Equitalia, indagati per corruzione cinque top manager


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Gli uffici di Equitalia

Per la gente comune è sempre stato chiaro ma adesso a certificarlo c’è anche un’inchiesta della magistratura. «Equitalia fa pagare soltanto i poveri, i ricchi non pagano». Secondo i magistrati questo adagio popolare è provato almeno per cinque top manager della partecipata pubblica per la riscossione dei tributi. L’accusa ai loro danni è di corruzione e l’inchiesta è eseguita dalla Guardia di Finanza. Questa mattina le fiamme gialle hanno eseguito trentanove perquisizioni in abitazioni e varie agenzie in tutta Italia. Sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori sono finite le sedi di Roma, Latina, Genova, Napoli e Venezia.

I finanzieri hanno anche effettuato dei sequestri di atti in alcune sedi sia di Equitalia che dell’Inps. Altre acquisizioni sono state fatte anche nelle abitazioni private degli indagati tra i quali si apprende figuri anche l’ex Direttore Regionale Equitalia del Lazio e attuale Direttore Regionale Liguria. Figure di primo livello coinvolte in accuse variegate. Su tutte quella di aver concesso rateizzazioni e favori sul pagamento dei propri debiti col fisco a grossi imprenditori anche se non ne avevano i requisiti previsti per legge. Inoltre venivano manomesse le credenziali previdenziali di altri contribuenti “favoriti” in maniera tale che non fossero oggetto di misure patrimoniali soprattutto che riguardavano beni immobili.

In pratica gli imprenditori favoriti grazie ai contatti compiacenti all’interno dell’ente di riscossione, pagavano in maniera dilazionata, magari dopo aver raggiunto un accordo che riduceva l’ammontare generale e potevano versare quanto dovevano al fisco anche a rate pur non avendone bisogno possedendo l’intera somma dovuta. Inoltre, nel frattempo, non veniva loro applicata nessuna misura coercitiva o sanzione amministrativa. In pratica la conferma dell’adagio popolare che in questi anni ripete la gente comune.