Se X Factor 7 è “il talent più vicino all’industria discografica“, come ha dichiarato l’ideatore del format Simon Cowell, anche gli altri programmi che sfornano talenti musicali non sono da meno: la pensa così Simona Ventura, che a poche ore dalla messa in onda della terza puntata dello show dedicata ai temuti Bootcamp, si è concessa ai microfoni di Vanityfair.itper una breve intervista.
La giudice veterana di X Factor è convinta che i talent show siano una fucina di talenti, forse ormai l’unica grande possibilità per sfondare nel mondo della musica. Un discorso che vale per tutti i programmi, anche per la concorrenza: “Ci sono tantissimi cantanti usciti da Amici, come Alessandra Amoroso che mi piace tantissimo, o Emma. Credo che i talent in Italia siano gli unici ormai a tirare fuori dei nuovi talenti“.
Per quanto riguarda il suo ruolo ad X Factor, la Ventura ha bene in mente cosa le piacerebbe scoprire tra i concorrenti italiani: talenti versatili, animali da palcoscenico che siano in grado di reggere la scena, magri una sorta di “Justin Timberlake italiano“. Al centro dello show, spiega Simona Ventura, deve però esserci il tentativo di rilanciare la musica nostrana, che troppo spesso nelle nostre radio è surclassata dall’invasione dei successi stranieri: “Il mio obiettivo è che torni ad esssere internazionale anche la bella musica italiana di oggi, dobbiamo aiutarla ad essere conosciuta nel mondo“.
In questa nuova edizione di X Factor la grande sorpresa per il pubblico è stato certamente il nuovo giudice Mika, che già dalle prime puntate si è imposto come la superstar dello show. In particolare, a tenere banco durante le Audizioni sono stati alcuni piccoli strafalcioni linguistici, a dispetto di un italiano davvero invidiabile considerando le origini lbanesi del cantante: proprio grazie ai neologismi di Mika o a qualche sua piccola incomprensione, le prime due puntate hanno regalato sfiziose gag e siparietti simpatici. E a giudicare dalle parole della Ventura, anche per gli altri giudici averlo come compagno d’avventura deve essere uno spasso: “Per parlare con Mika in inglese continuo ad andare a scuola: lui mi insegna molto, pratichiamo l’inglese ma lui vuole anche parlare l’italiano e questo è un vantaggio“.