Vedi un trailer che ti piace, ti infervora, ma poi capita (spesso) che vedi il film e ti delude. Molte meno invece, le probabilità che vedi un trailer che non ti piace, poi vedi il film e ti sorprende.
Robocop non fa parte delle eccezioni. Il trailer di questo reboot diffuso nell’ormai lontano settembre 2013, quando gli alunni sono chiamati a riparare le loro mancanze, aveva lasciato quel sapore di sufficienza appena raggiunta, e di candidatura volontaria all’interrogazione proprio non richiesta (i giovani mi perdonino quest’ultima utopia) . E la terminologia scolastica non è casuale visto che molti dei quali hanno amato il personaggio Robocop, nel 1987 erano seduti tra i banchi di scuola.
Vivo o morto tu verrai con me, era la frase con cui convincevo il mio compagno di banco (ciao Francesco) a marinare la scuola. Chi non si è sottratto alla lezione è invece il regista brasiliano Josè Padilha, che però più che tra i banchi è salito in cattedra e ha tenuto una lezione sì spettacolare, ma troppo didascalica e senza cuore. Dall’autore di Tropa de elite (se non lo avete visto dategli una chance) mi aspettavo proprio il contrario, sperando che questa sua sensibilità avrebbe potuto salvare il progetto. E invece Robocop resta schiavo di un testo scritto male che attira l’attenzione con i suoi effetti speciali e la maggiore vicinanza cronologica agli eventi narrati, ma proprio come il suo protagonista difetta in umanità.
Robocop è disponibile nelle nostre sale da giovedì 6 febbraio. Il trailer lo trovate qui.