Attacco in Siria. Francia a favore, Germania contro, gli Usa aspettano


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Barack Obama, presidente Usa

Sono ore di forte incertezza riguardo il futuro della Siria. Dopo le atroci immagini diffuse che proverebbero l’utilizzo di gas nervino in attacchi operati dall’esercito di Assad, l’intera comunità internazionale si interroga su cosa fare. Sembra che quelle immagini segnino la svolta in questo senso dopo un attendismo di tre anni da parte delle maggiori potenze mondiali impegnate in una seconda guerra fredda. Sul piatto i forti interessi economici e strategici di cui la Siria è l’epicentro e a contrapporsi sono due assi.

Da una parte la Russia, l’Iran e altri paesi arabi a maggioranza islamica strettamente collegati con il regime di Assad sia sotto il punta di vista economico e militare. Dall’altro gli stati Nato indecisi se intraprendere una nuova e dispendiosa campagna militare oltre che rompere i rapporti con la Russia. Il risultato è una situazione di incertezza a fronte di una guerra civile che continua a fare vittime e milioni di rifugiati che lasciano il paese e affollano i campi profughi. Se il segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon è stato chiaro parlano di crimini contro l’umanità, commentando le immagini dell’utilizzo del gas nervino, dall’altra parte l’Iran accusa invece i ribelli dell’utilizzo del gas.

La Russia pone il veto ad ogni tipo di azione contro Assad e prova a consolidare la sua nuova posizione di leader in Medio Oriente mentre gli Stati Uniti aspettano ancora, dichiarando di avere tutte le opzioni sul tavolo, anche l’intervento militare e sperando di non perdere campo rispetto ai russi. Intervento su cui si dividono i due alleati forti dell’Unione Europea con la Francia che spinge per verificare tramite gli ispettori Onu e attaccare militarmente in caso di conferme, e la Germania che invece frena sull’intervento militare.