; registi di grande livello internazionale, ma dal taglio meno classico come Alvis Hermanis o Rimas Tuminas; artisti di teatro sperimentale, veri e propri poeti del teatro off come Claudio Remondi, Enzo Moscato o Davide Iodice”.

Ben tre allestimenti nascono da audizioni tenutasi a Napoli tra cui “Finale di partita”, di Samuel Beckett, Lello Arena, il  regista è Lluis Pasqual. “La complicità che c’è a Napoli – ha rilevato Pasqual  – tra l’energia del pubblico,  gli attori e il palcoscenico è un miracolo difficile da produrre in un mondo contemporaneo”.

E  di rimando il commediografo e regista Manlio Santanelli, presente in cartellone con lo spettacolo “Per oggi non si cade”, regiadi Fabio Cocifoglia,   ha replicato a Pasqual “In altre città gli attori sono protetti, qui oltre alla bravura fanno leva esclusivamente sulla loro volontà..di sopravvivere”.

Una sezione sarà dedicata all’infanzia con il Pinocchio di Collodi, regia di Gustavo Tambascio tra le ospitalità nazionali, anche spettacoli di Roberto Ando’ (“Good People” di Lindsay Abaire) e Paolo Valerio (“Le ho mai raccontato del vento del nord”). Tornano al festival i napoletani Arturo Cirillo con “Scende giù per Toledo” di Patroni Griffi e Francesco Saponaro con “Dolore sotto chiave” di Eduardo. Enzo Moscato propone “Istruzioni per minuta servitù” mentre il regista Maurizio Scaparro presenta un riallestimento di “Amerika” di Kafka.

Ed ancora, tra gli spettacoli va segnalata la particolarissima rilettura in chiave onirica di Hermanis del mito di Kaspar Hauser, una delle rappresentazioni più insolite del festival.

Mentre  per gli appassionati lettori di Irène Némirosky l’interessante format  che presenta appunto il Caffè Némiroskyun ciclo di letture dedicato alla scrittrice ucraina morta ad Auschwitz.

Settanta per cento dei biglietti già  venduti, gli spettacoli di danza della Vertigo Dance Company sono i primi ad andare esauriti ma saranno applauditi anche Emio Greco, una delle star emergenti della coreografia mondiale e lo spettacolo di Alessandra Panzavolta che, dopo quattro anni di successi alla guida del corpo di ballo del San Carlo, lascia Napoli rifondando il Balletto Nazionale del Kossovo che cerca di tornare alla vita attraverso la danza.

 Peggy Guggenheim – Donna allo specchio, testo di Lanie Robertson, è invece il titolo dello spettacolo di  Alessandro Maggi, si rappresenta la storia di Peggy,  figlia di Benjamin Guggenheim e nipote di Solomon Guggenheim, fondatore del Museo di New York. Mentre  Vietato ballare/Interdit de dancer è invece un testo che nasce dalla storia personale della giovane regista napoletana Alessia Siniscalchi.

Al lavoro per il festival anche gli studenti dell’Accademia di Belle Arti, così come gli allievi del master di giornalismo del Suor Orsola Benincasa.

Festival plurale tra diverse culture e Festival nei teatri napoletani e negli incantevoli luoghi del golfo di Napoli per una grande ed appassionata kermesse che dura fino al 22 giugno. Affrettatevi a prenotarvi!