La crisi in Ucraina assume contorni sempre più minacciosi e da più parti si teme che possa avere pesanti ripercussioni sull’Europa.
In particolare la Russia esorta la comunità internazionale a mettere la parola fine al conflitto, generato, secondo il Ministero degli Esteri del Cremlino, da “un’orda di fanatici, estremisti ultra nazionalisti”.
Il tutto all’indomani di una nuova giornata di scontri in cui cinque persone hanno perso la vita nei pressi di Slavyansk, dove le forze governative ucraine stanno cercando di riprendere il controllo del territorio.
E’ infatti in pieno svolgimento la campagna offensiva di Kiev verso le città oltre il Donetsk, dove le milizie filo russe hanno preso d’assedio gli edifici governativi di diverse città.
Dall’altra parte della barricata sono ormai 40000 i soldati russi ammassati al confine orientale, pronti a intervenire in 12 ore in caso di ordini superiori. E Il recente “bagno di sangue causato dall’Ucraina e dai suoi amici occidentali”, come lo ha definito il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, sembra essere un ulteriore pretesto che potrebbe essere utilizzato da Mosca per sferrare il contrattacco.
L’Ucraina d’altro canto sembra pienamente fiduciosa sul supporto della Commissione Europea, con cui il premier ucraino Arseniy Yatsenyuk avrà un colloquio personale a Bruxelles il 13 maggio.
La preoccupazione è palpabile nelle parole del Ministro degli Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier, che parla di “forze ormai sfuggite sia al controllo ucraino che a quello russo”. Meno diplomatico il Ministro della Difesa polacco, Tomasz Siemoniak che non esita a denunciare “chiari segnali di interferenza da parte della Russia per provocare una spaventosa guerra civile in Ucraina”. Ed è proprio la Polonia il paese più direttamente coinvolto nell’escalation della crisi, sia per la vicinanza geografica, sia perchè la Nato ha deciso di inviare le un ingente numero di truppe sul suolo polacco, ufficialmente per esercitazioni. Luca Ciciriello, studente Optima Erasmus a Olsztyn, ci ha spiegato il punto di vista della Polonia:
Il popolo polacco, così come il Governo, assistono con preoccupazione all’atteggiamento russo nei confronti dell’Ucraina e della Crimea. La Polonia, infatti, non vuole che la crisi ucraina diventi per il presidente russo Putin l’occasione per riaprire conquiste territoriali. Si pretende che l’Ue e la Nato (di cui la Polonia fa parte da quindici anni) adottino una posizione più severa nei confronti del pericoloso vicino, e quindi la Polonia appoggia con favore qualsiasi apporto occidentale.
Aggiunge Luca:
Chiaramente, però, la Polonia vuole evitare di disseppellire i fantasmi del passato, non vuole cioè che si ripeta quanto avvenuto durante la Seconda Guerra Mondiale (ricordiamo che Varsavia è stata rasa al suolo in seguito all’invasione tedesca). In questo periodo Erasmus, molti studenti polacchi hanno riferito di avere una storia da “sottomessi”, ora dalla Russia, ora dalla Prussia, ora dalla Germania nazista. Le nuove generazioni vogliono godere della libertà conquistata dopo il conflitto mondiale e la fine della dittatura comunista. Il popolo polacco vede con cattivo occhio il passato governo comunista, tanto che vuole che Varsavia assuma sempre più le caratteristiche delle tipiche città occidentali. La Polonia ha anche espresso solidarietà nei confronti del popolo ucraino illuminando il Palazzo della Scienza e della Cultura, l’edificio più imponente di Varsavia e dell’intera Polonia, di blu e giallo, i colori della bandiera ucraina. La speranza polacca è, quindi, che il governo ucraino non ceda alle minacce russe e che la Nato e l’Ue reagiscano ponendo fine a questa situazione di stallo.
Lo scambio di accuse continua inesorabile e si avvicina sempre più il 9 maggio, festa nazionale ucraina di liberazione dal nazismo. Un evento che quasi certamente porterà a nuove tensioni.